“Nei poveri si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero. Per questo in loro, nella loro debolezza, c’è una forza salvifica e se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro passaporto per il paradiso”.

La semplicità con cui si sono presentati a noi è sorprendente, forse perché non hanno nulla da perdere e per questo sono più vicini a Dio. Nonostante siano considerati gli ultimi, sono loro a insegnarci qualcosa, a insegnarci come avvicinarci alla vita di Cristo. Senza chiedere nulla in cambio, ci hanno offerto tutto ciò che avevano, loro che agli occhi della società non hanno niente; a noi che invece abbiamo tutto. Tuttavia la loro è una ricchezza diversa, ma l’unica vera ricchezza che dobbiamo conquistare. Dobbiamo riflettere su ciò che siamo disposti a donare ogni giorno e metterlo in relazione con quello che ci hanno donato loro, i veri ricchi di questo mondo.

Anche Alberto Marvelli aveva capito questo: diceva che la vita è azione, movimento continuo senza soste tendente all’unico obiettivo dell’uomo; salvarsi e salvare. Era un giovane molto attento alle necessità del prossimo sempre pronto ad aiutare con animo volenteroso. Era una questione di carattere, di fede e educazione religiosa tipica salesiana. Diceva spesso: “la carità è la virtù più bella perché ci fa vivere in Dio e negli uomini. Ciò che di lui ci ha colpito di più sono la sua incrollabile fede, il costante e tenace aiuto verso il prossimo, la sua gioia e perenne allegria, la santità espressa al meglio nella semplice realtà di tutti i giorni.

Che il Signore faccia germogliare questi semini dentro ciascuno di noi.

I ragazzi “2001” di Formigine