La condivisione dei momenti di animazione tra questi universitari provenienti da altri paesi e i nostri giovani animatori, coordinata dalle educatrici, insegnanti e suore della Scuola Maria Ausiliatrice ha permesso a tutti un arricchimento reciproco grazie all’incrocio relazionale tra le diversità di appartenenza culturale, religiosa e di esperienze di vita.

Con i volontari abbiamo scoperto giochi tradizionali messicani, sperimentato la cucina messicana e turca nell’attività di laboratorio ma anche mantenuto i tradizionali laboratori creativi organizzati da alcune sorelle della comunità.

I nostri giovani animatori e i bambini si sono messi alla prova nelle conversazioni in lingua inglese, hanno sperimentato oltre all’inglese la lingua spagnola nelle attività laboratoriali e nei momenti di spiegazione dei giochi che si svolgevano in spiaggia alla mattina; solo il fatto di aver vinto la timidezza e l’essersi messi in gioco è stata una conquista e sicuramente il loro bagaglio lessicale si è arricchito un po’.

La storia di Yubi, proposta formativa dell’MGS del Veneto, è stato il filo rosso delle nostre giornate e il buongiorno salesiano ha scandito insieme alla preghiera l’inizio di ogni nostra giornata.

Nelle ultime due settimane altri bambini provenienti da Chiari, Bologna e Correggio si sono aggiunti ai riminesi integrandosi perfettamente nel nostro camp.

Inoltre è stata una bella esperienza di famiglia salesiana in quanto abbiamo vissuto questa estate ragazzi insieme ai confratelli salesiani che non possono al momento utilizzare i loro ambienti dell’oratorio perchè in ristrutturazione.

La presenza dei giovani volontari (la loro età andava dai 18 ai 21 anni) ha fatto molto bene anche a noi sorelle FMA; il contatto stretto con i giovani ci ha aiutato ad accorciare un po’ le distanze con il mondo giovanile (nella nostra realtà siamo soprattutto a contatto con bambini) e a superare alcune resistenze legate ad attese non più consone ai tempi di oggi. Ma dobbiamo dirci di essere state brave, anche le più anziane si sono messe in gioco e hanno saputo accogliere i volontari con semplicità.

Don Bosco diceva di educare i giovani ad essere buoni cristiani e onesti cittadini… l’educazione all’Intercultura, al rispetto della diversità e alla curiosità per altre tradizioni, religioni e modi di vivere pensiamo abbia contribuito alla crescita dei nostri bambini con l’obiettivo di aiutarli a diventare cittadini del mondo!