Rio Marina, 17-20 ottobre 2022 – I giovani volontari del Servizio Civile Universale, 34 in presenza e 2 in collegamento online, hanno vissuto l’esperienza di formazione generale a Rio Marina presso l’Ostello L’Elba del vicino. Ecco come raccontano l’esperienza vissuta.

Rio Marina è stata la nostra dimora per quattro giorni. Nessuno di noi mai si sarebbe aspettato di raggiungere un’isola per svolgere la formazione per il servizio civile universale.

L’isola, simbolicamente associata al confinamento e alla lontananza, è stata invece la culla di giorni pieni e calorosi, giorni di incontri, scambi, emozioni e desideri.

Noi ragazzi abbiamo avuto l’occasione di esplorare una realtà a noi sconosciuta, dedicando tre giorni alla nostra formazione personale, accrescendo le nostre capacità relazionali e comunicative. La teoria passa però in secondo piano, perché l’esperienza in se ci lascia sicuramente più arricchiti. Abbiamo conosciuto volti nuovi, occhi che parlano lingue diverse, sorrisi più timidi e altri meno, ma nonostante le diversità non cambia il fatto di esserci stati, insieme.

Insieme abbiamo esplorato quest’isola, apprezzandola, camminando tra il silenzio e la voce assordante di questa terra. Abbiamo ritrovato il senso di comunità e di gruppo, grazie alla delicata accoglienza dell’Elba del vicino. Ci siamo sentiti parte dell’isola, parte viva e fertile, e sempre porteremo un pezzo di lei con noi.

Durante un’attività svolta in questi quattro giorni di formazione, riguardo ciò che questa esperienza ci ha lasciato, è emersa la testimonianza di Ana Maria, che pensiamo racchiuda e descriva al meglio ciò che ci è rimasto da questo viaggio: “Prima della partenza sapevo che avremmo fatto varie attività durante la formazione. Sono rimasta sorpresa dalla possibilità di visitare parte del territorio e scoprire la vera ricchezza dell’isola. L’immagine del paesaggio rappresenta la totalità del contesto, sia formativo che comunitario. Ho raccolto vari minerali, simbolo di ricchezza non solo della terra ma di ognuno di noi. Ho avuto l’occasione di osservare ed ascoltare le testimonianze di ciascuno e raccoglierne una parte per poterne fare tesoro. Ho capito che se ti avvicini, ascolti, tocchi con mano le cose belle, se sei realmente disposto ad aprire il cuore a nuove esperienze e curiosità, è impossibile che certe cose non lascino un’impronta, che non ci arricchiscano. Quello che ci auguro è di avere la capacità di farle brillare”

L’isola, quindi, ci ha accolti senza effettivamente conoscerci, anche lei senza aspettative di ciò che avrebbe vissuto. E per quanto ne sentiremo la mancanza, sarà sempre “l’isola che c’è”.