Preghiera, colazione e servizi davano inizio ad ogni giornata che proseguiva con laboratori formativi, presenti anche il pomeriggio in maniera più dinamica. La sera si faceva un gioco notturno al termine del quale vi era un pensiero della buonanotte che dava fine alla giornata. Durante la settimana è stato vissuto un giorno diverso dagli altri: il mercoledì abbiamo affrontato una passeggiata sul monte Scalambra che è servita per unire ancora di più il gruppo e metaforicamente per sottolineare come insieme si possano affrontare le difficoltà. Ogni attività, fosse essa un laboratorio, un break o un pranzo, offriva a tutti l'opportunità di stringere legami e conoscere realtà diverse dalla propria.

Per noi è stata davvero un'esperienza significativa che ci porteremo sempre nel cuore. Tutti i laboratori svolti sono serviti per crescere come animatori e come persone, sia singolarmente che come gruppo. Ci sono state anche molteplici occasioni per ascoltare se stessi e indagarsi nel profondo; ciò era ben accompagnato da vari momenti di gioco e di condivisione, di gruppo e/o con amici ed educatori. Non sono mancati i tempi di preghiera personale e collettiva, come messa, penitenziale e adorazione eucaristica.

Per la perfetta realizzazione del campo è stata fondamentale la presenza di sacerdoti, suore, salesiani e animatori che oltre a giocare con noi erano sempre disponibili all'ascolto e al confronto. Gli addii sono stati sicuramente molto difficili, ma durante questi ci siamo lasciati con una promessa: rivederci al Campo Bosco.

È un'esperienza che consigliamo a tutti e se ci chiedete cosa abbiamo guadagnato penso che saremmo tutti d'accordo nel dire: "Ci guadagno il colore del grano" (Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe) – Chiara e Luigi Usai, Cagliari Don Bosco

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