• Accogliere e celebrare le diversità. Un altro elemento centrale per la costruzione sociale è l’accoglienza delle diversità. Le differenze vanno considerate come «sfide» positive, risorse, non problemi, da valorizzare per il bene di tutti, per la costruzione di una società e di un futuro insieme come popolo.
  • Affrontare il cambiamento antropologico. Francesco sa perfettamente che le sfide educative oggi non sono più quelle di una volta ma non si può assumere l’atteggiamento dello struzzo e fare «come se» il mondo fosse diverso. Paolo VI, tanto stimato da Francesco, aveva scritto che evangelizzare significa «portare la Buona Novella in tutti gli strati dell’umanità che si trasformano»; altrimenti, egli proseguiva, l’evangelizzazione rischia di trasformarsi in una decorazione, in una verniciatura superficiale.
  • L’inquietudine come motore educativo. Bergoglio afferma che l’unico modo per riguadagnare l’eredità dei padri è la libertà: ciò che ricevo è mio solamente se attraversa la mia libertà. E non c’è libertà se non c’è l’inquietudine. Per Bergoglio, la maturità dunque non coincide con l’adattamento e educare non consiste nell’ “adattare” i ragazzi.
  • Una pedagogia della domanda. In un discorso di Bergoglio alle scuole cattoliche, egli dichiara: «Le nostre scuole non devono affatto aspirare a formare un esercito egemonico di cristiani che conosceranno tutte le risposte, ma devono essere il luogo dove vengono accolte tutte le domande». Anche perché: «La verità di Dio è inesauribile, è un oceano di cui a stento vediamo la sponda».
  • Non maltrattare i limiti. Bisogna avere la consapevolezza e l’accoglienza dei limiti. Nel 2003, Bergoglio affermava l’esigenza di «creare a partire da ciò che esiste», e dunque senza idealismi. «Ma questo comporta – scriveva – che si sia capaci di riconoscere le differenze, i saperi preesistenti, le aspettative e finanche i limiti dei nostri ragazzi e delle loro famiglie».
  • Vivere una fecondità generativa e familiare. L’educazione non è una tecnica, ma una fecondità generativa: «Dialogare è avere capacità di lasciare eredità». L’educazione è un fatto familiare che implica il rapporto tra le generazioni e il racconto di un’esperienza.
  • Vi è un’espressione estremamente sintetica che Bergoglio ha scritto agli educatori e con la quale possiamo rilanciare a questo punto la nostra azione ecclesiale: «Educare è una delle arti più appassionanti dell’esistenza, e richiede incessantemente che si amplino gli orizzonti».

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    Da https://www.laciviltacattolica.it/articolo/sette-pilastri-delleducazione-secondo-j-m-bergoglio/