Don Francesco nell’omelia, riprendendo alcune indicazioni di sant’Agostino, ha invitato a non farsi padri e maestri, perché uno solo è il Padre e il Maestro, ma ad accompagnare i confratelli e i giovani nel quotidiano, nell’ascolto della Parola, a vivere il servizio così come Gesù ci ha insegnato.

Dopo l’omelia e la lettura della nomina di don Stefano a ispettore da parte del Rettor Maggiore, il nuovo ispettore assumendo il nuovo servizio, ha fatto la professione di fede. Al termine della celebrazione, don Stefano ha ringraziato introducendosi con queste parole: “La notizia della nomina è stata, soprattutto un momento di confusione e di commozione interiore. […] Mi sentivo troppo giovane e soprattutto inesperto per affrontare incarico, avrei potuto indicare tanti dei presenti molto più in grado di me di ricoprire questo incarico (e magari essi stessi avrebbero volentieri passato la mano…). Col passare dei giorni (ormai quasi 3 mesi dalla notizia) ho ripreso a dormire più o meno bene, perché il tempo rasserena gli animi, ma soprattutto per 3 motivi:

- perché ho pensato alle persone con cui collaborerò più direttamente e mi sento proprio tranquillo; poi lasciatemi citare don Leonardo (anche se ci lascia), perché è stato tutto ciò che uno si poteva aspettare da un predecessore: mi ha accolto nel momento di sconforto iniziale, ha cominciato piano piano a condividere le cose, ha soprattutto “tirato la carretta” fino alla fine senza tirarsi indietro, fino all’ultimo;

- perché mi sono sentito davvero circondato di affetto, davvero tanto, dai confratelli, da consorelle, da membri della Famiglia Salesiana, da tanti laici e anche dai giovani! È una cosa bellissima, di cui non mi sento degno ma che accolgo con stupore e che mi dà anche responsabilità. Spero che continui, ho bisogno che continui;

- ho sentito, anzi credo ho cominciato a sentire, di più l’amore di Dio che mi avvolge. L’obiettivo per me non è quello che mi ha augurato un confratello: “di arrivare in fondo vivo” (anche se spero pure quello!), ma è quello di ascoltare la voce di Dio. Questa voce mi dice: non devi lasciare nessuna impronta, non devi fare nulla di straordinario, devi ascoltare la voce di Dio a favore e attraverso i confratelli, i giovani, i laici. Ho messo come terzo punto questo perché, oltre che dalla preghiera, lo capisco attraverso la mediazione concreta delle persone. La potenza di Dio pare che funzioni meglio quando si serve della fragilità umana. A volte usiamo questa espressione un po’ tatticamente, anche io forse l’ho usata così tante volte. Stavolta, specie in questi giorni, sento proprio che è così”.

La giornata si è conclusa attorno ad un ricco buffet.

Il nostro grazie a don Leonardo per il servizio svolto in questi anni e il nostro sostegno a don Stefano per vivere con serenità e abbandono il nuovo compito affidato.

Per la nostra ispettoria hanno partecipato alla Celebrazione sr. Barbara Noto e sr. Marta Giuliano.