Cento, 20 maggio 2022 – Da Il resto del Carlino – Nell’estate del 2012, suor Anna Maria Spina, suora salesiana dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha dormito per due mesi in una tenda a Dodici Morelli, nel comune di Cento. Da lì, ogni giorno, ha coordinato i diversi campi estivi nei comuni colpiti dal terremoto. «Siamo arrivati il 16 giugno – racconta – per farci conoscere e capire come poter organizzare, nel campo da calcio della Parrocchia, un “campo base” che potesse accogliere 30 volontari alla settimana. La gente del luogo era ancora spaventata perché lo sciame sismico non era terminato, ma aveva un grande bisogno di sentirsi utile e di stare insieme. Abbiamo trovato stupore, accoglienza oltre che una comunità che si è messi a disposizione con grande generosità».

Suor Anna ci descrive il sevizio che avete svolto?

«Un’esperienza molto particolare. Per noi era una doppia scommessa: far sentire al territorio colpito dal terremoto la vicinanza del Movimento Giovanile Salesiano e offrire ai giovani un’opportunità di rendersi utili. In nove settimane di esperienza abbiamo visto passare oltre 170 volontari, più artisti che si sono resi disponibili per l’animazione di serate».

Il sisma è stato superato?

«Molte case sono state ristrutturate in questo tempo, anche se le ferite del terremoto sono ancora molto evidenti. Ma credo che i segni più forti del terremoto siano ancora molto presenti nelle persone. Di recente abbiamo sentito una scossa mentre avevamo il gruppo delle superiori in Oratorio. Un genitore è corso a prendere la figlia. Gli adulti sono tornati a quei giorni del 2012, ognuno ricorda dov’era e cosa stava facendo».

Il senso di solidarietà tra le persone è rimasto vivo o in questi anni si è affievolito?

«Di certo, non può rimanere così forte per tempi prolungati. E la pandemia non ha aiutato. Il distanziamento “forzato” ha portato quasi ad una crescita del “sospetto” reciproco che ha contribuito all’affievolimento del senso di comunità. Forse siamo di nuovo in un post-terremoto adesso c’è la necessità di ricostruire legami, luoghi e momenti di incontro, esperienze di vita fraterna profonda, in cui ciascuno possa dare il proprio contributo, ricordando un concetto imparato proprio dall’esperienza di XII Morelli, ovvero che il poco di tanti fa più del tanto di pochi».

Di Massimo Selleri

Per recuperare il racconto dell’esperienza: http://restateragazziemilia2012.blogspot.com/2012/