Valverde del Camino, 7 febbraio 2023 – Il 9 febbraio 2023 si celebra la memoria liturgica della Beata Eusebia Palomino Yenes, Figlia di Maria Ausiliatrice vissuta in Spagna (1899-1935), beatificata a Roma da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004.

Il Postulatore Generale della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, condivide l’omelia della Celebrazione Eucaristica da lui presieduta nella chiesa parrocchiale dedicata a Nuestra Señora del Reposo il 5 febbraio 2023, nel corso di un pellegrinaggio a Valverde del Camino. Accolto dalla Comunità locale delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria Maria Ausiliatrice (SPA) e da diversi membri della Famiglia Salesiana, ha sostato in preghiera presso la tomba della Beata e ha visitato il piccolo museo che ne conserva le memorie.

Nell’omelia, don Pierluigi Cameroni sottolinea come la santità permea e accompagna sempre la vita della Chiesa pellegrina nel tempo, spesso in modo nascosto e quasi impercettibile, illustrando come la Beata Eusebia Palomino ha incarnato la parola di Dio proclamata nella liturgia domenicale.

Eusebia povera che ama i poveri

La prima lettura (Is 58, 7-10) ricorda come l’amore concreto al fratello, soprattutto a chi ha più bisogno, il farsi prossimo a chi è in difficoltà e vive nella povertà, rende la sua vita luminosa: “se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce”. Eusebia ebbe sempre un cuore compassionevole e misericordioso perché aveva sperimentato sulla sua pelle la durezza della povertà. A 13 anni, trova lavoro a Salamanca. Il distacco dai suoi è doloroso. È assunta come serva in una casa di signori: come “criada”, cioè serva tuttofare, un’esperienza nuova che non la intimidisce. Quando va a far la spesa, per strada avvicina i poveri e dà loro il poco che possiede. Non riesce a tenersi dal fermarsi con i bambini per parlare loro di Gesù, della Madonna, del loro amore per noi. I soldati che incontra, soli, spesso sbandati, le fanno tenerezza: con una semplicità disarmante, da vera bambina, dà loro una medaglietta della Madonna, ricorda loro i doveri cristiani. A Valverde succedono tanti piccoli grandi episodi che stupiscono. Un giorno, tranquillizza con dati precisi e sconcertanti una madre che ha il figlio in guerra in Marocco. Un’altra volta, fa scaturire l’acqua da un pozzo asciutto; un altro giorno, “non permette” che piova su una povera casa in costruzione, perché il proprietario non sia danneggiato. Un’altra volta, trova uova nel pollaio quando le altre suore, un istante prima, non ne avevano trovato neppure uno. Ma il miracolo più bello è lei, la piccola povera “mendicante” di Cantalpino, diventata un capolavoro dell’amore di Dio. Guardando a Lei possiamo cantare che: “Dio ha deposto i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”. E nella sua sapienza ci dice: “Quando uno non ha denaro o altro da dare, può dare un’elemosina d’orazione e rivolgere al povero parole di bontà, di dolcezza e d’amore che lo confortino”.

Eusebia icona di Cristo Crocifisso

“Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.  Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, annuncia con forza l’apostolo Paolo (1Cor 2,1-5). Una visione premonitrice mostra ad Eusebia dodicenne la potenza salvifica delle Piaghe del Crocifisso, facendole intuire come la sua missione avrà il proprio centro nella testimonianza di quella verità della fede. Eusebia, intimamente unita al Crocifisso Risorto, forma alla speranza cristiana: “Tu possa avanzare sempre abbracciata alla Croce, poiché in questa sta la forza, la salvezza e la luce. Non appartarti un solo momento da questo sacro Legno; incontrerai così molta pace nelle pene e nei travagli”.

Voi siete sale della terra e siete luce del mondo (Mt 5, 13-16)

Suor Eusebia svolgeva le funzioni più umili della casa, tutte legate al servizio: cucina, portineria, orto e infermeria. Per quanto riguarda l’apostolato, viene incaricata della cura delle bambine più piccole e delle persone più povere e semplici dell’oratorio festivo. Era tuttavia ammirevole nella catechesi e molte bambine le si avvicinavano, mosse dalla curiosità verso una persona che, sebbene di poca istruzione, potesse dare una così alta spiegazione delle cose soprannaturali. L’insegnamento di suor Eusebia nelle sue catechesi, in modo semplice e alla portata di quelle ragazze, era quello di Don Bosco: la fuga dal peccato, l’amore all’Eucaristia e le condizioni per riceverla e l’amore alla Vergine Maria. Tutto in suor Eusebia rifletteva l’amore di Dio e il forte desiderio di farlo amare. Non perdeva occasione per avvicinare le ragazze e le persone anziane di ogni ceto sociale e trasmettere il messaggio del Vangelo. È proprio questa l’anima dell’apostolato di suor Eusebia durante la sua breve esistenza: essere catechista di ragazze, giovani, madri di famiglia, seminaristi e sacerdoti e testimone umile e gioiosa dell’amore di Dio.

Fonte: Istituto FMA