Questa certezza ci porta a vivere in stato di accoglienza, di reciprocità e vicinanza, di ospitalità evangelica che non conosce barriere di nessuna natura verso l'altro. Tutti siamo parte viva della comunità-mondo, della comunità-famiglia, della comunità-scuola e comunità-parrocchia. Nel dialogo intergenerazionale si crea una rete di relazioni che consolida ancor di più il valore e il senso della comunità come spazio di crescita umana e spirituale verso la statura di Cristo.

Questo richiama all'accompagnamento da discepoli di Gesù, conferendo al dialogo lo status di percorso interiore, perché si dà la supremazia allo Spirito di Dio che apre alle sue sorprese. Come si legge nella EG 88: "il Vangelo ci invita a correre il rischio dell'incontro con il volto dell'altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo", accogliendo la diversità di pensiero, di età, di provenienza, di visione e di cultura.

Don Bosco e Madre Mazzarello ci hanno consegnato un carisma di santità e hanno tracciato un cammino sinodale con i giovani, intessendo dialoghi intergenerazionali che ha reso possibile un presente e un futuro profetico per la Congregazione Salesiana. Dagli infiniti dialoghi con i giovani, nella loro quotidianità, insegnavano il discernimento come uno stile di vita.

Il dialogo intergenerazionale richiede l'umiltà e la gratitudine per imparare dall'altro, per cogliere l'essenza di ogni persona, per donare il meglio di sé e per ricercare la volontà di Dio per ognuno. Qui si rivela la fecondità del Sistema Preventivo.

L'Instrumentum Laboris (nn. 14, 15), I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, sottolinea l'importanza di un dialogo intergenerazionale fondato sulla maturità personale, sui valori dell'accoglienza, dell'amicizia, del sostegno reciproco e dell'accompagnamento al discernimento vocazionale. I giovani hanno dichiarato la loro gioia a essere stati considerati interlocutori nell'esperienza sinodale: "È stato entusiasmante sentirci presi sul serio e sentiamo che il dialogo tra la Chiesa giovane e quella matura è un processo di ascolto vitale e fecondo" (RP 15). L'ascolto è condizione essenziale della vita; è l'aria che ci permette di conoscere la realtà dell'altro e gli eventi più in profondità. Questo è il tempo-spazio per maturare la realtà ed essere fecondi nell'oggi. #conigiovani, "senza stancarci mai di scegliere la fraternità, guardando la grandezza sacra del prossimo" (EG 92) e diventando loro compagni di viaggio.

Maria Helena Moreira, FMA Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.