Partendo da un quiz, siamo giunti ad affrontare tematiche riguardanti la vita di noi giovani, il nostro rapporto con il mondo del lavoro e con l’università. Una volta suddivisi in gruppi, ai quali era stata assegnata una tematica, siamo stati invitati ad esprimerci usando la tecnica dei “sei cappelli”, che consiste nell’analizzare una situazione da varie prospettive, a partire dal colore del cappello che era stato abbinato a ognuno di noi. Il cappello bianco esponeva l’obbiettività, quello nero il lato negativo, quello giallo il lato positivo; invece quello verde richiedeva creatività, quello rosso emotività, il cappello blu coordinava i vari punti di vista.

La tematica affrontata nel mio gruppo riguardava l’approccio e gli aiuti che sono stati messi a disposizione dei giovani per entrare nel mondo del lavoro. Dal confronto è venuto fuori che noi giovani, entrando nel mondo del lavoro, ci siamo sentiti spesso un po' trascurati e le riforme che dovevano aiutarci ci hanno solo fatti sentire poco valorizzati. D’altro canto un errore che noi giovani a volte commettiamo è quello di non metterci in gioco completamente, un po' per paura, un po' per pigrizia. Dovremmo imparare a uscire dal guscio e a valorizzare meglio il nostro tempo.

Penso sia stato interessante esplorare questo argomento sotto vari punti di vista e soprattutto il fatto di essere stati al centro della formazione ha dato l’opportunità a tutti di esprimerci, di conseguenza di crescere.

La domanda che più di tutte ci ha messi in discussione, e che voglio porre a voi, è la seguente: “Come possiamo noi, dal punto di vista salesiano, aiutare i nostri giovani ad entrare nel mondo del lavoro?”

Eleonora Bonfà – Genova