In questi giorni sto un po’ con mia sorella, mi guardo attorno edificata e con nel cuore una crescente gratitudine per quanto le superiore con sapiente lungimiranza hanno saputo creare per le sorelle bisognose di cure, assistenza e riposo.

Questa è una grande comunità fraterna, organizzata in due grandi gruppi uniti e anche separati per evidenti necessità.

Il primo gruppo è formato dalle sorelle non più autonome a cui è rivolta la massima attenzione spirituale e fisica con premure veramente materne: è sufficiente la descrizione della mattinata che ho vissuto oggi per comprendere tutto: sono le 10.00 e vedo le suore in carrozzella disposte in giardino in forma circolare all’ombra dei pini per far loro respirare aria buona. Le ammiro tutte fraternamente assistite, serene, ordinate, vestite di bianco, sembrano angeli.

Salgo le scale per portare acqua fresca a mia sorella e al primo piano vedo una signora che sta frullando ananas e prugne per un ristoro alle sorelle appena ritornate nel loro ambiente dopo la sosta in giardino. Questa è organizzazione intelligente e squisita carità!

Il secondo gruppo a cui fa parte pure la sottoscritta vive una vita normale come in tutte le nostre comunità. Le osservo a lungo e gioisco assai nel vederle in ordine perfetto, bianco vestite, autonome anche se cariche di anni e di acciacchi, serene e tutte impegnate a svolgere al meglio il piccolissimo compito che a ciascuna è stato assegnato in proporzione alle forze e possibilità, con l’intento pedagogico di far sentire a ciascuna utile.

La direttrice con il suo consiglio è disponibile e attenta alle necessità di ogni persona, sempre pronta ad intervenire in stretta collaborazione con la Comunità delle Suore Francescane Clarisse le quali vivono in comunità con noi svolgendo il loro prezioso ruolo nell’infermeria a servizio dei due gruppi. I loro interventi sono sempre puntuali, fraterni e competenti, capaci d’infondere sicurezza e tranquillità. Le ammiro e nutro vera riconoscenza, già mi hanno liberata da tante preoccupazioni: andare dal medico percorrendo circa due chilometri a piedi perché le strade per giungervi sono vietate ai mezzi di trasporto, aspettare anche due ore il proprio turno, recarsi in ospedale per un prelievo, andare in farmacia per le varie prenotazioni… A tutte queste necessità provvedono le suore infermiere e per una novantenne è un grande sollievo.

A me non resta che elevare il mio inno di ringraziamento al buon Dio che mostra concretamente, insieme a Maria Ausiliatrice, di aver cura di ogni suo figlio inondandomi il cuore di tantissima gioia per oggetto di tanto bene.

Con grande riconoscenza, Sr. Giacomina Piantoni