Presento di seguito un breve sintesi del documento scaturito dal raduno perché forse pochi hanno potuto seguire questo importante evento, tappa significativa della preparazione del Sinodo

La prima parte del documento finale, per la formazione della personalità, sottolinea che “la Chiesa ha bisogno di sostenere meglio le famiglie e la loro formazione. Questo è particolarmente significativo in quei Paesi dove non vi è libertà di espressione, dove ai giovani – specialmente ai minori – non è permesso partecipare alla vita della Chiesa; per questo, devono essere formati alla fede a casa dai loro genitori”. “È inoltre opportuno osservare – riporta esattamente il documento dei giovani - che l’identità dei giovani è anche formata dalle interazioni esterne e dall’appartenenza a specifici gruppi, associazioni e movimenti, attivi anche al di fuori della Chiesa. Abbiamo bisogno di trovare modelli attraenti, coerenti e autentici. Abbiamo bisogno di spiegazioni razionali e critiche a questioni complesse - le risposte semplicistiche non sono sufficienti. Molti giovani non sanno rispondere alla domanda “qual è il senso della tua vita?”. Non sempre riescono a collegare la vita con il senso del trascendente. Tanti giovani, avendo perso fiducia nelle istituzioni, non si riconoscono più nelle religioni tradizionali e non si definirebbero come ‘religiosi’. Tuttavia, i giovani sono aperti alla spiritualità”. Nella prima parte anche un'attenzione ad alcuni temi "scomodi", che hanno trovato dibattiti e opinioni diverse tra i giovani presenti e che il documento stesso riporta: "C’è spesso grande disaccordo tra i giovani, sia nella Chiesa che nel mondo, riguardo a quegli insegnamenti che oggi sono particolarmente dibattuti. Tra questi troviamo: contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio e anche come viene percepito il sacerdozio nelle diverse realtà della Chiesa. Ciò che è importante notare è che, indipendentemente dal loro livello di comprensione degli insegnamenti della Chiesa, troviamo ancora disaccordo e un dibattito aperto tra i giovani su queste questioni problematiche. Di conseguenza i giovani vorrebbero che la Chiesa cambiasse i suoi insegnamenti o, perlomeno, che fornisca una migliore esplicazione e formazione su queste questioni. Nonostante questo dibattito interno, i giovani cattolici cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale desiderano comunque essere parte della Chiesa. D’altra parte, molti giovani cattolici accettano questi insegnamenti e trovano in essi una fonte di gioia. Desiderano che la Chiesa non solo si tenga ben salda ai suoi insegnamenti, sebbene impopolari, ma li proclami anche con maggiore profondità".

La seconda parte mette in chiaro l’importanza del comprendere come i giovani percepiscono la fede, la vocazione e le sfide che si presentano nel discernimento. Il rapporto che i giovani hanno con Gesù è tanto vario quanto il numero dei giovani nel mondo. “Molti di loro – riporta il documento - vedono Gesù come loro Salvatore e Figlio di Dio. Inoltre, spesso i giovani trovano la vicinanza a Gesù attraverso Sua madre, Maria. Altri, invece, possono non avere tale relazione con Gesù, ma lo vedono comunque come un riferimento morale e una buona persona. Molti giovani percepiscono Gesù come un personaggio storico, Altri, invece, percepiscono Gesù lontano dalla loro esperienza umana, distanza che per loro è perpetrata dalla Chiesa. I giovani hanno bisogno di incontrare la missione di Cristo, e non ciò che a loro può sembrare una aspettativa morale irraggiungibile. In ogni caso, si sentono insicuri su come fare tutto ciò. L’incontro con Gesù deve essere promosso nei giovani, verso i quali la Chiesa deve rivolgersi. Discernere la propria vocazione rappresenta una sfida, specialmente alla luce dei preconcetti inerenti a questo termine, ma i giovani la accettano comunque. Questo processo di discernimento può essere un’avventura che accompagna il cammino della vita. Detto questo, molti giovani non sanno come coinvolgersi in questo processo di discernimento, e questo costituisce un’opportunità per la Chiesa per accompagnarli”.

La terza ed ultima parte riguarda l’azione educativa e pastorale della Chiesa. “Una Chiesa credibile è proprio quella che non ha paura di mostrarsi vulnerabile. Per questo, la Chiesa dovrebbe esser solerte e sincera nell’ammettere i propri errori passati e presenti, presentandosi come formata da persone capaci di sbagli e incomprensioni. Tra questi errori, occorre menzionare i vari casi di abusi sessuali e una cattiva amministrazione delle ricchezze e del potere. La Chiesa dovrebbe continuare nel rafforzare la sua politica di tolleranza zero all’interno delle proprie istituzioni, e così riconoscendosi umile e umana potrà aumentare la propria credibilità e la capacità di entrare in empatia con tutti i giovani del mondo”, come scrivono i ragazzi nel documento.

I giovani si aspettano una Chiesa che sappia riconoscere con umiltà gli errori del passato e del presente e impegnarsi con coraggio a vivere ciò che professa. Inoltre essi cercano educatori dal volto umano, pronti se necessario a riconoscere le loro fragilità. I giovani soffrono oggi per la mancanza di veri accompagnatori, che li aiutino a trovare la loro strada nella vita, e domandano alla Comunità cristiana di farsi carico del loro bisogno di guide autorevoli.

A queste richieste noi comunità educanti FMA come rispondiamo?