Mentre vi scrivo, ancora non è stato firmato il Global Compact sui Migranti e Rifugiati. È previsto per il 10 e 11 dicembre il vertice, coordinato dalle Nazioni Unite, a Marrakech, in Marocco, dove la maggioranza dei Paesi del mondo firmeranno il Global Compact. Esso prevede in 23 obiettivi una migrazione sicura, ordinata e regolare. Quando un fenomeno è globale, anche gli approcci e le soluzioni devono essere globali!

Anche la Chiesa, tramite la Sezione Migranti e Rifugiati del “Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale”, ha partecipato a tutto il processo presentando un documento di proposte in 20 punti concreti, frutto di ciò che la Chiesa già vive e attua nei confronti delle persone che sono costrette ad abbandonare la loro terra, cultura, lingua, famiglia…in cerca di condizioni migliori di vita, in cerca di più dignità e umanità.

Ci auguriamo che il Global Compact sulle migrazioni aiuti i popoli e i Governi delle Nazioni a combattere la paura e la costruzione di muri, e a promuovere il dialogo e la cultura dell’incontro.

Sarebbe interessante, carissime sorelle, conoscere la posizione dei vostri Governi riguardo al Global Compact, e anche collaborare con la Chiesa locale nell’accompagnamento di questo processo così importante per fare dei passi, anche se piccoli, verso i migranti, soprattutto i più vulnerabili. Per una risposta più umana ed efficace al fenomeno migratorio, è necessario “uscire, incontrare, essere prossimi”.

Il Global Compact favorisce la corresponsabilità di tutte le Autorità e delle società nei Paesi di partenza, di transito e di arrivo. Ha come scopo di fornire sicurezza e protezione alle persone migranti e anche ai Paesi di accoglienza, promuovendo percorsi legali di migrazione e prevenendo così la tratta di esseri umani, i viaggi della morte, la disgregazione della famiglia e la violenza.

In questo senso, penso alla Famiglia di Nazareth: Giuseppe, Maria e Gesù. Cosa avranno sperimentato loro durante la fuga in Egitto? C’è chi dice che la fuga della Santa Famiglia sia l’archetipo di ogni famiglia rifugiata. Con il Vangelo di Matteo (2, 13-15) la Sacra Famiglia diventa punto di riferimento delle famiglie sradicate dal loro ambiente. E quante ce ne sono nel mondo…

Il 1° agosto del 1952 fu pubblicata la Costituzione Apostolica «Exsul Familia», che inizia proprio così: «La Santa Famiglia di Nazareth, che fugge in Egitto, è l’archetipo di ogni famiglia rifugiata. Gesù, Maria e Giuseppe, in esilio in Egitto per scappare dalla furia di un re cattivo sono, per tutti i tempi e tutti i luoghi, l’esempio e i protettori di ogni migrante, straniero e rifugiato di qualsiasi tipo, che forzato dalla paura di persecuzioni o da necessità, è costretto a lasciare il suo paese natale, gli amati genitori e parenti, gli amici più stretti, e cercare un paese straniero».

Carissime sorelle, se riflettiamo sull’adesione delle Nazioni al Global Compact sui migranti e rifugiati e sull’icona della “Fuga in Egitto”, possiamo affermare – con il cuore e la mente – che la convivenza dell’unica famiglia umana è possibile. E con questa affermazione stiamo anche noi “firmando”, nel nostro piccolo, il principio che ogni essere umano ha il diritto di partire e di arrivare, quando chiamata in causa è la vita e la vita in abbondanza proclamata da Gesù.

Vi invito, carissime sorelle, a leggere e meditare il brano di Matteo 2, 13-15 e a sostenere con la preghiera, e anche con l’affetto e la vicinanza, persone da voi conosciute che vivono il dramma della “fuga in Egitto”. Sì, magari accanto a noi ci sono persone che hanno dovuto “fuggire” da un posto e stabilirsi altrove per assicurare il lavoro, la casa, la salute, la sicurezza, l’unità della famiglia, la crescita e l’educazione dei figli.

Inoltre, vi invito a riflettere in modo più profondo e concreto sul fenomeno migratorio presente nelle nostre realtà, dove viviamo noi FMA e dove il carisma di Don Bosco e di Madre Mazzarello è vivo e portatore di vita. Guardiamo il mondo e cresciamo nella consapevolezza che tutte le nostre Nazioni sono Paesi di origine, transito e destinazione.

Con questo messaggio vi comunico infine che, dal mese di gennaio in poi, metteremo in rilievo la figura della Beata Sr. Maria Troncatti, nel 50° della sua nascita al Cielo. Intanto, il progetto “Per una casa comune nella diversità dei popoli” continuerà il suo percorso, diventando ogni volta più concreto e fecondo nelle nostre comunità, più originale e più visibile tramite le nostre mani, il nostro cuore, il nostro passo agile, fraterno e accogliente.

Un abbraccio molto fraterno e una preghiera reciproca! Con affetto, sr. Alaide Deretti Consigliera per le missioni