Ciascuno di noi ha un’esperienza e una sensibilità propria riguardo al tema della comunicazione. Tuttavia, pensiamo che l’esperienza personale e la sensibilità non possano bastare da sole, ma abbiano bisogno di confrontarsi con professionalità e competenze che possono potenziare la trasmissione del messaggio stesso. Per questo motivo, il primo giorno ci siamo dati un tempo e uno spazio di condivisione su quelli che ci sembravano le questioni più importanti del nostro vivere la comunicazione con i ragazzi e i giovani che incontriamo:

  1. DIALOGO TRA MUTI E SORDI
  2. ACCOGLIENZA DELL’ALTRO COME PRESUPPOSTO DI OGNI COMUNICAZIONE
  3. CHIAREZZA
  4. CLASS MANAGEMENT
  5. LA COMUNICAZIONE NEL COLLEGIO DOCENTI
  6. CI CAPIAMO? CODICI COMUNICATIVI DIFFERENTI
  7. IMPORTANZA DEI DIVERSI MODI DI COMUNICARE

Nel pomeriggio, invece, siamo stati invitati a confrontarci con l’esperienza di alcuni professionisti di diversi ambiti comunicativi: il teatro, il cinema, la fotografia, la musica e i social. Strumenti mediatici antichi e nuovi, che hanno bisogno di essere conosciuti sempre più perché un messaggio, di per sé bello, possa essere comunicato in modo attraente per arrivare al cuore dei giovani.

Nella giornata di domenica abbiamo potuto ascoltare l’intervento di don Fabio Pasqualetti su “Comunicare in modo credibile” partendo dalla necessità di uno sguardo sui cambiamenti sociali dovuti allo sviluppo della tecnologia e sull’impossibilità di negarla o di retrocedere nel passato. Alcune nozioni di base sulla comunicazione ci hanno riportato al fatto che la comunicazione esiste soltanto nella dinamica di una relazione e costituisce l’essere umano, è scambio simbolico, è costruzione di un significato, fa parte della contingenza storica cambiando nel tempo.

Facendo parte della dinamica relazionale, la credibilità della comunicazione non può essere auto-attribuita, ma deve essere accordata dall’interlocutore. In questo senso, essa si conquista all’interno di una relazione che media la bontà dei contenuti con la coerenza di uno stile di vita e con la qualità dei prodotti che si utilizzano.

Nella serata abbiamo avuto l’opportunità di accostarci alla storia di vita di alcuni testimoni che, con il metodo della Living Library, ci hanno raccontato un pezzo di loro soffermandosi sulla dimensione dell’accompagnamento offerto e ricevuto”.

Dopo un primo momento di presentazione dinamico attraverso l’utilizzo delle carte del gioco Dixit, abbiamo fatto il punto su quanto vissuto nelle prime due giornate, lavorando per gruppi di lavoro su quattro nuclei attraverso la metodologia dell’Wordl Cafè:

  1. Se sai ascoltare, le storie ti vengono cercare
  2. La bellezza è espressione visibile del bene
  3. La credibilità è relazione
  4. La comunicazione è sempre mediata, mai immediata

Il risultato della riflessione del mattino, unita al grande MURO-DEPOSITO, è stato la base di partenza per il lavoro del pomeriggio.

Divisi per ambienti educativi i gruppi sono stati invitati ad individuare IDEE, decidere il TARGET a cui rivolgersi e le RELAZIONI da creare, stabilire i CRITERI, elencare le AZIONI CHIAVE.

I contributi ricevuti e la riflessione maturata saranno raccolte in una sintesi che possa diventare un orientamento, una linea guida, una sollecitazione per altri ambienti educativi, certi che da qui bisogna ripartire con una rinnovata convinzione, ovvero che siamo portatori di un messaggio importante e che “Tacere non si può”.

 

Che cos’è il World Cafè? Il caffè è storicamente un luogo in cui si parla e si comunica, in modo diretto, colloquiale, piacevole ed informale. Il World Café è una metodologia che si ispira ai vecchi caffè creando un ambiente di lavoro che invita i partecipanti ad una discussione libera ed appassionata. La sua particolarità è quella di stimolare discussioni autogestite dai partecipanti all’interno di un quadro comune e sotto la guida di un tema di riferimento. L’idea alla base del World Cafè è tanto semplice quanto rivoluzionaria: lavorare per creare conversazioni importanti, ideando in modo creativo e non convenzionale, ragionando insieme su progetti complessi, ma in modo concreto, divertente e produttivo. Per farlo bisogna i temi scelti devono invitare le persone a collaborare in modo positivo, indagando il significato profondo delle cose. Le persone siedono attorno ai tavoli e discutono delle domande lanciate dalla cabina di regia dell’incontro. Chi si accosta ad un tavolo di discussione può partecipare alla conversazione anche lasciando scritto il suo contributo sulla tovaglia. Al termine del tempo scandito dalla regia, i gruppi di salutano e si riformano, in composizione diversa ad attorno ad un altro nucleo tematico.