Il mese di marzo ci ha regalato la festa di Carnevale che, per Maìn, era occasione per avvicinarsi alle ragazze, dare loro allegria, allontanarle dai “pericoli”, educarle ed evangelizzarle. È sempre la dimensione della gioia e della presenza educativa che rende il Carisma fecondo e attuale.

Con il Mercoledì delle Ceneri, abbiamo accolto l’invito di papa Francesco a “entrare nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini”.

La realtà deserto-giardino ci porta subito a pensare al Sinodo Panamazzonico – “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia integrale – il cui svolgimento sarà dal 6 al 27 ottobre 2019.

Carissime sorelle, vi invito ad accompagnare con interesse e impegno questo evento ecclesiale che non riguarda soltanto una regione del pianeta o la salvaguardia del creato e delle minoranze che vivono nell’Amazzonia. Questo evento di Chiesa sollecita l’attenzione e l’azione concreta di tutte noi e di tutte le persone, nei cinque continenti, in difesa della vita dal punto di vista ecologico e della dignità dell’essere umano.

Partecipare, interessarsi, lasciarsi coinvolgere in questo avvenimento, per noi FMA è fondamentale, perché la nostra presenza nell’Amazzonia non è indifferente, così come la presenza della Famiglia salesiana. Siamo lì e siamo presenti accanto a tante etnie, alle culture autoctone, giorno dopo giorno.

Vi ringrazio, pertanto, per l’accoglienza che avete dato alla proposta dell’Ispettoria “Sacro Cuore”, dell’Ecuador, di ricordare ogni mese la Beata Sr. Maria Troncatti, nell’anno del 50mo della sua nascita al cielo. E anche per aver accolto la proposta dell’Ambito Missioni di far conoscere un po’ di più la presenza e il lavoro delle FMA tra le etnie indigene. Un grazie alle Ispettorie che stanno collaborando con questa iniziativa!

Questi momenti di Chiesa e di Istituto aiutano a rinvigorire la vita missionaria e l’entusiasmo apostolico delle nostre comunità educanti. Ci permettono di allargare lo sguardo e gli orizzonti e ci fanno toccare con mano la fecondità del carisma salesiano, che è capace di entrare in ogni cultura trasformando il deserto della vita di tante/i giovani in giardino.

In questo senso, Sr. Maria Troncatti è un grande modello per noi, perché dove passava lasciava una scia di bontà, di dedizione, di vero amore e cura per la vita, non solo dal punto di vista fisico, ma anche umano e spirituale.

Nella lettera ai lettori della rivista Gioventù Missionaria (n. 26), Sr. Maria racconta di una sua visita agli Shuar nelle loro “kivarie”. Fa vedere l’impegno catechistico delle sorelle, così come il desiderio degli indigeni di essere istruiti nella fede: “Da tanto tempo, i Kivari ci supplicavano di metterci in maggiori relazioni con essi, recandoci a visitarli nelle loro kivarie per insegnare il catechismo”.

In questa lettera, Sr. Maria parla di “portare la luce della verità eterna tra quelle tenebre e sollevare quelle povere anime […] dando anche ai loro corpi quei soccorsi che sono possibili e che si impongono più urgentemente”.

Inoltre, Sr. Troncatti sottolinea l’aspetto della presenza, dell’esserci accanto a loro, dell’esserci con loro! “[…] Vi ci rechiamo il sabato mattina, e rimaniamo presso di loro sino alla domenica, dopo la santa Messa”. Mentre gli adulti ricevono qualche lezione di catechismo, Sr. Domenica [Barale] raduna i bambini e Sr. Maria “attende ai malati che si presentano e va anche a quelli che non sono in grado di lasciare la loro povera capanna. Così, curando i corpi, si arriva più facilmente all’anima, che si piega sotto la forza della carità e si lascia vincere dalla grazia”.

Con vero cuore missionario, Sr. Maria scrive: “Abbiamo dei veri conforti spirituali, che compensano largamente i sacrifici imposti dalle difficoltà d’ogni specie, e ci animano ad affrontarne anche dei maggiori pur di vedere estendersi il Regno del nostro Maestro Divino e moltiplicarsi le sue conquiste”.

Nella Lettera apostolica “Maximum Illud”, l’allora Papa Benedetto XV rivolgeva una parola particolare ai missionari, affermando che l’attività missionaria è “sublime” perché è una “vocazione eccelsa”, è un “incarico divino”, che sta “al di sopra dei piccoli interessi umani”; i missionari sono quelli che portano “la luce a chi giace nelle ombre di morte”, che dischiudono “la porta del cielo” a chi si è perduto e cammina verso l’abisso dell’esistenza.

Perciò [il missionario] “non si deve accontentare di avere conquistato alla Fede, fra tutta quella moltitudine, qualche migliaio di anime, ma procuri di coltivare e di mantenere coloro che ha dato a Gesù Cristo”.

Sorelle, non basta far conoscere Gesù e il Vangelo. È necessario aiutare le persone a coltivare la fede, a crescere nella loro adesione a Gesù. Con parole più precise, direi: non basta essere battezzati… è urgente diventare discepoli missionari!

Come impegno concreto, vi invito a pregare per la comunità “B. Maria Troncatti”, di Nitra, nella Slovacchia (Ispettoria SLK), fondata il 1° agosto 2012, qualche mese prima della Beatificazione di Sr. Maria Troncatti. Alle sorelle di Nitra un affettuoso saluto e auguri di feconda missione!

Chiediamo l’intercessione di San Giuseppe e di Sant’Oscar Romero per tutti i missionari e le missionarie che vivono e operano in contesti di guerra, di persecuzione o di affievolimento della fede.

Sia la Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri, il 24 marzo prossimo, occasione per rinnovare la nostra passione missionaria, diventando ancora di più discepole missionarie che dicono con la vita: “Per amore del mio popolo non tacerò” (Mons. Oscar Arnulfo Romero).

Un abbraccio di sorella e una preghiera reciproca, con tanto affetto!

Consigliera per le Missioni, sr. Alaide Deretti