L’organizzazione è stata molto semplice e guidata da don Andrea Checchinato (animatore vocazionale ILE), da Claudio Beretta (sdb responsabile del convitto universitario) e da sr Anna Maria (consigliera di PG ILS): la casa dei salesiani (e in particolare gli ambienti del quarto piano) era la nostra casa. Lì i ragazzi e le ragazze dormivano, studiavano, giocavano… Lì abbiamo vissuto due momenti formativi sul tema del “desiderio” e della “scelta”. Quella, insomma, era la nostra base. Con la comunità dei salesiani abbiamo condiviso i momenti di preghiera (lodi, vespri e celebrazione eucaristica quotidiana) e i pasti. Con la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice abbiamo condiviso solo un giorno la preghiera dei vespri e una cena, ma tutti i giorni qualcuno dei ragazzi si presentava all’Istituto per l’assistenza dei più piccoli nella seconda parte del pomeriggio o per aiutare qualcuno delle medie nel fare i compiti.

Le risonanze dei ragazzi sono state molto riconoscenti e positive. Un ragazzo e una ragazza ci hanno lasciato le loro impressioni di sintesi sull’esperienza: “Non c’è da dire tanto è stata un’esperienza bella che pochi giovani possono fare perché nessuna scuola organizza dei progetti per avvicinare i ragazzi a dio e da come ero prima di questa settimana penso di essermi avvicinato di più pure io”.

“È il secondo anno che partecipo a questa iniziativa, e le mie impressioni sono sempre più positive. Sono stati sei giorni di fratellanza e di gioia, grazie alla carica contagiosa dei salesiani e di suor Anna Maria, grazie alle nuove persone che ho conosciuto e a quelle che già erano nella mia vita. Il clima mi è sembrato sempre sereno e le attività e le riflessioni sono state stimolanti. Ho imparato ad apprezzare, forse più dell'anno scorso, quei momenti di preghiera che normalmente non sono presenti nella mia vita quotidiana, non vivendoli come un peso (a parte la sveglia alle 6:15 per le lodi...ci vuole un po' di allenamento) ma come un'occasione, e spero che lo abbiano pensato anche gli altri miei compagni. Questi giorni sono stati per me una bomba di emozioni, una carica che mi spingerà durante il corso di questo anno impegnativo. Spero di avere altre occasioni di questo tipo, e auguro a tutti di provare questa gioia, che vale molto più delle felicità passeggere che cerchiamo solitamente noi giovani. Mi dispiace che non tutti, a parer mio, siano riusciti a mettersi totalmente in gioco e a buttarsi in questa avventura, ma spero che la abbiano anche loro apprezzata. Il ricordo dell'ultima serata, passata a cantare a squarciagola con la chitarra, mangiando pane, salame e patatine, alla luce dei telefonini colorata dai bicchieri rossi soprastanti, rimarrà a lungo impresso nella mia mente come un momento bellissimo”

È bello accorgersi ogni volta che aprire le porte delle nostre case ai ragazzi rinvigorisce il nostro modo di stare insieme e di pregare e favorisce una crescita reale dei ragazzi che partecipano, aprendoli all’esperienza della preghiera e del confronto con la nostra vita.

Sr Anna Maria