I primi studi li compie nel suo paese, prima dalle Suore di sant’Anna e poi in una scuola statale. Per completarli, i genitori la scrivono all’Istituto “Maria Ausiliatrice” di Catania, come educanda, dove già frequentano le sue sorelle. “In quell’ambiente ho coltivato la vocazione, sono stata guidata da madre Ausilia Corallo e da altre Suore mie insegnanti”, scrive lei stessa nelle sue note autobiografiche.

Il 31 gennaio 1964 a Catania inizia il postulato; il 5 agosto entra in noviziato ad Acireale. Nel 1966, sempre ad Acireale, emette i primi voti donando a Dio la sua energia interiore e la sua capacità d’amare. Ogni persona, dai giovani ai laici, alle consorelle, ha per lei un volto ed una dignità da rispettare fino in fondo. Trascorsi tre anni a Catania come studente e maestra, nel 1969 è mandata a Torino “Pedagogico” dove nel 1974 consegue la Licenza in Scienze dell’Educazione. Rientrata a Catania, ottiene poi la Laurea in Pedagogia.

La calda terra sicula in cui è nata, contribuisce a cesellare il suo carattere dolce, accogliente, disponibile e forte e a darle quell’equilibrio e quella rettitudine che contraddistinguono il suo modo di agire, soprattutto nelle relazioni interpersonali con le giovani e le suore delle comunità, oltre che nei rapporti con la gente. Con la sua semplicità e schiettezza, suor Giuseppina tocca il cuore di tutti.  

Trascorre i primi 25 anni della vita religiosa a Catania. Ricopre incarichi di insegnante, di direttrice e di coordinatrice pastorale collaborando anche con i Salesiani per dar vita in Sicilia, tra l’altro, al Movimento Giovanile Salesiano. Condivide, con i fratelli Salesiani, così soleva chiamarli, le preoccupazioni educative, cercando le vie più opportune per educare i giovani e le giovani ai valori fondamentali della vita e all’incontro con Gesù. Sa capire le sfumature della sofferenza fisica e morale degli altri, anche perché, da giovane suora, le viene asportato un tumore al polmone. In quell’occasione tutte le educande e le alunne dell’Istituto “Maria Ausiliatrice” e non solo, s’impegnano nella preghiera e nei sacrifici per implorare da Dio la guarigione.

Dal 1980 al 1984 è Direttrice nella casa di formazione di Acireale. Nel 1985, per la gioia di tutte le suore che l’amano profondamente, è nominata Ispettrice dell’Ispettoria “San Giuseppe” con sede a Catania. Ad un’Ispettrice così giovane è affidata un’Ispettoria tra le più numerose. Con fiducia e libertà, suor Giuseppina coinvolge ognuna nel dar, in fedeltà e creatività, il proprio contributo per l’espansione del carisma. Serenità e cura delle motivazioni interiori della propria scelta di consacrazione sono i due poli attorno ai quali suor Giuseppina declina le programmazioni ispettoriali, i colloqui personali e gli incontri formativi comunitari.

Dal 1991 al 1997 è Ispettrice in Toscana, Ispettoria “Santo Spirito”. Anche lì il suo cuore di madre e la sua attenzione alla persona si esprimono concretamente nel prendersi cura di ogni sorella. Guidata dalla logica dell’umanesimo salesiano, valorizza tutto il positivo delle persone e delle realtà apostoliche. In tal modo s’inserisce nel flusso della cultura della terra toscana, stimolando il bene e promuovendo con saggezza la cooperazione ed il lavoro in rete. È convinta che ogni persona ha dei doni che vanno scoperti, riconosciuti e valorizzati. Tra le varie iniziative da lei attuate in Toscana, merita particolare attenzione l’apertura a Firenze della casa “San Donnino”, per accogliere e aiutare gli immigrati cinesi in Italia.

Nel 1997 è trasferita a Roma come direttrice della comunità “San Saba”, dove è pure Presidente nazionale dell’ente CIOFS e Coordinatrice generale della Pastorale giovanile in Italia. In fedeltà creativa al carisma e con spirito di obbedienza, si mette a servizio recependo creativamente gli orientamenti ecclesiali e vivendoli negli incarichi che le sono affidati dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’Istituto. Fedele allo spirito salesiano, stabilisce un rapporto di vera ed intensa collaborazione con l’équipe di Pastorale giovanile dei Salesiani, maturando l’atteggiamento del sentirsi affidati gli uni agli altri in una relazione di reciprocità.

Nel settembre 2001 rientra in Sicilia perché nominata Ispettrice dell’Ispettoria “Madre Morano” con sede a Palermo e nel 2003 le viene chiesto di riorganizzare ed unificare le due Ispettorie sicule. E lei, da esperta “artigiana delle relazioni”, si adopera per armonizzare le due realtà che sono affidate alla sua animazione e governo sino al 2009. Nel 2005, periodo in cui si chiudono case e diminuiscono le vocazioni, promuove con coraggio l’apertura di una nuova comunità, formata da tre giovani consorelle, nella periferia di Catania Librino, quartiere altamente a rischio, felice di essere riuscita in questa ardua imprese che si prospettava da decenni.

Dal 2009 al 2015 ritorna a Roma come Presidente dell’Ente CIOFS, Segretaria della Conferenza interispettoriale d’Italia e direttrice della comunità “San Saba”. Sono gli anni in cui l’Istituto in Italia s’interroga sul ridimensionamento delle case e, di conseguenza, la risignificazione della presenza delle FMA nel territorio italiano. Suor Giuseppina continua a mettere a disposizione di quanti l’avvicinano, discretamente e cordialmente, le sue doti di intelligenza e di cuore.

Nel novembre del 2015 torna in Sicilia e viene nominata direttrice della comunità di Caltagirone. Gode dell’affetto di tutte le suore dell’isola per il suo buon cuore, generosità, apertura di vedute, ricerca dell’essenzialità. Dedica all’azione apostolica ed alla comunità la sua esperienza del carisma salesiano che riserva amarezze e gioie per chi decide di seguire Cristo in modo radicale.

La storia di donazione e di servizio di suor Giuseppina all’Istituto, che ha amato con grande senso di appartenenza, alle Ispettorie, alle comunità, al Movimento Giovanile Salesiano, alla Famiglia Salesiana si conclude su questa terra con la sorpresa della malattia: nel mese di luglio di quest’anno le viene diagnosticato un glioma al cervello inoperabile ed incurabile. Il Signore la chiama a sé il 27 ottobre.

La feconda vita di suor Giuseppina testimonia l’atteggiamento concreto del Buon Pastore: farsi carico e prendersi cura di ogni persona. È donna saggia e sapiente, religiosa sorella e madre, testimone credibile dell’appartenenza alla Chiesa ed all’Istituto amato con sentimenti di gratitudine filiale. L’icona del Buon Pastore è il filo rosso della sua esistenza, impregnata del carisma salesiano. È quanto ha espresso in questi brevi mesi di malattia e che sintetizza il suo alto profilo morale, spirituale e pastorale.

Ne sono testimoni le molte persone presenti al suo funerale: dai familiari alle vocazioni accompagnate da lei, ai fratelli Salesiani, alle sue compagne di professione, fino a raggiungere ogni lembo della terra di Sicilia, Toscana, Campania ed oltre, dalle ex-alunne ai giovani, agli amici e ai numerosi laici. Tutti abbiamo ammirato in lei dei segnali di stile, dei gesti di eleganza. E tutto questo non s’improvvisa. Grazie suor Giuseppina! Ti affidiamo l’Istituto, l’Ispettoria, le vocazioni e i giovani.

L’Ispettrice Suor Maria Anna Pisciotta e le ispettorie italiane