Madre Antonia presenta nella lettera 820 alcuni richiami all’amore eucaristico-mariano di don Bosco e di Maria Mazzarello evocando l’alta tensione spirituale che ha caratterizzato gli inizi della nostra Famiglia carismatica. Madre Antonia, poi, presenta cosa significhi oggi, concretamente, che Maria ci porta a Gesù e ci suggerisce come viverlo insieme alle sorelle, nelle comunità educanti.

Accogliere è l’atteggiamento fondamentale di apertura al dono. Implica il silenzio di tutto l’essere per lasciare che la Parola ci raggiunga e agisca dentro di noi. Maria ascolta, si rende grembo per accogliere, custodire, alimentare la Parola. Fa spazio ai pensieri di Dio che sconvolgono i suoi ritmi, le sue abitudini, i suoi ragionamenti e si apre all’imprevisto del messaggio dell’Angelo. Il suo sì ha reso possibile il grande sì di Cristo al Padre, rinnovato in ogni celebrazione eucaristica. Mettersi sulle sue orme vuol dire sperimentare come si attende e si accoglie il Verbo di Dio, come in Lui si accolgono i fratelli e le sorelle, come si accoglie ogni vita umana che aspira a venire alla luce.

Prendersi cura è l’impegno di accompagnare la vita nella sua crescita, di aiutare le/i giovani ad elaborare un progetto personale che li porti a costruire la loro identità, a scoprire il loro posto nella società e nella storia, a leggere il progetto di Dio sulla loro esistenza. Le radici del prendersi cura sono anzitutto nella famiglia e si estendono a quanti svolgono un ministero educativo. “Maria diede alla luce il Figlio e lo depose in una mangiatoia” (Lc 2,7): è il gesto della madre che provvede ad offrire cibo e calore al proprio figlio. La mangiatoia, infatti, richiama la mensa. Di quale cibo e di quali cure hanno bisogno oggi le/i nostri giovani?

Vivere il tempo come kairòs: la venuta di Gesù ha dato un nuovo inizio al tempo. Non solo perché da questo evento ha preso avvio un nuovo periodo storico-cronologico, ma perché tale venuta, che si è realizzata attraverso il “sì” di una donna, gli ha dato qualità, gli ha conferito un nuovo ordine: quello della grazia. È il tempo della memoria e della speranza.

Ringraziare: il corpo e il sangue di Gesù dati per la vita del mondo sono il grazie più vero al Padre. Gesù è l’unico capace di rendere grazie perché in Lui l’offerta non è inferiore alla pienezza ricevuta. Maria, tuttavia, come creatura, è la prima vita eucaristica compiutamente realizzata. Nella sua persona e nella sua vita si è verificato il grado più alto della presenza reale del Signore e l’accoglienza più piena di tale presenza.

Per riflettere e pregare:

  • Come vivo l’Eucaristia e l’incontro con la Parola di ogni giorno? È una realtà che mi trasforma e mi rende più vicina a Gesù e alla sua missione?
  • Esercizio spirituale: unisco la mia voce alla voce di Maria per dire grazie al Padre, che nell’Eucaristia ci fa dono del suo amore infinito e ci rende partecipi della sua vita.

Maria, aiutami a penetrare più profondamente il mistero dell’Eucaristia e a viverlo con maggiore fede e amore. Contribuiremo così alla venuta di Gesù nel nostro tempo, per una trasformazione del destino umano e dei popoli secondo il disegno del Padre. Amen.