Approfon…Dire, agosto 2023 – a cura di sr Mara Borsi – Nessuna epoca come la nostra ha conosciuto una libertà individuale e di massa come quella che sperimentano bambini, adolescenti e giovani oggi. Ma a questa libertà non corrisponde nessuna promessa sull’avvenire. Il problema odierno è quello dell’assenza di cura che gli adulti manifestano verso le nuove generazioni. Non che gli adulti in generale non siano preoccupati per il futuro dei più giovani, ma la preoccupazione non coincide col prendersi cura.

In questo contesto si radica la crisi della trasmissione della fede la quale non può più essere, come poteva avvenire in un contesto cristiano, un semplice insegnamento dottrinale ma, scaturire quasi per contagio, da un’esperienza profondamente vissuta.

Nei numerosi raduni che ritmano la vita delle comunità educanti ci si confronta, sempre più spesso, con questa domanda: “Come rendiamo possibile o facilitiamo l’incontro personale con Cristo dei giovani?”.

Il confronto e i tentativi di soluzione toccano importanti temi come l’accompagnamento, l’iniziazione e l’educazione alla preghiera, il fondamento biblico delle nostre proposte e altro.

Nel clima della cultura postmoderna e della società liquida diventa fondamentale far scattare la molla della decisione personale, motivare la persona della giovane, del giovane a darsi delle regole su cui costruire un cammino di crescita integrale. È importante far capire che senza un ordine nelle cose, senza una gerarchia di valori la vita si perde e disperde.

In una società dove le norme, le regole sono continuamente svuotate di significato o calpestate proporre ad adolescenti e giovani un cammino di personalizzazione della fede attraverso l’elaborazione di una regola di vita è particolarmente sfidante.

Proporre questo strumento non è utopistico, né assurdo, non è un’operazione per altri tempi è indicare un modo per prendere in mano la propria esperienza e non lasciarla scivolare via. È la proposta di una strada verso la libertà e la verità dell’esistenza.

Darsi una regola di vita è una opportunità che ogni persona, giovane e adulta, dovrebbe darsi, proprio per rispondere concretamente a quel chi sono? e quel come posso essere al meglio ciò che sono?

Per noi cristiani, questo obiettivo si inserisce in un progetto che ci trascende. Perché significa entrare nel progetto di Dio Trinità, scoprire il modo in cui Dio ha pensato alla mia vita, alla mia più piena realizzazione in Lui. Scoprire, per usare una parola tanto inflazionata e spesso non capita la vocazione personale: il modo unico e irripetibile di amare con tutta la propria persona.

Gli ambiti fondamentali su cui confrontarsi con le nuove generazioni per arrivare a stilare una regola di vita personale che segni il cammino di crescita sono la cura di se stessi, la cura delle relazioni con gli altri, con la realtà e con il Signore.

Abilitare le nuove generazioni a prendersi cura di se stessi significa orientare ad ascoltarsi, darsi del tempo in cui riflettere su ciò che si sta vivendo e sul come si sta vivendo (le emozioni, gli stati d’animo, le paure, i desideri, i sogni, le fatiche). Essenziale anche aiutare ad apprendere a rispettare il proprio corpo combattendo le dipendenze e gli eccessi, a voler bene a ciò che costituisce in tutto la vita personale: proprie qualità e limiti, storia passata: situazione familiare, amicizie che hanno spinto alla crescita o l’hanno bloccata.

Altro ambito determinante da tenere presente nell’elaborazione di una regola di vita è quello delle relazioni. Attraverso le relazioni scopriamo molto di noi stessi: gli altri ci rivelano in qualche modo il nostro vero volto. Nelle le relazioni quotidiane nulla è scontato, nulla avviene per caso, ma da ogni incontro ordinario, apparentemente insignificante si posso imparare molte cose.

Indispensabile dare punti di riferimento per curare la sfera affettiva: la dimensione della affettività e della sessualità sono ambiti importanti e delicati che chiedono di essere valorizzati e non banalizzati. L’amore è il motore di tutta la vita umana!

Richiamare l’importanza di prendersi cura della realtà in cui si è inseriti perché essa è parte di noi rientra nell’ambito di una vera e propria educazione della responsabilità. L’ambiente del lavoro o dello studio possono essere luoghi in cui ci si lascia vivere o luoghi nei quali si possono esprimere non solo le capacità intellettuali o pratiche, ma anche i propri valori morali e spirituali.

Come ogni relazione anche quella con il Signore ha bisogno di essere: approfondita attraverso la preghiera personale, momento privilegiato per guardare alla propria vita alla luce della Parola di Dio; verificata con costanza e fedeltà con un fratello o una sorella, un amico dell’anima. Alimentata attraverso una partecipazione sempre più piena ai sacramenti, specie l’Eucaristia e la Riconciliazione, in cui si è immersi nell’amore e nella misericordia gratuita di Dio; resa visibile attraverso un modo nuovo di stare con gli altri, con vero spirito di fraternità e di servizio gratuito.

Vivere secondo lo Spirito significa vivere una vita che colpisce e che sa interrogare. In fondo è un po’ questa la cifra dell’evangelizzazione e della testimonianza cristiana oggi. La felicità che tutti cerchiamo è data dal vivere una vita luminosa come ha detto papa Francesco ai giovani a Lisbona.

Non dobbiamo stancarci di dire ai giovani con la nostra vita e il nostro impegno che se viviamo secondo lo Spirito, una vita regolata dall’amore, essa sarà una vita felice qui, oggi e per l’eternità, nonostante il dolore, la fatica del vivere che a volte si sperimenta e la morte.