Nel pomeriggio un tempo è stato riservato alla consegna dell’Itinerario Ispettoriale che presentato da sr. Carla.

In serata, attraverso la tecnica della Living Library, abbiamo ascoltato alcune esperienze sul tema “Giovani e accompagnamento” di accompagnamento di alcuni giovani in diverse situazioni di vita.

Che cos’è la Living Library? Quando dai Libri escono persone – Living o Human Library è un progetto internazionale nato in Danimarca nel 2000 quando, dopo un fatto di cronaca a sfondo razzista, l’Associazione Stop the Violence creò una biblioteca di libri-persone che raccontassero le loro storie creando così occasioni narrative per superare i pregiudizi verso le diversità di origine etnica, di sesso, di abilità, di fede, ecc. Nel 2003, l’iniziativa è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi e, come tale, incoraggiata ed esportata in tutto il mondo. Nella storia del nostro Laboratorio di Pastorale Giovanile, questa è la seconda edizione. Lo scorso anno abbiamo potuto cogliere in questa esperienza un’opportunità davvero grande in cui scoprire che le storie di ciascuno sono Libri e persone da incontrare e conoscere più che da leggere.

Come funziona? I Libri viventi della nostra esperienza sono diversi per situazioni e scelte di vita, per religione e provenienza geografica, ma tutte hanno in comune la ricchezza di un racconto riguardante un episodio di accompagnamento di giovani, offerto o ricevuto.

Come mettersi di fronte a un Libro nuovo? Per scegliere i libri che si desideriamo conoscere si possono leggere il titolo e la sintesi della quarta di copertina di ognuno. I primi 10 minuti sono di ascolto perché il Libro che si apre davanti a noi ha qualcosa da dirci. Nei successivi 10 minuti si può interagire con il Libro perché questa è la vera differenza dell’essere davanti a un Libro Vivente.

Ecco la sintesi dei libri che abbiamo ascoltato

  • Le parole della mamma (una storia di Oumar Kande) – Oumar Kande ha 24 anni ed è originario di Fassane, un villaggio del Senegal a 5 km da Samine, una città nella regione sud-est del Paese. Durante la guerra civile del 2010, in cui ha perso il padre, è fuggito dal suo villaggio con la madre e i fratelli e si è rifugiato a Mbur, nel nord del Senegal. Da solo si è poi spinto in quello che tutti chiamano “il viaggio” ed è arrivato in Italia nell’aprile del 2015 e è ospite del Centro di Prima Accoglienza nella nostra casa ispettoriale da cinque mesi. Oumar oggi racconta la sua storia fortemente intrisa delle parole della mamma, le ultime ricevute prima di partire dal Senegal. “Se anche volessi dimenticarle, - dice Oumar - loro sono sempre lì, davanti ai miei occhi come un sogno, dentro i miei pensieri, come un ricordo indelebile e sono queste parole che ancora accompagnano e segnano i passi più importanti del mio cammino”.
  • Staffetta di impegno (da una storia di Ilenia Morachioli) – Ilenia ha 28 anni e vive a Castelnuovo Magra (SP). Appassionata di lingue e di esseri umani, soprattutto i più svantaggiati dall’ingiustizia di altri, è membro dell’Associazione Libera (è uno dei fondatori dell’Associazione in Liguria) e qui ha fatto maturare molti dei suoi più profondi valori. Molto prima del 1995, quando nacque Libera in Italia, il suo fondatore, uomo di grande carisma, ripete che tacere davanti alle ingiustizie e alle crudeltà non solo non serve, ma danneggia un'intera generazione. Per Ilenia il primo impatto con l’Associazione è avvenuto un giorno del 2008, quasi per caso, quando un educatore come tanti, da Torino è stato invitato ad incontrare un gruppo di scalmanati studenti sarzanesi ed è riuscito ad accendere in loro quel pizzico di rabbia e senso di ingiustizia sufficienti ad attivarli. Da quell’incontro si è scatenata un’energia tale che Ilenia, allora appena diciottenne, si trova nel giro di breve tempo ad incontrare lei stessa altri studenti, quelli che ancora oggi sono i più importanti compagni di viaggio.
  • Un imbianchino in viaggio (una storia di Mamadou Salif Toure) – Salif è nato nel 1998, nella città di Dabo, nella Regione di Casamas in Senegal. Suo fratello è andato via di casa nel 2004 e da allora lui è rimasto figlio unico di suo padre e non gli mancava niente per essere felice: soldi, case e proprietà redditizie, possibilità di studiare, ecc. Dopo la morte del padre, nel 2006, la sua vita cambia radicalmente, ma il mestiere che fin da piccolo ha imparato, gli salverà la vita più volte: è un imbianchino. Non ha ancora 14 anni quando la madre stessa lo invita a lasciare la casa e il Paese per non rischiare la morte. Si trasferisce in Gambia per due anni. Al suo ritorno, capisce che Dabo non è più casa sua, anche se lì c’è ancora la mamma. E ricomincia il viaggio. Il Libro di Salif è la storia della solitudine di un ragazzo che si costruisce da solo il presente, giorno per giorno, in cerca di un futuro possibile. La sua voce e il suo volto raccontano che anche se non hai mai avuto un compagno di viaggio, qualcuno che ti difendesse o proteggesse nelle difficoltà puoi essere tu stesso compagno di viaggio di altri.
  • A rimpiattino con Dio (una storia di Marta Giuliano) – Marta è originaria di Livorno, ha 28 anni ed è Figlia di Maria Ausiliatrice dall’agosto del 2016. Per lei accompagnamento è un cammino “per scoprire, nella libertà, la verità di se stessi; per scoprire quella pietruzza bianca sulla quale è scritto un nome nuovo. Il tuo nome nuovo”. Il suo libro racconta di parole e di Parola, di scelte e di preghiera, ma in particolare parla di silenzi e di fughe, di quei momenti – vissuti da tutti – in cui, proprio mentre pensavi di camminare da solo, d’improvviso scopri che qualcuno non ti ha mai perso di vista.
  • Sacco pieno e sacco vuoto (una storia di Roberto Bondielli) – Roberto e Piera vivono a Sarzana, in uno dei beni confiscati alle mafie sulle colline a confine tra Liguria e Toscana, dove la presenza criminale lascia i propri segni da decenni. Questo bene fa parte del progetto Ca’ Carnevale e adesso ospita, su iniziativa della comunità Papa Giovanni XXIII e del Consorzio Cometa, la loro casa famiglia: qui Roberto e Piera, che di mestiere sono un Papà e una Mamma, non accompagnano solo i loro figli biologici, ma realizzano il diritto ad avere una famiglia anche per chi non ne ha avuto la possibilità. Fra le tante storie da raccontare, Roberto ne sceglie una legata alla sua infanzia che ritrova fondamentale nella comprensione dell’uomo che oggi è diventato. Una storia che comincia a Massa, quando ancora a scuola si scriveva con pennino e calamaio. I protagonisti sono bambini come Roberto, che pendono dalle labbra di un’anziana signora di paese che li raduna e organizza il loro tempo libero aiutandoli a “conoscere Gesù”. Con le rughe di questa anziana signora, anche Roberto ha imparato a dare significato ai piccoli gesti e alla condivisione fraterna. La storia del “sacco pieno e sacco vuoto” è il ricordo semplice di un uomo che oggi riconosce in questo episodio una cifra importante per la sua crescita, un accompagnamento quotidiano e puntuale. Un episodio da ascoltare direttamente dalle parole di un testimone, in cui immedesimarsi e riscoprire il valore dell’infanzia, della condivisione e dell’educazione.