Fusignano, 3 novembre 2023 – Alle ore 20.30 presso la Scuola per l’infanzia Maria Ausiliatrice abbiamo vissuto un momento intenso di Famiglia salesiana. Per oltre cinquant’anni a Fusignano è stato attivo un Centro Locale di Salesiani Cooperatori, legato inizialmente alla presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Con il passare degli anni e passando attraverso varie traversie si è giunti alla decisione di chiudere il centro.

La decisione, sofferta, è stata presa dal Consiglio provinciale che da alcuni mesi, attraverso il confronto con alcune Salesiane Cooperatrici di Fusignano, ha studiato la situazione e valutato le azioni necessarie per affrontarla arrivando alla chiusura del Centro.

La decisione è diventata occasione per ringraziare il Signore per quanto ha operato attraverso i tanti Salesiani Cooperatori di Fusignano e ricordare la ricchezza della presenza salesiana espressa nella collaborazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’attività missionaria e pastorale, nel bene fatto alla gioventù: “Il Centro locale ASSCC di Fusignano è giunto al traguardo delle cose che passano, entrando nella storia del Bene vissuto che rimane per sempre”.

È stata celebrata la Messa presieduta da don Piergiorgio Placci SDB, originario di Fusignano e da don Vincenzo Biagini, delegato provinciale dell’ASSCC dell’Emilia Romagna-Lombardia-S. Marino.

A rappresentare le FMA per l’Ispettoria, come delegata provinciale dei Salesiani Cooperatori era presente sr Maria Rubini che ha portato il saluto, il ringraziamento e l’invito a continuare a fare il bene, dell’Ispettrice sr Elide Degiovanni.

I giovani hanno animato la Messa con i canti e la loro vivacità. Al termine è seguito un momento di ricordo e convivialità.

A questo evento hanno partecipato i Salesiani Cooperatori della nostra Provincia, le Exallieve delle Unioni vicine, la Famiglia Salesiana delle nostre Ispettorie, tanti amici, tutti uniti nel desiderio di dire grazie!

Già sul luogo, nel momento di convivialità, si è pensato come mantenere e rafforzare il vincolo che ci unisce come Famiglia salesiana, per continuare in sinergia la missione che ciascuno è chiamato a vivere.

 

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Ecco quanto condividono i Salesiani Cooperatori di Fusignano:

FESTA di un TRAGUARDO RAGGIUNTO 3 novembre 2023

Il Centro Locale dei SSCC di Fusignano (RA) giunge al traguardo delle cose che passano entrando nella STORIA del BENE VISSUTO che rimane per sempre.

La circostanza è celebrata come una FESTA per mettere nel Cuore di Dio di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco una TESTIMONIANZA pluridecennale di SALESIANITÀ.

Anche per le esperienze più belle c’è il tempo per cominciare e il tempo per terminare, sempre su due versanti: delle cose che nascono, crescono, declinano e muoiono, e delle persone che partono, viaggiano e arrivano.

L’esperienza dei SSCC a Fusignano partiva poco meno di 70 anni fa per l’iniziativa dell’allora Direttrice sr. Imelda Fornaciari; ha vissuto il rinnovamento vocazionale accogliendo l’invito a dirsi non Cooperatori Salesiani, ma Salesiani Cooperatori, dando così risalto al carisma di fondazione e subordinando il cooperare con FMA e/o SdB. Era il 1988, ricorrenza del primo centenario della morte del Santo Fondatore don Bosco.

I Salesiani Cooperatori di Fusignano hanno continuato l’attività locale del Centro anche dopo la partenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma ora si prende atto: non ci sono più le condizioni che permettano le attività di un Centro Locale.

Allo sguardo delle cose che passano è inevitabile un po’ di malinconia e anche di tristezza, come davanti a un giardino in cui per la siccità tutto ciò che è bello appassisce e si secca.

Non è questo lo sguardo dei Salesiani Cooperatori, che intendono celebrare e vivere una festa di traguardo raggiunto, con lo sguardo attento a qualcosa che, avendo avuto inizio sulla spinta da un carisma evangelico, sporge sul per-sempre.

Non a tutti è dato questo sguardo, come non a tutti è dato di venire a conoscenza della perla preziosa; chi se ne intende vende tutto per acquistarla.

Da vendere c’è la gioia umana di vivere incontri di fraternità: la memoria le custodirà fissate nel volto di amiche e amici; da acquistare c’è la vicinanza dell’INCONTRO con Colui che dice di essere “lo Sposo”, perché le istituzioni passano, ma l’elezione e la vocazione restano, con la ‘magnifica eredità’ che ha solo bisogno di vivere l’epifania della LUCE.

Primi giorni di novembre. La gente affolla i cimiteri, ma con in cuore sentimenti opposti: di angoscia, o di pace.

Il dolore per la scomparsa di persone care c’è in tutti, ma quale differenza tra il pensiero del buio, del nulla in cui alla fine si sprofonda nel rimpianto di tutto ciò a cui ci si è appassionati, e il pensiero della Luce in cui tutto s’immerge al termine del medesimo cammino!

Gli uni non possono essere mai felici, anche se si concedono tutto; questi, gli altri, se mancano di tutto, conoscono la gioia.

La PAROLA di Dio. È quella che risuona oggi nel mondo come un FARO: fa Luce su ciò che passa perché finisce, e su ciò che cresce fino a una pienezza che rimane sempre.

San Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, dà sfogo a tutta la passione che ha per i suoi connazionali che, non avendo fatto il passo in avanti col riconoscere in Gesù l’Atteso, sono rimasti fermi al passato… andranno vagando nel buio aspettando sempre Colui che deve venire… ed è già venuto.

Dopo tanto ascolto delle antiche profezie avrebbero dovuto riconoscerlo, e si direbbe che, mancati all’appuntamento della storia, perdano quanto agli occhi dei popoli costituisce la loro gloria. Invece no, l’antico popolo eletto conserva tutto ciò che è da Dio: ‘Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne…’.

Ne viene una teologia del tempo e della storia molto bella, perché ha come fondamento la fedeltà di Dio.

Che noi siamo infedeli mentre Dio è fedele è presto detto, ma per capire cos’è fedeltà occorrerebbe averne esperienza, e noi non ne siamo capaci. La Fedeltà è da Dio. Dio È Fedeltà.

Paolo afferma che Dio non ritira i suoi doni; noi possiamo metterli in ibernazione, ma se appena il Sole della Grazia riesce ad intenerire il cuore, sono pronti a rifiorire. E quando non è più stagione di fioritura, Dio raccoglie i frutti.

Quali i frutti della lunga esperienza dei SSCC di Fusignano? Una risposta, molto bella, è nel Vangelo

È giorno di SABATO, la più solenne istituzione (un giorno di riposo per vivere l’incontro con il Creatore) non solo per la religione ebraica, ma per ogni religione, perché è di istituzione divina, posta a sigillo della creazione: “Dio riposò e benedisse il settimo giorno e lo consacrò” (Gen 2,3); Dio, che è la Sorgente stessa della Santità, non consacra nulla per Sé; ha istituito il ‘settimo giorno’ perché la sua creatura potesse nutrirsi di Vita.

“Vi era un uomo malato. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire in giorno di sabato?»”.

Chi assolutizza l’istituzione non risponde: “Ma essi tacquero”. Gesù se ne rattrista, ma è Lui ‘il Signore del sabato’: prende per mano il malato e lo guarisce, perché ‘il sabato è per l’uomo’.

Ecco ciò che fa al nostro caso: il Centro Locale è per i Salesiani Cooperatori, non viceversa; quando vengono meno le condizioni per viverlo si chiude e quanti rimangono vivono il carisma della salesianità uniti in spirito a tutti gli associati.

Così è della stessa Associazione. Così è dell’intera Famiglia Salesiana nelle sue tre primarie componenti e nelle tante altre.

Così è di ogni istituzione finalizzata alla guarigione di qualche specifica porzione dell’umanità malata.

Così sarebbe anche della Chiesa, se Gesù non ne avesse garantito l’indistruttibilità: anche la Chiesa come istituzione è per l’uomo. C’è ogni singola persona umana nel Cuore di Dio, nei Suoi disegni, la persona come protagonisti di relazioni tutte ordinate alla Comunione dei Santi, perché nella sua capacità di relazionarsi personalmente c’è la copia vivente di Dio.

Ecco il frutto senza prezzo dei quasi settant’anni di vita nel Centro Locale di Fusignano: giunge al suo termine l’istituzione, ma le relazioni personali con tutti SSCC del mondo si consolidano nello spirito, in attesa di ritrovare amiche e amici che qui hanno condiviso la testimonianza salesiana.

Le relazioni che si vivono dove sono possibili gli incontri trovano espressione anche esterna, quelle che non trovano nessuna esteriorità possono essere vissute con anche maggiore intensità e anche crescere, perché tutto ciò che vive cresce.

La maturazione, sappiamo, è nel Regno dei Cieli.

Ci diamo dunque appuntamento in Paradiso, nel Giardino Salesiano: là stanno i tanti con i quali si è condiviso il cammino della vocazione e missione salesiana; è vocazione che, facendo diretto riferimento al carisma di S. F. di Sales e di don Bosco, rende simili a Gesù, al suo Cuore innamorato delle anime.

San Paolo conclude il suo pensiero sulla risurrezione dei morti e dicendo: “Consoliamoci a vicenda con queste parole” … non sono però ‘parole consolatorie’, perché hanno il fondamento solido più d’ogni altro: la risurrezione di Cristo.

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