I luoghi: Torino, il Colle, Mornese mi erano già noti ed ho potuto godere di questa santa terra salesiana, con una certa libertà, non affamata di nuove conoscenze, ma rilassata nella bellezza del Sogno salesiano e della mirabile natura dei paesaggi: vedere i profili delle colline, il mattino, ancora nella nebbia, nel pieno giorno, ricche di bellezza e della grazia apportata dai lavoratori della terra, e la sera, nel susseguirsi di colli e colli, nella luce dorata e riconoscere che la nostra è una buona terra, e questa terra è dono e conquista.

Le persone: eravamo una trentina, dalle terre salesiana degli stati Uniti, Canada, dal Vietnam, dalla Slovacchia, dalla Polonia… dalla Sicilia, alla romana, dal Veneto, alla meridionale… alla ILS (noi tre: sr Luigina, sr Graziella, sr Costantina) e sentire che Maria Ausiliatrice, don Bosco, madre Mazzarello portano ovunque la gioia, l’impegno, l’aiuto, con volti diversi e diverse voci, ma con il genuino desiderio che ogni uomo viva e viva in pienezza. Tra noi si è percepita una fraternità trasparente e benevola, attenta all’ascolto e alla comunicazione buona.

I percorsi pensati mirabilmente e guidati da persone appassionate: vedere l’aprirsi dell’opera salesiana dalle origini; da un sogno, da una visione; nel coraggio, nella determinazione, nello sguardo a una meta che via via si definisce e riconoscere lo sviluppo eccezionale dell’albero salesiano.

Le camminate: verso il Colle, a Chieri, dentro la cittadella di Valdocco, a Mornese (tutto, fino al santuario della Rocchetta presso Lerma), a Nizza (fino al cimitero): veniva da proclamare: camminiamo sulla strada che han percorso i santi tuoi: tutti ci ritroveremo…; ed effettivamente io ho anche ritrovato molte sorelle degli anni di formazione e anche don Dario Orsini (era stato con noi agli esercizi di Muzzano qualche anno fa) che ci ha accolte nel tempio inferiore (al Colle) e ci ha offerto indicazioni perfette: “questo è un giacimento, non un museo”; e “partendo da un sogno vivere come segno dell’unico eterno amore”.

Siamo fortunate!

Le tematiche proposte per la riflessione “Chi-amati a vivere la santità come don Bosco e Madre Mazzarello” hanno accompagnato il cammino e sono state consolidate con alcuni gesti “simbolo”: la chiave che Maria Mazzarello consegnava a Maria Ausiliatrice ogni sera, il coccio del vaso che il vasaio ricompone secondo il suo progetto, l’immagine della Madonna della Strada, la decina del rosario, il dono particolare dello Spirito (io ho ricevuto la pietas: amore di figlio, fiducia, consegna). L’équipe (suor Ivana, suor Carmen, suor Anna Maria, don Guido), ha camminato con noi, semplicemente, efficacemente.

E chi ha voluto si è anche riposato, dentro e fuori; l’ospitalità di casa nostra, sia a Mornese Collegio, sia a Torino 35, sia a Nizza, che a Chieri, è stata regale.

Una tappa che è balsamo e conforto. E poi, sono riusciti a offrire questa esperienza in un tempo “umano” e accessibile a molte (dieci giorni, appunto).

Sr Luigina