Consapevole della fragilità umana, Suor Maria chiede continuamente preghiere per fare sempre la volontà di Dio e fare qualcosa di buono per le povere anime del suo popolo Shuar. Dalle lettere scritte alla sua famiglia e al suo figlioccio, abbiamo estratto alcune espressioni che confermano la sua frequente richiesta di molta preghiera per lei e per la conversione degli amati Shuar. Assicura, inoltre, che si sente felice in questo luogo e in buona salute grazie alle preghiere e ai sacrifici dei suoi amati e indimenticabili genitori e di tutta la sua famiglia.

Nella lettera ai genitori (L 19), dopo aver inviato saluti a tutti, chiede loro di pregare molto, ma molto, per lei e per la conversione dei suoi amati Shuar. Nella lettera 21 consola la madre per la morte del suo caro babbo e dice che sicuramente è il suo intercessore in cielo e anche il suo aiuto davanti ai pericoli. È sicura della sua intercessione per la conversione dei suoi preferiti, gli Shuar.

Nella lettera 32, indirizzata alla mamma, dice che sta preparando un certo numero di bambini a ricevere il battesimo e che ha tanta fiducia nella preghiera dei suoi nipoti, da cui otterrà molte grazie e conversioni; chiede loro di non temere e di non avere delle preoccupazioni perché lei sta molto bene ed è felice di essere una missionaria ... Scrive: “... qui la religiosa è molto apprezzata anche dai medesimi cattivi!”. Nello stesso anno, il 5 novembre 1932 (L 33), scrive di nuovo a sua madre e ai suoi fratelli chiedendo a questi ultimi di prendersi cura della mamma che considera il tesoro della famiglia, e si augura che Dio la conservi ancora per molto tempo. Racconta alla famiglia che sono 36 tra uomini e donne che saranno battezzati, alcuni si sposeranno e altri riceveranno la prima comunione. Tutto questo per Suor Maria è il risultato di preghiere e sacrifici che non sono vani. Raccomanda ai suoi amati nipoti che continuino a pregare e a fare la comunione per la conversione degli Shuar e che corrispondano alla grazia della fede cristiana.

Il 18 gennaio 1960 (L 56) scrive alla sorella Caterina e, tra altre cose, le parla di un giovane shuar gravemente malato, ma che con la medicina e le cure si è ripreso. Questo giovane ha detto a suor Troncatti: “Ero contento di andare al Cielo. Ora sto meglio e dovrò stare qui sulla terra; ma voglio essere buono e pregare per la conversione dei miei compagni”. E come segno che dice la verità, “ha sempre il santo rosario tra le mani e prega sempre”. “Immagini, Caterina: è arrivata l’ora della conversione degli indigeni. Abbiamo 230 interni, tutti indigeni. Certamente sono i sacrifici che voi tutti fate e le tante preghiere. […] tutte le nostre missioni sono piene di indigeni. Benedetto sia il Signore, possiamo fare loro molto bene, specialmente che conoscano e amino Gesù, che adempiano i loro doveri di buoni cristiani e raggiungano la salvezza”.

In un’altra lettera (78), indirizzata al suo amato figlioccio, José María, troviamo quanto segue: “Mi dici che non sei sviato, che vivi bene. Così sia, né credo che mi mentirai. Spero che in questi giorni della santa Pasqua avrete compiuto tutti e due il Precetto pasquale, così Dio farà scendere le sue più belle benedizioni sul tuo focolare e vi preserverà da ogni disgrazia. Ti raccomando, se ancora non hai fatto Pasqua, pensaci, sei ancora in tempo e falla. L’augurio che ti faccio è: che tu viva da vero cristiano. La tua Madrina che tanto ti ama”.

PER RIFLETTERE E CONDIVIDERE

Qual è la preoccupazione, la sfida e l’impegno principale nella mia vita religiosa?

In che modo coinvolgo la mia famiglia, gli amici e i benefattori nella mia missione?

Come li aiuto e li incoraggio a vivere la loro fede cristiana?

Sguardo ecologico di Papa Francesco per la Quaresima 2019

«Non lasciamo trascorrere invano questo tempo favorevole! Chiediamo a Dio di aiutarci a mettere in atto un cammino di vera conversione. Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù». (Papa Francesco). In questo tempo di Quaresima, vi suggeriamo di riflettere sull’itinerario proposto da Papa Francesco: preghiera, digiuno ed elemosina, elementi che la nostra Beata Maria Troncatti ha avuto presenti durante tutta la sua vita e in modo particolare durante il tempo di preparazione alla Pasqua.

Papa Francesco propone una Quaresima Ecologica, incoraggiandoci a convertire il deserto della creazione in un giardino di comunione con Dio, attraverso:

Il digiuno per cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e verso le creature, passando dalla tentazione di “divorare” tutto, alla capacità di soffrire per amore, per colmare il cuore.

La preghiera per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia.

L’elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene.

Papa Francesco insiste che “se l’uomo vive da figlio di Dio, se riconosce e mette in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione”. Al contrario, avverte il Papa, “quando non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature – ma anche verso noi stessi”.

Il Papa ricorda che la Quaresima è segno sacramentale di questa conversione; è una chiamata ai cristiani a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale, mediante il digiuno, la preghiera e l’elemosina.

Quando la carità di Cristo trasfigura la vita dei santi – spirito, anima e corpo - essi lodano Dio e, con la preghiera, la contemplazione e l’arte, rendono partecipi anche le creature, come ci fa vedere il “Cantico di Frate Sole” di San Francesco d’Assisi (Cfr. Laudato Si’, 87). Tuttavia, in questo mondo l’armonia generata dalla Redenzione è minacciata, dalla forza negativa del peccato e della morte, che sin dalla sua comparsa tra gli uomini ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con la creazione a cui siamo legati.

Il cammino per la Pasqua ci spinge proprio a ravvivare nostri volti e i nostri cuori di cristiani attraverso il pentimento, la conversione e il perdono, per vivere la ricchezza della grazia del mistero pasquale. Questa attesa della creazione troverà compimento quando i figli di Dio, vale a dire i cristiani e tutti, si impegneranno con determinazione nel “lavoro” che comporta la conversione: abbandonare l’egoismo, farsi prossimi dei nostri fratelli e sorelle che si trovano in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali.

Cfr. Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019

«L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8, 19).

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