La formazione dedicata ai gruppi di fede, seguita dai ragazzi dagli 11 ai 18 anni, è stata tra le prime ad essere ripresa. Gli incontri che venivano programmati anche per creare momenti di convivialità, sono diventati ora videochiamate di circa quaranta minuti. In questo tempo gli animatori e gli educatori continuano i dialoghi già avvitati su temi di fede, invitano i ragazzi a raccontarsi, con il desiderio di farli sentire più vicini.

Per la formazione dei bambini della catechesi invece, sono state pensate varie attività diversificate per ogni fascia d’età. Gli educatori di un gruppo, ad esempio hanno ideato una serie di preghiere domestiche, coinvolgendo così tutta la famiglia.

Le insegnanti della scuola dell’infanzia Sacro Cuore registrano video in uno stile familiare e accattivante. I video vengono successivamente inviati ai genitori, che, anche se impegnati nel lavoro, quando tornano a casa, possono guardarli insieme ai propri figli.

All’interno dell’Opera è presente anche l’Associazione PGS (Polisportiva Giovanile Salesiana) e gli allenatori si sono attrezzati in vari modi: l’insegnante di ginnastica artistica, ad esempio, propone gli allenamenti attraverso video. Inoltre l’Associazione sportiva mantiene attivo e aggiornato il profilo social per poter mantenere vivo il contatto con gli atleti.

Infine, una attenzione speciale è stata rivolta ad un’attività di grande aiuto per i quarantatré giovani iscritti: il doposcuola. Ne abbiamo parlato con due componenti dell’equipe di educatori sr Carolina e Manuela Zuzolo (all’equipe, in questo tempo, si sono aggiunti anche i Volontari del Servizio Civile).

La gestione dei compiti viene svolta dalle 14.30 alle 16.30. Ad ogni formatore sono affidati circa 10 ragazzi che cerca, con grande impegno, di far seguire sia le attività di doposcuola, sia le lezioni della scuola stessa. Per salvaguardare i ragazzi, coinvolgerli e interessarli (molti vivono in situazioni familiari difficili), si cerca di curare la relazione anche semplicemente chiacchierando, proponendo giochi come “Kahoot” o video party.

“Tutto questo lavoro non è semplice” spiega meglio Manuela “abbiamo dovuto inventarci una nuova didattica e nuovi stratagemmi per avere l’attenzione dei ragazzi, facilmente distratti da ciò che hanno a portata di mano, come ad esempio i videogiochi”.

Nonostante la soddisfazione di riuscire a seguire i ragazzi attraverso la tecnologia informatica si sente la fatica di mantenere un contatto informale.

Manuela cerca di mantenersi aggiornata guardando serie tv e ascoltando musica che piace ai ragazzi, in modo da avere il maggior numero di argomenti possibili per mantenere viva la conversazione.

Anche sr Carolina confessa che, per lei come per tutte le FMA, non è semplice essere lontane dai giovani e il non potersi occupare di loro le destabilizza un po’. Chi è più abile nell’utilizzo dei social, cerca di mantenere i contatti; chi invece non ha la possibilità di seguire i ragazzi in questo modo, trasforma i gesti concreti, come potevano essere i saluti, i sorrisi e le carezze, in preghiera.

Tutto, in particolare la preghiera condivisa, serve per accorciare le distanze ed essere pronti con speranza e nuove idee quando tutto ricomincerà.

Ilaria Ciucci