Il chiamare, frutto di un percorso di prossimità e ascolto, è volto a proporre spazi e luoghi dove permettere ai giovani di sperimentarsi e conoscersi. Spazi e luoghi che vanno concepiti e progettati già attraverso la loro partecipazione e collaborazione. In questi luoghi/laboratori, suscitando delle esperienze, sarà possibile mettere in moto, attraverso la presenza di adulti maturi, un processo di discernimento (riconoscere – interpretare – decidere), in grado di sostenere la crescita responsabile e libera dei soggetti; si forniranno così quegli strumenti volti ad aiutare a riconoscere quella specifica e personale chiamata e di accoglierla nella loro vita.

Il management pastorale (il Bene fatto bene) può contribuire a rinnovare la Chiesa (dimensione giovane). Non è sufficiente una dimensione carismatica a rinnovare la realtà e le prassi di evangelizzazione. Occorre una riflessione più profonda in grado di aiutare a ripensare a fondo i modelli e le forme dell’annuncio.

Questo dentro una rinnovata prospettiva dell’evangelizzazione (e quindi del modo in cui la Chiesa si organizza per realizzarla) che dalla ‘cura d’anime’ passi alla categoria della testimonianza, tenendo insieme comunione e missione dentro una sana tensione, e non facendo prevalere l’una sull’altra.