Approfon…Dire, luglio 2024 – a cura di sr Mara Borsi – Il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova stagione per la presenza della donna nella comunità ecclesiale. I papi che si sono succeduti nella seconda parte del Novecento non hanno mai mancato di dare tributi al “genio femminile”.
Ora siamo in un momento molto delicato, già nel 2019 Papa Francesco si proponeva di promuovere la presenza femminile «proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa», da allora passi in avanti se ne sono fatti, lo dimostra il processo attuato dal Sinodo, tuttavia, permangono difficoltà e resistenze.
La realtà, tuttavia, dimostra che è ancora lunga la strada dell’integrazione della donna come figura della Chiesa nella mentalità ecclesiale. Non si tratta solo di dare più funzioni alla donna, ma di pensare anche la Chiesa con le categorie del femminile.
Armando Matteo nel suo libro “La Chiesa che manca” (2018) ha affermato che ci si trova davanti ad una generazione di donne che hanno rotto la tradizionale alleanza con la Chiesa e oggi siamo di fronte alla richiesta di una nuova negoziazione.
Nel 2013 Alessandro Castegnaro, con la ricerca “C’è campo” dell’Istituto di Scienze Religiose del Triveneto, aveva sottolineato il distacco progressivo e costante dalla Chiesa delle donne colte.
Oggi le chiese sono sempre più frequentate da donne anziane, e con l’avanzare delle generazioni, diminuisce, esattamente come tra gli uomini, la frequentazione della messa domenicale e la scelta di sposarsi in Chiesa.
Al centro della questione c’è la reciprocità maschile-femminile da ritrovare e andando alla radice il rinnovamento delle relazioni.
Ritrovare quella reciprocità che permetta di valorizzare l’uno e l’altro appieno cambiando il linguaggio ecclesiale, la preghiera, la liturgia, la teologia, dove la presenza del femminile non sia solo attiva, ma abbia anche la funzione di orientamento e di spinta.
Nella Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-29 ottobre 2023) ci sono importanti affermazioni la prima da sottolineare è: «La Sacra Scrittura testimonia la complementarità e la reciprocità di donne e uomini. Nelle molteplici forme in cui si realizza, l’alleanza tra l’uomo e la donna è al cuore del progetto di Dio per la creazione. Gesù considerava le donne sue interlocutrici (n. 9a). […] Uomini e donne sono chiamati a una comunione caratterizzata da una corresponsabilità non competitiva, da incarnare a ogni livello della vita della Chiesa (n. 9 b.)».
Altre affermazioni, decisamente importanti, che troviamo nel testo di sintesi sono le seguenti:
«Quando nella Chiesa si ledono la dignità e la giustizia nei rapporti tra uomini e donne, risulta indebolita la credibilità dell’annuncio che indirizziamo al mondo. Il processo sinodale mostra che c’è bisogno di un rinnovamento delle relazioni e di cambiamenti strutturali (n. 9 g.)».
«L’Assemblea chiede di evitare di ripetere l’errore di parlare delle donne come di una questione o un problema. Desideriamo invece promuovere una Chiesa in cui uomini e donne dialogano allo scopo di comprendere meglio la profondità del disegno di Dio, in cui appaiono insieme come protagonisti, senza subordinazione, esclusione, né competizione (n. 9 h)».
È arrivata quindi l’ora della donna nella Chiesa? Si stanno facendo passi importanti, tuttavia i tempi del cambio di mentalità sono lunghi.
L’Istituto FMA ha fatto un cammino significativo di consapevolezza e maturato uno stile sempre più chiaro ed efficace di come mettere al servizio della Chiesa “il genio femminile” lo dimostrano gli innumerevoli attestati di stima, di fiducia che si ricevono dalle Chiese particolari in tutto il mondo.
Le parole chiavi del presente e del futuro: servizio, umiltà, lotta alla competizione, all’ingiustizia e, soprattutto, RECIPROCITÀ, ma quella vera, cioè libera da rivendicazioni inopportune e da false uguaglianze.