In ognuna delle nostre classi si è cercato di comprendere la gentilezza attraverso un viaggio tra i principi educativi che la famiglia e la scuola ogni giorno seminano. La semina tutti sappiamo essere faticosa e ricca di aspettative. Fondamentale perché le piantine si ergano rigogliose è l'ottimismo di chi le coltiva. Linfa di questa pianta è proprio la gentilezza che passa dall'ottimismo di chi cura le nostre “piccole piante” ai fiori, e poi i frutti, che le medesime potranno regalarci.

In tutte le nostre classi si è attivata una condivisione di tali principi commisurata alla capacità dei bambini di interiorizzare il concetto di gentilezza.

La classe prima con la maestra Annamaria ha creato un colorato fiore con petali “gentili”, ossia petali che parlano di parole come: grazie, per favore, scusa e la meravigliosa parola “ti voglio bene” che tutti conosciamo ma che spesso abbiamo difficoltà a pronunciare.

La maestra Barbara ha preferito “spingere” in avanti i suoi piccoli scrittori di seconda perché possano imparare a trasformare i pensieri in parole. I bimbi hanno inventato una storia, coordinati dalla maestra che ha cercato di elaborare e stimolare la loro fantasia. L'elaborato è risultato essere ricco di ogni cosa: bullismo, lealtà, speranza, miracolo, redenzione. La storia è stata poi illustrata e confezionata perché potesse sembrare bella agli occhi così come al cuore.

Approfondimenti attraverso filastrocche, letture e dibattiti hanno acceso i bambini della classe terza che, tenendosi per mano insieme alla maestra Martina, si sono scambiati doni preziosi come le “parole gentili”. Perché tale emozione possa essere visibile i bambini hanno costruito un cartellone verde come un prato rigoglioso dove i fiori sono le sagome delle loro mani e su ogni mano una “parola gentile”.

“Scusa, Grazie e Per piacere son parole assai leggere” recita il componimento dei bambini di quarta che insieme alla maestra Giorgia abbelliscono in tal maniera la porta della loro classe. Questo è un invito ad usare riconoscenza, educazione, collaborazione quando si varca quella soglia. Nel cartellone ci sono anche giochi con le belle parole perché, si sa, la gentilezza sa essere anche divertente.

“Ma quanti atti gentili riusciamo a pensare? Quanti di questi piccoli gesti, che scaldano il cuore, riusciamo a compiere quotidianamente?” Rispondere a queste domande è stato compito della classe quinta, la classe delle rondini pronte a spiccare il volo verso la secondaria di primo grado. I ragazzi hanno strutturato una vera sfida: foglietti colorati, azioni gentili e sorte. Nella giornata della gentilezza si sono compiute tutte le azioni gentili sorteggiate per comprendere che “quando puoi scegliere se essere giusto o essere gentile, scegli la gentilezza” (Wonder).

Mi auguro che queste poche righe vi abbiano regalato l'emozione della nostra giornata.

Maestra Barbara