Nel messaggio del gennaio scorso vi ho presentato le celebrazioni che in questo 2019, “tempo di grazia del Signore”, ci vedranno coinvolte in un atteggiamento di gratitudine ma anche di un maggior impegno nell’annuncio del Vangelo, per la crescita del Regno, soprattutto tra i/le giovani.

Vorrei condividere con voi, tra tanti avvenimenti, uno molto significativo: il 140esimo della Seconda Spedizione Missionaria.

Siamo nel gennaio del 1879 quando 10 FMA – destinate all’Argentina e all’Uruguay – si imbarcano sulla nave Sudamerica e lasciano il porto di Genova, verso l’America. Madre Mazzarello è ancora tra le sue figlie e in questo stesso periodo si prepara a vivere il grande distacco da Mornese, per trasferirsi a Nizza.

Tra le partenti si incontra suor Maddalena Martini, che sarà la prima “provinciale” dell’Istituto, quando di Ispettorie ancora non si parlava. Il 26 gennaio 1879 le FMA destinate all’Argentina approdano a Buenos Aires.

Ci congratuliamo con le sorelle dell’Ispettoria “San Francesco di Sales” (ABA – Buenos Aires, Argentina) per il 140esimo dell’arrivo delle prime sorelle e per questi 140 anni di un carisma vissuto in profondità e di un’evangelizzazione che ha portato frutti di santità nell’Istituto, nella Chiesa, nella realtà locale. Complimenti e auguri alle FMA e a tutte le comunità educanti! Grazie per il vostro impegno nell’educazione e nell’evangelizzazione di tanti bambini, giovani, famiglie… e perché siete la presenza viva, attuante e sempre simpatica di Don Bosco e di Madre Mazzarello.

Sarebbe bello poter rivisitare la Cronistoria (Volumi 2 e 3), soprattutto le pagine che raccontano l’esperienza vissuta dalle sorelle della Seconda Spedizione Missionaria, la loro partenza, il loro viaggio, l’arrivo, quello che hanno trovato oltre-oceano, il ricongiungimento delle sorelle partite un po’ più di un anno prima, il lavoro condiviso con i Salesiani, la gioia di costatare che “tra le missionarie prime e seconde, è tutto Mornese, è Nizza, è tutta l’Italia” e poi, la conferma di una identità: “siamo le felici missionarie di don Bosco e di Maria Ausiliatrice”.

Ora, in continuità con quanto ci siamo proposte per la preparazione del “Mese Missionario Straordinario” - l’Ottobre 2019 - condivido con voi alcuni spunti della Lettera Apostolica Maximum Illud che riguarda l’attività svolta dai missionari nel mondo. Vi ricordo che Papa Francesco ha indetto il “Mese Missionario Straordinario” proprio per celebrare il centenario (30 novembre 1919) di questo importante documento del magistero di Benedetto XV che, sebbene antico nel linguaggio, è di una saggezza e attualità molto significativa.

La Lettera Apostolica Maximum Illud afferma che, da quando Gesù ha affidato ai discepoli la missione di andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo a ogni creatura, la Chiesa non ha mai smesso di compiere questo mandato missionario, anche in mezzo alla furia delle persecuzioni, come nel caso dei primi tre secoli del cristianesimo. Nella fedeltà al Maestro, la voce del Vangelo è risuonata fino agli estremi confini dell’Impero Romano. Quando poi sono state concesse alla Chiesa pace e libertà, essa si è impegnata ancora di più a portare la Buona Notizia in tutto il mondo, e questo è stato reso possibile a causa di uomini insigni per zelo e santità.

Mi viene spontaneo pensare ai cristiani ancora oggi perseguitati in tante parti del mondo. Loro sono la conferma che il Vangelo non si lascia intimidire… va avanti, avanza, corre, cerca di arrivare a tutti, soprattutto ai più bisognosi, per farsi Parola di vita, di speranza, di prospettiva di futuro.

Penso anche a sr. Maria Troncatti, in mezzo alle difficoltà della selva, alla mancanza di mezzi, alla solitudine… con quanto zelo e santità ha promosso la vita e ha portato il Vangelo a tutti: ai “colonos” e agli shuar!

In una breve lettera ai genitori (L 19), sr. Maria Troncatti invia una sua fotografia insieme a un kivaretto. Racconta alcuni episodi della vita missionaria e conclude dicendo: “[…] sto benissimo e sono contentissima di vivere coi miei cari indietti: non si sente né la fatica né i disagi della vita, basta di salvar anime”.

Questo è lo zelo di sr. Maria Troncatti: soffrire tutto, offrire tutto, pur di salvare un’unica anima.

Nella lettera ai lettori della rivista Gioventù Missionaria (L 15), sr. Maria scrive: “Certo che in mezzo a tanti sacrifici, queste sono vere e grandi consolazioni che ci infondono nuovo coraggio, e con quanta gioia daremmo anche la nostra vita pur di poter salvare un’anima”.

Carissime sorelle, questa è la sfida della nostra missione: “Salvare almeno un’anima”. Da mihi animas, cetera tolle! Per concludere questo nostro appuntamento, vorrei suggerirvi la lettura di una paginetta della pubblicazione “Il Cielo risponde” (n. 42 – 2018), dal titolo “Uno shuar, visitato da suor Maria Troncatti” (in allegato).

Il nostro impegno concreto è sempre quello della preghiera per le comunità la cui patrona è sr. Maria Troncatti.

In questo 14 febbraio, dall’Ecuador ci spostiamo in Africa. Preghiamo per la comunità “B. Maria Troncatti” di Brazzaville, in Congo Brazzaville, fondata il 5 agosto 2011, appartenente all’Ispettoria S. Maria D. Mazzarello (Africa Equatoriale – AEC). Un saluto particolare alle sorelle che vivono e operano in quella comunità da missionarie di speranza e di gioia, piene di zelo e di santità!

Un forte abbraccio da sorella, e sempre in comunione nella preghiera e nell’impegno missionario.

Sr. Alaide Deretti, consigliera per le Missioni

UNO SHUAR VISITATO DA SUOR MARIA TRONCATTI