Per tutti noi era la prima volta in questo paese ed era forte il desiderio di conoscere la storia e la civiltà, gli usi e i costumi, e le bellezze naturali di questa terra che rimane un po’ alla periferia dell’Europa e per questo è, spesso, meno presente nelle nostre escursioni familiari e anche scolastiche.

Così, approfittando anche degli orari dei voli, abbiamo fatto sosta a Lisbona, una città situata sull’estuario del fiume Tago, con tutte le caratteristiche di una capitale: palazzi e chiese grandiose, piazze enormi e monumenti storici, ponti e imbarcazioni sull’estuario del Tago che si allarga fino a sembrare mare.

Dunque una città imponente che ci è sembrata, però, anche calda e accogliente e, come si dice, “a misura d’uomo”. L’abbiamo notato nella presenza di ampie zone pedonali affollate di gente, nelle decorazioni maiolicate di origine araba o marocchina che rivestono i muri delle case antiche e moderne, nelle strade e nei marciapiedi fatti esclusivamente di “sampietrini” che, nel contrasto nero-bianco/grigio costruiscono motivi decorativi geometrici e floreali; l’abbiamo scoperto anche nella presenza di artisti di strada che si esibiscono in danze, concertini e attività varie attorniati sempre da spettatori curiosi e interessati. L’abbiamo verificato soprattutto nella convivenza rispettosa, disinvolta e serena di molte razze: tanti, soprattutto giovani di colore, che condividono senza problemi lavoro e tempo libero, scuola e giochi.

Sede del meeting era Paredes, un popoloso comune del nord, del distretto di Porto. Ed è in questa città, la terza del Portogallo, che siamo arrivati dopo un viaggio in pullman durato quasi quattro ore. Alla stazione, l’accoglienza calorosa delle famiglie che avrebbero ospitato i nostri ragazzi ci ha subito ripagato della stanchezza e ci ha proiettato nell’entusiasmante esperienza dei giorni successivi.

Ogni mattina, alla stazione di Porto, un vero gioiello dello stile liberty, ci saremmo incontrati con gli Insegnanti delle altre scuole partner (Spagna, Polonia, Turchia e Bulgaria) per raggiungere insieme Paredes e da lì, dopo un breve percorso in macchina, saremmo arrivati al Centro Escolar de Vilella.

Scopo di questo meeting è stato quello di condividere il lavoro previsto dal secondo step del Progetto, insieme alle esperienze educativo-didattiche e sociali della scuola portoghese. In particolare siamo stati invitati a condividere materiali ed esperienze del percorso fatto da ottobre (primo meeting in Polonia) a marzo: per la prima tappa “la matematica nella natura”, il contest fotografico, la mostra e poi il calendario con feste, tradizioni e immagini della nostra città. Per la tappa “la matematica nel gioco” i “memory” e i “domino” realizzati nelle nostre classi e i giochi tradizionali della nostra regione, nonché un video game realizzato al pc.

Ci hanno accolto per primi i bambini della scuola d’infanzia e primaria (dai tre ai dieci anni) in una modernissima struttura che ci è apparsa non solo funzionale, ma anche ricca di progetti, di creatività e fantasia, di regole condivise e rispettate in un clima di familiare e sereno. Con loro abbiamo esplorato le aule e gli spazi comuni, dove addobbi di benvenuto ci hanno dimostrato che siamo stati attesi e dove siamo stati pronti a carpire idee da portare nelle nostre scuole. Ci ha colpito in modo particolare l’importanza data alla biblioteca, dove ogni classe accede per un’ora alla settimana: è un ambiente in cui libertà e rispetto si integrano per uso fruttuoso del tempo e delle esperienze.

Dopo un incontro di progetto con le insegnanti referenti, ci hanno aspettato in cortile tutti gli alunni per una semplice festa di benvenuto a cui ha fatto seguito la dimostrazione dei loro giochi tradizionali. Ma qual è la sorpresa? Sono proprio come i nostri: ruba bandiera, elastico, calcio ecc.

Dopo un pranzo tipico in cui ha trionfato il baccalà, abbiamo raggiunto la struttura della scuola superiore (dagli undici ai diciotto anni) dove abbiamo potuto rivedere i nostri ragazzi, ormai integrati nel gruppo internazionale e felici dell’esperienza. Qui la scuola ha vari “padiglioni” adibiti ad aule, laboratori, area giochi ecc. collegati tra loro da pensiline. Ci stupisce l’orario: dalle 9.00 alle 16.00 con intervalli di cinque-dieci minuti tra un’ora e l’altra.

Dopo un’altra riunione e una lauta merenda, offerta dalla scuola, finiamo la prima giornata.

Il programma dei giorni successivi è intenso e prevede altri incontri ed esplorazioni del territorio. Spesso i nostri itinerari sono diversi da quelli dei ragazzi che sono impegnati nella scuola con gare di matematica di vario genere, giochi e composizioni artistiche con figure geometriche, mentre noi salutiamo il sindaco nel palazzo comunale e facciamo riunioni, ci esercitiamo in un campo da golf. Insieme, invece, partecipiamo a una lezione presso la facoltà di matematica applicata, dove un professore ci dimostra come il giocoliere che muove le palline (due, tre, quattro ecc…) segue uno schema matematico preciso. Ci provano anche i ragazzi…del risultato parleremo un’alta volta!!! Presso il planetario della facoltà di astrofisica, ci viene mostrata l’origine della terra e possiamo osservare il sole con il telescopio, a cui segue un laboratorio sulle fasi lunari. Questi momenti impegnativi sono intervallati da una sosta per pranzo al sacco nel bellissimo parco del palazzo di Cristallo e da una lunga camminata lungo il fiume Douro, verso la sua foce sull’oceano Atlantico: il forte vento, gli scogli e il colore intenso del mare ci fanno pensare per un momento a Calafuria e Quercianella. Ma soltanto quando andiamo a visitare il Monastero di Serra do Pilar a Vila nova de Gaia abbiamo una vista impareggiabile della città di Porto con i suoi ponti, la caratteristiche barche per il trasporto del vino e le case coloratissime. Mentre incomincia a piovere, ci spostiamo al ristorante dove ci viene offerto il piatto più tipico di Porto: la francesina. Concludiamo la giornata in un enorme supermercato, vero riparo al temporale. Nell’ultima mattinata, con i tempi un po’ stretti, i ragazzi della scuola superiore ci salutano offrendoci il risultato del loro impegno soprattutto nell’uso della lingua inglese. Ci presentano il Portogallo e le sue bellezze, ci coinvolgono in giochi e premiano con una medaglia le nostre riposte esatte. Poi è il momento dei saluti. Peccato è finita!

Siamo stati bene con voi! Grazie ragazzi, grazie famiglie e insegnanti, grazie Paredes, grazie Porto, non ti dimenticheremo: portiamo nel cuore la gentilezza e la vivacità della tua gente, il colori del tuo panorama, il gusto dei tuoi piatti, le meravigliose maioliche dei tuoi palazzi.

Sr. M. Grazia Brogi