Oggi la Famiglia Salesiana, attraverso le varie opere, continua a proporre la fiducia filiale, la vicinanza e l’aiuto che viene dalla Santissima Vergine.

Per ricordare in questo mese la Beata Maria Troncatti, proponiamo la riflessione del suo sguardo alla Madre di Dio. Questo sguardo dolce e confidente lo scoprì da bambina, in famiglia, quando pregavano insieme il Rosario; negli anni giovanili appartenne alla Pia Associazione delle Figlie di Maria e quando partì, nella Chiesa della città affidò alle mani della Vergine tutta la sua famiglia; poi, il 17 settembre 1908, fece la sua prima professione come Figlia di Maria Ausiliatrice.

Un episodio significativo di protezione della Vergine Maria nei confronti di Suor Troncatti avvenne con la tracimazione del fiume Teiro, quando si trovava a Varazze ed ella promise alla Vergine che, se si fosse salvata da quell’inondazione, sarebbe partita missionaria e così fece: partì da Nizza per l’Ecuador in nome della Vergine Ausiliatrice e di Don Bosco.

Nel suo primo viaggio in Amazzonia, il 9 novembre 1925, la comitiva portava con sé un bellissimo quadro dell’Immacolata Concezione che il Direttore, Padre Duroni, aveva fatto dipingere a Cuenca, copia fedele di quello che avevano a Riobamba. Quando la popolazione di Macas seppe che si stavano avvicinando, si incamminarono desiderosi di andarle incontro perché sapevano che passo dopo passo, avanzava in uno dei bauli della comitiva l’atteso quadro della Vergine.

Nell’ultimo giorno del viaggio, dopo la Messa, l’immagine della Vergine fu messa a precedere la comitiva, accompagnata dai cavalieri, tra cui Monsignore e tutti quelli che le erano andati incontro. Verso mezzogiorno arrivarono alla casa del sig. Dionisio, uomo distinto e molto rispettato da tutti. Suor Troncatti ricordava gli applausi, l’emozione, le lacrime e come alcuni si fossero inginocchiati quando entrò il bel quadro della Purissima nel cortile della casa, molto ben organizzato per accoglierlo.

In quell’anno la festa dell’Immacolata fu memorabile: il dipinto fu collocato sulla parete della chiesa, ornato di sete bianche e azzurre che le suore avevano tirato fuori dalle loro valigie. La sorpresa più piacevole fu scoprire l’Associazione delle Figlie di Maria già organizzata, merito della signorina Mercedes Navarrete, in cui le suore trovarono un vero sostegno. (Cfr. Grassiano María, Selva Patria del Cuore, Cap. V).

Nel mese di maggio, come regalo della Vergine ricevettero la prima ragazza interna Shuar, Yampauch, orfana di padre, la quale chiese di rimanere con le suore nella missione. Suor Troncatti acconsentì, dicendole che sarebbe rimasta nella casa della Vergine. Il 24 maggio, la solennità di Maria Ausiliatrice, non avendo un’immagine della Vergine, prepararono per la festa la statua dell’Immacolata Concezione, dono di un protestante alla Signorina Mercedes Navarrete. La statua dell’Ausiliatrice era nel desiderio e nell’elenco degli acquisti dell’Ispettrice, Madre Carolina Mioletti. (Cfr. Grassiano María, Selva Patria del Corazón, Cap. VI).

Coloro che hanno conosciuto Suor Maria Troncatti testimoniano che era abituale vederla con il Rosario in mano in qualsiasi ora del giorno, ripetendo spesso il suo consueto ritornello: Maria Ausiliatrice ci sostiene e anche il nostro angelo custode. Portava sempre in tasca medaglie della Vergine Ausiliatrice; nelle preghiere di guarigione recitava l’Ave Maria e la faceva recitare a chi l’accompagnava perché il malato o la malata da cui si stavano recando guarisse. Questo fu il caso della figlia del capo shuar che Suor Maria operò a Mendez nel suo viaggio di entrata a Macas; ella attribuì la guarigione all’Ausiliatrice che l’aiutò in quel momento cruciale.

L’invocazione alla Vergine la salvò da tanti pericoli, come quando fu quasi trascinata dalla corrente di un fiume in piena, o quando il serpente scivolò ai suoi piedi o quando l’aereo atterrò in emergenza a Quito e, secondo il pilota, si salvarono per la preghiera di Madre Maria, che recitava il Rosario.

La Santissima Vergine mi aiuterà, in lei è tutta la mia fiducia, ripeteva sovente e, quando le cure erano rischiose, ripeteva sempre la giaculatoria Auxilium Christianorum, ora pro nobis; anche quando vegliava la ripresa dei malati, faceva scorrere i grani del rosario.

Testimonianza della sua enorme fiducia nella Vergine è la guarigione di Augusto Zúñiga, che cadde da un ponte in costruzione e rimase molti giorni senza che nessuno potesse curare la sua spina dorsale e le costole rotte: suor Maria passando per Mendez nella sua andata a Cuenca, lo curò su richiesta insistente di padre Albino del Curto, il quale era molto dispiaciuto per questo giovane che lo aiutava nei lavori di apertura della strada. Suor Maria si trovò senza risorse davanti alla delicata situazione e chiese al sacerdote di lasciarla andare in chiesa, dicendo: Maria Ausiliatrice mi ispirerà quello che devo fare; si fermò a lungo in preghiera, tanto che dovettero andare a cercarla.

Davanti al giovane infermo trasse fuori dal suo libro di preghiere un’immagine di Maria Ausiliatrice e gli disse di baciarla perché quella era la medicina, poi toccò con la punta delle sue dita le costole rotte e vi mise l’immagine e intanto pregava l’Ave Maria. Ora toccava alla medicina per la colonna vertebrale: prese dal suo libro un’immagine di Don Bosco, gliela diede da baciare, la posò sulla schiena e lo bendò nuovamente dal collo in giù. Dopo 5 giorni gli disse di provare a sedersi e Augusto si sedette senza sforzo, scese dal letto e fece qualche passo…; per ordine di Suor Maria tornò a letto, il sesto giorno era guarito e il settimo lei gli tolse le bende, gli diede nuovamente le immagini da baciare e le rimise nel suo libro; gli disse poi di andare a bagnare a nuotare nel fiume e lui lo fece, sentendosi completamente guarito. (Cfr. Grassiano María, Selva Patria del Cuore, Cap. IX).

Nel frattempo, a casa sua, tutte le sere, sua sorella Lucia faceva pregare un’Ave Maria alla Vergine specialmente per Suor Maria che era lontana. A sua sorella Caterina scrisse con emozione che il mese di maggio è il mese della nostra cara Madre Ausiliatrice; sarà Lei che porterà tutta la nostra famiglia a Gesù. (Cfr. Ciezkowska Sylwia, Lettera 68).

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