Ecco, un luogo particolare, unico, Appunto quasi sacro. Ed era proprio questa la sensazione che si respirava ieri davanti alla caserma di via San Francesco di Sales, quella di vivere qualcosa di straordinario, speciale. Ben più importante della prima visita ad un semplice edificio di tegole e mattoni. Perché una stazione dell’Arma non è solo una casa. Ma il simbolo di un paese.

“Nel 1881 i carabinieri sono arrivati a Berceto. E da quel momento la loro presenza ha rappresentato un patto che non si è mai interrotto. E che la celebrazione di oggi rafforza”, ha proseguito il generale. Nastri davanti ad un plotone schierato e allo sventolio della bandiera, sotto una cielo che sembrava più blu del solito. Come se sapesse di dover far da sfondo a un momento da ricordare. È stata una festa emozionante pervasa da una verna di profonda commozione, quella di ieri mattina. Schierati di fronte alla stazione dell’Arma, le donne e gli uomini con gli alamari, ma anche i bambini e i ragazzi delle scuole del paese, i sindaci dei comuni delle terre alte parmensi e tanta gente. Qualcuno con il basco in testa e la mostrina di un corpo militare sulla giacca e altri, parecchi, spinti solo dal desiderio di stringersi intorno ai carabinieri. Quelli che, come ha sottolineato il sindaco Luigi Lucchi, “non lasceranno Berceto. E che con la loro fondamentale presenza rendono un posto migliore”. Un “piccolo grande paese” che potrà contare, d'ora in poi – è stato sottolineato – su uno spazio moderno e funzionale dove, si potranno esprimere le due anime dell'Arma: quella della territoriale e quella della forestale “che dopo la recente unificazione sono ancora più efficaci nello svolgere lo stesso ruolo: essere al servizio della collettività”.

La cerimonia, come prassi, è iniziata con gli onori al generale e con la rassegna degli uomini schierati, Quindi, dopo un momento di raccoglimento in onore dei Caduti, sottolinealo dalle struggenti note del Silenzio fuori ordinanza, è stato il momento della consegna della bandiera: a svolgere il ruolo di madrina Lisetta Agnetti, figlia di quel Giovanni, originario di Fugazzolo, che nel 1928 si meritò una medaglia di bronzo al valor militare affrontando a colpi di moschetto un bandito sardo famigerato per la sua ferocia. Quindi il vessillo è stato benedetto dal vescovo Enrico Solmi e lentamente è stato innalzato di fronte alla caserma.

A sostenere idealmente il tricolore lungo il pennone l’inno di Mameli cantato da tutti i presenti in coro. Poi il discorso del sindaco Lucchi che ha ricordato il legame dell'Arma con il paese, fatto di momenti storici, ma anche di piccoli ricordi personali, a cui ha fatto eco il comandante generale che, dopo aver ricordato i due poliziotti uccisi a Trieste e i carabinieri morti e feriti in servizio, ha ribadito come da 205 anni il “passo degli uomini dell’Arma abbia accompagnato la storia italiana”. Scandendo con voce ferma un monito ai “suoi militari: «Siete chiamati ad incarnare rispetto ed affidabilità. Rispetto perché non siete solo cittadini, ma avete il compito di essere al servizio della collettività. Affidabilità perché è questo che ci viene richiesto: essere un punto di riferimento per gli abitanti dei nostri paesi».

Poi il taglio del nastro e un momento semplice e toccante quando Lisetta Agnetti ha fatto cadere il tricolore che copriva la lapide dedicata a suo padre. E l'emozione della figlia di quell'eroe è arrivata a tutti mentre il generale, al sue fianco, con dolcezza la sosteneva. A nome di tutti coloro che nelle oltre 4500 stazioni dell’Arma condividono la stessa divisa e un identico sentimento. È stato infine il momento del rompete le righe: gli ospiti in divisa e quelli in borghese si sono mescolati, i carabinieri in alta uniforme si sono concessi un selfie con i familiari e tutti, incuriositi hanno voluto visitare la nuova caserma. Ora è il giorno della festa, dei brindisi, dei sorrisi. Da domani questo torna ad essere il luogo dell'‘impegno, del lavoro per la sicurezza di tutti. Una nuova casa per «quelli con gli alamari». Da 138 anni in prima linea nella vita di Berceto.