Anche un laboratorio di cucina, apparentemente una piccola cosa, può aiutare a dare la pace ad alcune persone che solitamente vivono un po’ ai margini della città, in quelle periferie esistenziali di cui parla papa Francesco, e alle loro famiglie, oltre che contribuire a «imbalsamare l’aria» di una comunità parrocchiale. Così, presso l’oratorio «don Bosco» di Formigine è recentemente partito un progetto che coinvolge una decina di giovani con disabilità dai 18 ai 25 anni, seguiti dal Servizio di educazione territoriale e accompagnamento all’età adulta per giovani disabili coordinato dalla cooperativa Domus per conto dell’Unione di Comuni del Distretto ceramico. «Tutto ha avuto inizio circa due anni fa, con la richiesta di una stanza nella quale i giovani, che vengono dal territorio di Formigine e dei comuni limitrofi, potessero trovarsi – spiega la salesiana suor Sonia Baronti – I ragazzi hanno iniziato a trovare nell’oratorio un luogo di riferimento. Poi abbiamo cercato di creare un contatto vero e proprio». Il contatto si è concretizzato nell’utilizzo della cucina ospitata sul retro della sala polivalente del «don Bosco», dove al giovedì i giovani del gruppo educativo territoriale preparano una merenda che viene poi offerta ai ragazzi del doposcuola dell’oratorio. «Questo laboratorio è una delle attività che i nostri giovani svolgono, seguiti dalle educatrici Alice

Bocedi e Stefania Artale – ci spiega la coordinatrice Romina Bove, di Domus – Insieme a loro fanno anche attività di socializzazione e imparano a fare la spesa e a usare i mezzi pubblici». Piccoli passi per un’esistenza più serena per loro e per le loro famiglie.

Francesco Gherardi

Da: Nostro tempo – Tra la gente – domenica 7 aprile 2019