L’itinerario ispettoriale 2018-19 si pone in continuità con quello dell’anno scorso, in sintonia con il cammino della Chiesa e dell’Istituto ed è frutto delle riflessioni condivise nelle due Assemblee Ispettoriali di giugno e luglio.

È un richiamo a continuare il cammino di risignificazione delle nostre comunità educanti per realizzare una presenza educativa, gioiosa e significativa sul territorio, una presenza che sa di casa con uno stile di vita familiare, sobrio ed essenziale, che sa individuare spazi e strategie per incontrare i giovani e coinvolgerli nella missione educativa.

Focalizza due priorità: la comunità educante locale e la centralità della missione; evidenzia alcuni elementi di metodo e cinque aree di azione.

Gli elementi di metodo possono diventare atteggiamenti da coltivare personalmente e comunitariamente per creare un clima in cui ognuno può dare il meglio di sé, per passare dall’io al noi, in particolare: la sinodalità che coinvolge, interpella, dà parola a tutti, favorisce l’ascolto e il discernimento comunitario, aiuta a mettersi in discussione; il rischio per osare esperienze nuove che ci proiettano come comunità educante verso i giovani; il confronto che abilita ad applicare con flessibilità l’idea alle varie situazioni e nei rapporti fra noi e con i laici per superare fiscalità, rigidità e autorefenzialità.

Sottolineo alcuni impegni particolarmente esigenti evidenziati nelle varie aree di azione, come: individuare modalità di gestione delle nostre strutture e opere complesse, porre attenzione alle opportunità offerte dalla legge di riforma del III settore; continuare la riflessione sui compiti delle figure chiave; rafforzare il confronto tra il livello ispettoriale e il livello locale per attuare scelte in ordine ad una missione sostenibile; elaborare il decalogo dell’essenzialità e della sobrietà; promuovere la riflessione sulla pastorale giovanile per individuare modalità attraverso cui raggiungere adolescenti e giovani.

L’itinerario ispettoriale richiede un rinnovato impegno a camminare insieme, a lasciarci coinvolgere, a valorizzarci reciprocamente e a far spazio agli altri, a curare il nostro sguardo perché sia sempre più evangelico, capace di andare oltre l’evidenza per cogliere i “segni”, i passaggi impercettibili del Signore nella nostra vita e nelle nostre realtà tanto fragili, limitate, ma con tante potenzialità da scoprire e da valorizzare.

Lo Spirito Santo ci formi e trasformi, ci renda strumenti docili per collaborare alla costruzione di comunità “segno ed espressione dell’amore preveniente e gratuito di Dio Padre” (cf C 1; 18).

“Si racconta che in una falegnameria si ebbe una volta una strana assemblea. Fu una riunione di attrezzi per risolvere le loro differenze. Il martello esercitò la presidenza, ma l'assemblea gli notificò che doveva rinunciare. La causa? Faceva troppo rumore! E, inoltre, passava il tempo battendo. Il martello accettò la sua colpa, ma chiese che fosse anche espulsa la vite; disse che era necessario dare molti giri perché servisse per qualche cosa. Davanti a questo attacco, la vite accettò, ma a sua volta chiese l'espulsione della lima. Fece vedere che era molto aspra e aveva sempre frizioni con gli altri. E la lima fu d'accordo, a condizione che fosse espulso il metro che passava il tempo misurando gli altri come se lui fosse l'unico perfetto. Stando così le cose entrò il falegname, si mise il grembiale e iniziò il suo lavoro. Utilizzò il martello, la lima, il metro e la vite. Finalmente, l'aspro legno iniziale diventò un bellissimo mobile. Quando la falegnameria restò di nuovo vuota, l'assemblea riprese la deliberazione. Fu allora che prese la parola la pialla e disse: «Signori, è rimasto chiaro che abbiamo difetti, ma il falegname lavora con le nostre qualità. È questo che ci fa preziosi. Dunque non dobbiamo pensare ai nostri punti cattivi e concentriamoci nell'utilità dei nostri punti buoni».

L'assemblea trovò allora che il martello era forte, la vite univa e dava forza, la lima era speciale per affinare e limare le asprezze e osservarono che il metro era preciso ed esatto. Si sentirono tutti un'équipe capace di produrre mobili di qualità. Si sentirono orgogliosi delle loro fortezze e di lavorare insieme”.

Ci auguriamo di diventare strumenti docili e “utili” nelle mani del Falegname per sviluppare nelle nostre comunità educanti una comunione nelle differenze e imparare ad andare oltre la superficie conflittuale considerando gli altri nella loro dignità più profonda (cf EG 228), per costruire “insieme” comunità missionarie, belle e attraenti.

L’approfondimento della Lettera di Giacomo con la sua forte dimensione comunitaria e la grande attenzione alla concretezza della vita; le indicazioni che emergono dal Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”; la Visita canonica della Consigliera generale Suor Maria Assunta Sumiko Inoue, sono delle preziose opportunità che vanno accolte e valorizzate da ogni membro delle comunità educanti per potenziare la vitalità delle nostre case e diventare, come desiderano i giovani, “profezia di fraternità”.

Maria ci aiuti a vivere con responsabilità e a custodire nel cuore gli eventi straordinari e quelli comuni di ogni giorno per rispondere insieme ai giovani alla chiamata ad essere santi lì dove siamo, nel nostro contesto, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità (cf GE nn. 1-2).

Con la certezza che lo Spirito Santo potenzia le nostre capacità e che siamo preziosi ai suoi occhi, continuiamo con fiducia e speranza il nostro cammino contente di poterlo condividere, almeno in parte, con Suor Maria Assunta alla quale fin d’ora diamo il nostro BENVENUTA!

Con tanto affetto e riconoscenza, Suor Carla Castellino FMA

Itinerario Ispettoriale e Calendario