Ci appoggiamo alla Parola di Dio: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi dal grembo materno, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. (Jr 1,5). Il Signore ha chiamato ciascuno di noi: “Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1,4).

Il Santo Padre Francesco, nell’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate, fa risuonare ancora una volta la chiamata alla santità nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e opportunità, perché il Signore ha scelto noi, ciascuno di noi, per essere santi che vivono con amore, offrendo la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove ciascuno si trova (cfr n. 14).

Non tutto ciò che un santo dice o fa è perfetto o pienamente fedele al Vangelo, ciò che si deve guardare è la totalità della sua persona, il suo intero cammino di santificazione che riflette qualcosa di Gesù Cristo. In questo cammino abbiamo molti testimoni che ci incoraggiano e stimolano a seguirli, avanzando verso la meta; tra essi potrebbero esserci la nostra nonna, la nostra mamma o altre persone vicine che, in mezzo alle loro debolezze e cadute, vanno avanti e sono gradite al Signore. Ciò che dobbiamo contemplare è l’insieme della loro vita, l’intero cammino di santificazione, quella figura che in loro riflette qualcosa di Gesù Cristo e che emerge quando si riesce a comprendere il significato della totalità della loro persona (cfr. 22).

La testimonianza gioiosa di suor Maria Troncatti ci anima a vivere la nostra vocazione alla santità e ad impegnarci ogni giorno per realizzare ciò che Dio vuole da noi.

Suor Maria ha vissuto con senso evangelico la dedizione totale alle sue priorità: il Signore e il prossimo. Questo l’ha configurata ogni giorno di più a Gesù Cristo, l’ha resa felice o benedetta; la sua vita è diventata sempre più feconda, la santità l’ha resa più umana perché era la forza della grazia che agiva in lei esercitandone la fede, la preghiera e la compassione, come vedremo nell’incidente accaduto nell’agosto del 1929.

Suor Maria passa per Méndez per recarsi a Cuenca per i suoi esercizi spirituali. Il Direttore e la Direttrice, vedendola arrivare, alzano le braccia al cielo: è Dio che ce lo manda!

- Cosa succede?

- Madre Maria, ricordi Augusto Zúñiga?

- È il giovane orfano che vive nel Pan e che lavora con Padre Albino nella costruzione del ponte. E come va il ponte?

- Il ponte è crollato, dice il Direttore sospirando: l’acqua ha portato via l’intera struttura.

- E padre Albino?

- Padre Albino, ricomincerà daccapo.

- Ci sono vittime?

- No, Madre Maria, ma Augusto - che era andato a fare un controllo - è caduto ed è distrutto.

- Lo hanno portato a Cuenca?

- E’ qui, venga a vederlo, lo curi ...

Augusto sorride al vedere Suor Maria: era disteso su un mucchio di foglie.

- Dove ti fa male?

- Ho male dappertutto, Madre Maria - rispose.

- Come hai fatto ad arrivare qui?

Augusto racconta dettagliatamente a Suor Maria tutta la tragedia avvenuta circa quindici o venti giorni prima e come aveva fatto per arrivare – lento come una tartaruga – fino alla missione di Méndez.

Suor Maria nel visitarlo costatò che aveva 6 o 7 costole rotte, la spina dorsale affondata nelle ultime due vertebre cervicali o nella prima dorsale, gli intestini ammassati nell’addome ...

- Vedremo, vedremo, cerca di non muoverti - disse e se ne andò. Anche il missionario se ne andò con lei chiedendole: “Suor Maria, lo cura?” - Lei tacque.

- Padre Albino è molto preoccupato - insistette il direttore - ha anche pianto.

Rivolgendosi al missionario che, molto penato, l’ha pregata di curarlo, gli dice:

- Lasciami andare in chiesa, Maria Ausiliatrice mi ispirerà, perché nello stato in cui si trova con che cosa posso curarlo?

Trascorse così tanto tempo in preghiera che venne la notte. Il giorno seguente nella Santa Messa tutti pregarono per Augusto ... e, appena usciti dalla chiesa, il direttore dice: “Allora, Suor Maria: curerà Augusto?”.

- Le darò un purgante - sembrò troppo poco al missionario. Suor Maria aveva il suo libro di preghiere tra le mani ...

- Per i tuoi intestini non ho nient’altro da darti che una purga, quindi bevila.

Augusto se la prese tutta, sostenuto da Suor Maria, che con il braccio gli sosteneva la schiena.

- E adesso le medicine: iniziamo dalle costole; tirò fuori del suo libro un’immagine di Maria Ausiliatrice… - Augusto, baciala, questa è la medicina; la mise sopra le costole fratturate, poi lo fasciò abilmente con una benda dal petto fino alla bocca dello stomaco, mentre pregavano insieme l’Ave Maria. - E ora la medicina per la spina dorsale; tirò fuori un’immagine di Don Bosco, gliela diede da baciare, le mise l’immagine del nuovo Beato sulla schiena e lo bendò nuovamente dal collo in giù. Per quattro giorni lo costrinse ad una completa immobilità; il quinto giorno gli disse: - Prova a sederti da solo, e Augusto si sedette senza sforzo. - Ora prova a scendere dal letto; e il paziente fece qualche passo tra lo stupore del direttore. - Torna a letto.

Il sesto giorno era guarito. Il settimo giorno Suor Maria gli tolse le bende, gli diede le due immagini da baciare e le rimise nel suo libro. - Cammina, alza le braccia… - Ma sto molto bene, Madre Maria! - Va’ a bagnarti, a nuotare al fiume; e lui così fece. Augusto era fresco e robusto come un atleta, e Suor Maria continuò il suo viaggio a Cuenca.

La testimonianza è raccolta da suor Carlota, compagna di Suor María a Sucúa; gliela raccontò lo stesso Augusto Zúñiga nel 1970, durante una visita che le fece. La suora lo ricorda commosso e, mentre in lacrime faceva memoria della tragedia nella quale era morta Suor Troncatti, per altro verso le disse di sentirsi contento di essere stato curato e di poter continuare il suo viaggio attraverso la giungla accompagnando Padre Albino.

A Macas, il 5 agosto 1969, Suor Maria si era offerta una vittima per la pace e la riconciliazione tra i due gruppi shuar e i coloni; Padre Juan ricorda le sue parole: “Darei volentieri la mia vita affinché ciò trovi soluzione”. Questo desiderio è il frutto dei suoi innumerevoli atti di carità, compiuti per aiutare tutti, per raggiungere la pace e la serenità come aveva sempre desiderato.

(Cfr. GRASSIANO Domenica, Selva Patria del Cuore, pp. 182-188)

 

Per riflettere e condividere

  1. Come vivo la santità di ogni giorno?
  2. Che cosa faccio per rafforzare l’armonia nella mia comunità?
  3. Cosa chiedo alla Beata Maria Troncatti?