È una giornata per rinnovare l’impegno della difesa dei diritti dei più vulnerabili, conoscendo la situazione delle persone trafficate e facendola conoscere nelle comunità educanti, promuovendo e proteggendo i diritti delle tante vittime della tratta, risvegliando le coscienze e attirando l’attenzione su un problema attuale in qualsiasi società. Nelson Mandela afferma “Sappiamo bene cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo”. Papa Francesco, nel suo discorso ai partecipanti alla IV Giornata mondiale di preghiera e di riflessione contro la tratta di persone (12 febbraio 2018), ricorda che occorre impegnarsi in prima persona: «Da parte mia… non ho mai perso occasione per denunciare apertamente la tratta come un crimine contro l’umanità».

La tratta di persone è un delitto grave perché viola i diritti umani. Per questa ragione non lascia indifferenti: «Quella che ho più volte indicato come “la cultura dello scarto” è alla base di comportamenti che, nel mercato e nel mondo globalizzato, portano allo sfruttamento degli esseri umani, a tutti i livelli» (P. Francesco).

L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), nel Protocollo “Prevenire, reprimere e punire la tratta di persone”, all’art. 3(a) descrive così la tratta di persone: «È il reclutamento, il trasporto, l’alloggio o la ricezione di persone, attraverso la minaccia di ricorso all’uso della forza o ad altre forme di coercizione, per rapimento, frode, inganno, abuso di autorità o situazione di vulnerabilità, mediante l’offerta o l’accettazione di pagamenti o benefici, allo scopo di ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra a fini di sfruttamento. Questo sfruttamento include Il lavoro forzato o i servizi forzati, la schiavitù e le pratiche simili alla schiavitù, tutte le forme di sfruttamento sessuale e la rimozione di organi».

Attualmente è stimato dalla UNODC a diversi milioni il numero di donne e uomini, spesso anche minori, venduti a scopo di lucro nel mondo. I bambini rappresentano un terzo delle vittime della tratta di esseri umani in tutto il mondo. Le donne e le ragazze rappresentano il 79% del traffico mondiale. Circa 21 milioni di persone sono vittime di lavori forzati in tutto il mondo (ILO). Ogni anno migliaia di uomini, donne e bambini cadono nelle mani dei trafficanti in patria e all’estero. Tutti i Paesi sono colpiti dalla tratta di esseri umani, sia come luoghi di origine, sia di transito o destinazione delle vittime. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile mira a sradicare il lavoro forzato e porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani. Gli obiettivi di Sviluppo sostenibile mirano anche alla proibizione e all’eliminazione del lavoro minorile in tutte le sue forme.

Il Papa fa appello a tutti, specialmente ai giovani: «Gli adulti, genitori ed educatori… sono chiamati al compito di sorvegliare e proteggere i ragazzi. Voi dovete fare lo stesso con i vostri parenti e compagni, percepire e segnalare vulnerabilità particolari, casi sospetti sui quali si debba far luce.» Tutti, nessuno escluso nell’impegno per questa causa, asserisce ancora papa Francesco, sottolineando la resilienza di chi ha sofferto e ha trovato una strada nuova, un impegno per la vita: «Tutti coloro che sono stati vittime di tratta sono fonte inesauribile di supporto per le nuove vittime e importantissime risorse informative per salvare molti altri giovani».

Questa giornata è una sfida ad imparare - come Comunità Educanti - a lavorare con tante altre persone e Istituzioni per essere insieme “rete di salvezza” per tanti.

Da https://www.infonline.cgfmanet.org/it/news/2018/07/28/in-rete-contro-la-tratta-di-esseri-umani