Roma, 7 maggio 2024 – Fedeli alle radici e innovativi nell’oggi – GSCS 2024 – Il 3 e il 4 aprile 2023, a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS), si è svolta la XIV edizione delle Giornate Salesiane di Comunicazione, appuntamento formativo sui temi legati alla comunicazione organizzate dal Dicastero per la Comunicazione sociale dei Salesiani di Don Bosco, dall’Ambito per la Comunicazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS e dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma.

Carisma e Missione. Fedeli alle radici e innovativi per incarnarsi nel tempo di oggi, è il tema approfondito nel corso delle Giornate dai circa 140 giovani in formazione, con i loro formatori e formatrici.

Nel pomeriggio del 3 maggio, dopo il saluto di don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’UPS, i partecipanti sono stati condotti alle “radici del Carisma” da don Carlo Maria Zanotti, Salesiano di Don Bosco, e da suor Eliane Petri Anschau, che hanno approfondito l’“Unicità e attualità del Carisma oggi” rispettivamente in Don Bosco e in Madre Mazzarello.

“Umanità matura, sensibilità capace di captare le domande dei giovani, impegno serio per lavorare per le anime” sono i tratti di Don Bosco che don Carlo Maria Zanotti ha attinto dal celebre volume di Don Pietro Brocardo “Don Bosco. Profondamente uomo profondamente santo”, per lasciare ai/alle giovani formandi/e alcuni atteggiamenti preziosi per la vita consacrata e per l’apostolato tra i giovani: un equilibrio “dinamico”, in un cammino di apertura e di crescita progressivo, tenendo presente l’oggi e le sue sfide; la sensibilità, tipica di Don Bosco, nel captare le domande, fatiche, delusioni, sogni, desideri dei giovani, che deriva dal suo essere “con” e “in mezzo”, per conoscerli e guardarli con lo stesso sguardo di Dio. Il terzo aspetto è l’intelligente e sapiente sinergia – oggi diremmo sinodalità – per rendere concreto ed effettivo il suo impegno a favore dei giovani. “Al centro sempre i giovani e la passione per la loro salvezza, passione che Don Bosco sapeva trasmettere a chi lo avvicinava”, ha sottolineato don Carlo. “E noi”, ha chiesto, “possiamo dire come don Bosco che ogni respiro è per i giovani?”.

Ai/alle giovani formandi/e ha quindi lasciato alcuni passaggi per una esperienza carismatica attuale e incarnata nell’oggi: curare l’armonia e la connessione tra umano e spirituale, coltivare un’interiorità forte, formarsi una “competenza relazionale” in un contesto di “speranza svanita”, di sfiducia nel futuro e di paura. E ancora, annunciare, in una relazionalità che parla, che provoca, che infonde speranza, gioia, ottimismo, fiducia.

L’aspetto relazionale è emerso anche dall’intervento di suor Eliane Petri che, basandosi sulle Lettere di Madre Mazzarello, ha parlato della confondatrice dell’Istituto FMA come educatrice e donna di relazioni: “Questa forma comunicativa relazionale si realizza in modo particolare nell’accompagnamento educativo, nel quale Maria Domenica è particolarmente abile: era un’esperta maestra di spirito. Tale capacità comunicativa di persuasione al bene proviene dalla testimonianza di vita”. Madre Mazzarello, infatti, credeva molto nella forza dell’esempio, per comunicare il bene e il bello ed educare alla vita e ai grandi valori: “se io amerò Gesù con tutto il cuore saprò anche farlo amare dalle altre” (L11,2).

Dopo aver lasciato alcuni aspetti educativi emergenti dall’esperienza di MM e della prima comunità di Mornese, suor Eliane ha terminato dando uno sguardo alla contemporaneità e osservando: “La comunità di Mornese è un modello di ‘comunità educante presente’, non indifferente alla vita che vive loro intorno. Anche oggi la comunicazione è la via educativa per ridare a tutti pari dignità e voce, essenza e protagonismo, per comunicare bene il bene”. Ha invitato infine a “ripensare la qualità dei rapporti educativi, ad essere ‘epifania dell’amore di Dio’, segno di speranza, un aiuto ad alzare lo sguardo dei giovani verso sogni grandi”, educando alla resilienza e alla speranza.

I lavori sono proseguiti nei gruppi, dove si è condiviso a partire dalle domande lasciate nelle “Video-pillole” carismatiche offerte in preparazione all’evento e alle riflessioni ascoltate dai relatori. Uno dei temi che ha toccato maggiormente i/le giovani formandi è la cura dell’interiorità, dentro agli impegni quotidiani: “Anche noi siamo giovani immersi in questa società, non è facile essere sempre consapevoli dei dinamismi che ci muovono e scegliere quotidianamente Gesù, stare nel mondo e non appartenervi”, ha espresso un gruppo.

In serata è stata offerta la visione di un video sugli impatti dell’uso dei dispositivi e dei social sul cervello di preadolescenti e adolescenti e sui loro comportamenti, che portano in alcuni casi a gravi conseguenze, fino a metterne in pericolo la vita. È emersa l’importanza di conoscere dati e trend per agire con efficacia, attraverso la relazione con i giovani e rafforzando alleanze con la famiglia, la scuola e altre agenzie educative.

La seconda giornata è iniziata con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere mondiale per la Comunicazione Sociale dei Salesiani che ha messo in luce il verbo “aprire”: “quando il bambino apre gli occhi, c’è la prima comunicazione con la mamma, gli sguardi si incontrano. E così la Risurrezione è l’atto di aprire: aprire gli occhi, il cuore, l’anima, per sperimentare Cristo risorto”.

“Come comunicatore” – ha chiesto don Gildasio rivolgendosi a ciascuno/a – “com’è la tua esperienza di aprire il tuo cuore, le tue mani, la tua vita nel processo formativo/comunicativo? I tuoi doni, i tuoi talenti, la tua capacità di narrare la tua esperienza senza imitare… L’arte di aprirsi agli altri con creatività e originalità”. Concludendo l’omelia, ha sottolineato che “non c’è esperienza di resurrezione senza esperienza comunitaria” e ha incoraggiato a “non avere paura dell’umano”, perché lì si trova Dio.

Successivamente, in assemblea, don Fabio Pasqualetti, Decano della Facoltà di comunicazione dell’UPS e Consultore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ha commentato il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (GMCS) 2024: Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana.

Don Fabio ha innanzitutto inquadrato il Messaggio nella linea di Papa Francesco, di una comunicazione “a servizio della cultura dell’incontro”, con al centro il cuore, sede dell’incontro con Dio. Partendo da una domanda – “Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento in atto?” – ha quindi prospettato rischi e vantaggi dell’Intelligenza artificiale e delle altre evoluzioni tecniche e scientifiche, richiamando l’importanza e la responsabilità, per ogni educatore, di conoscere i problemi sociali e politici, di incarnarsi nella realtà, di essere, come consacrati/e, padri e madri generativi, rimanendo pienamente umani.

Dentro a un mondo ormai regolato da algoritmi, l’uomo – ha evidenziato – rimane la variabile fondamentale. Di qui la necessità, per i consacrati/e di essere profetici, di saper leggere la storia, di intuirne la direzione. Affrontando il tema della pastorale sui social, ha sottolineato l’importanza di essere, oltre a testimoni credibili, dei comunicatori competenti che non si improvvisano e di non isolarsi, perché “la nostra umanità dipende dalla capacità di fare esperienze in profondità” e anche di avere uno “sguardo spirituale”, come Madre Mazzarello e Don Bosco.

Ancora, è emerso come il pensiero umano – secondo fini buoni, per il bene comune – è indispensabile nella progettazione della tecnologia, che oggi non è più solo un mezzo, ma è diventata un sistema, e nella gestione del sapere, che non è solo un concetto tecnico. Un esempio può essere una ricerca sociologica, in cui sono importanti i dati statistici, ma ancor più quelli relazionali: “se tu vuoi conoscere i giovani, ci devi stare insieme”.

Tra i tanti temi emersi – questioni etiche e legislative, tutela della privacy e dei dati personali, sostenibilità ambientale, big data e mondo dell’informazione, ecc. – don Fabio ha posto l’accento sull’importanza di crescere in umanità e di affrontare la sfida di “fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale”… a partire dalle comunità religiose, che possono vivere la profezia dell’”insieme” mettendo a servizio e valorizzando i talenti, con una partecipazione veramente sinfonica.

La riflessione delle due Giornate è stata ulteriormente arricchita dai laboratori proposti: “Pastorale nella cultura digitale e IA” (Fabio Bolzetta); “Pregare oggi, che senso ha e come farlo” (Casa di preghiera San Biagio); “Affettività e sessualità nel celibato” (Paolo Gambini); “Salesiani e Salesiane nel mondo del sociale” (Ermanno Giuca e Chiara Montesano); “Intelligenza artificiale e informazione” (Andrea Tomasi).

Per la nostra Ispettoria hanno partecipato: sr Benedetta Verdolini, sr Laura Giordano, sr Beatrice Zinno.

Foto: //www.flickr.com/photos/137890103@N08/albums/72177720316714197">Flickr FMA

Fonte: Istituto FMA