DMA, aprile-giugno 2022 – Editoriale a cura di Maria Ausilia De Siena, FMA – Il discernimento attraversa tutta la vita delle persone e delle comunità, le nostre relazioni, i momenti più belli e quelli più tristi. Abbraccia diversi livelli, primo tra tutti quello personale che richiede una coraggiosa e quotidiana rilettura della nostra vita, della nostra storia, con occhi sempre più spogli da condizionamenti. Il ritmo vertiginoso dei cambiamenti della società, le mutevoli situazioni dei contesti in cui ci troviamo, ci destabilizzano e ci impongono la ricerca di punti di riferimento solidi, profondi. Questo dinamismo ci offre l’opportunità di conoscer meglio la verità di noi stessi se riusciamo a calarci in una interiorità illuminata dallo Spirito e se lasciamo che la Parola di Dio si incarni nella nostra vita.

Un ostacolo al discernimento è rappresentato dalla paura, che può paralizzarci, può inficiare la capacità di guardare noi stessi e gli altri, di confrontarci con la Parola, di affrontare le inevitabili difficoltà della vita. Ascoltiamo le nostre paure: hanno sempre qualcosa da rivelarci; andiamo con fiducia verso gli altri: hanno sempre qualcosa di bello da insegnarci. Coltiviamo la certezza che il Signore ci ama così come siamo, gratuitamente, con tutte le nostre fragilità. Accogliamole con la stessa misericordia che Lui ci esprime e lasciamole emergere alla luce della sua Parola che non condanna mai ma illumina la strada della felicità vera. Non spaventiamoci di fronte alle difficoltà: solo affrontandole conosciamo meglio noi stessi, gli altri e rafforziamo il nostro rapporto con Dio. Non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento, dall’incertezza, ma esercitiamo la resilienza che ci irrobustisce e ci rende sempre pronti a rialzarci, a ricominciare ogni giorno, ad affrontare la vita.

Uno sguardo limpido nei confronti di noi stessi ci permette una lettura serena delle relazioni con gli altri, che altrimenti risulterebbe distorta, carica di pregiudizi e causa di incomprensioni. Sarebbe anche compromesso il nostro rapporto con la Parola di Dio, che rimarrebbe superficiale, astratto e disincarnato dalla realtà. Se la fede non illumina con realismo la nostra vita e non si intreccia con la vita della comunità non è possibile il discernimento e di conseguenza il camminare insieme. È sempre lo Spirito che ci conduce, ci spinge oltre il semplice confronto delle nostre idee e dei nostri modi di pensare. Unica preoccupazione del popolo di Dio in cammino deve essere la costante e sincera ricerca della volontà di Dio, il desiderio di conformarsi a Cristo, di assumere la sua logica, la sua mentalità per riuscire a scorgere il significato profondo della vita oltre l’apparenza.

È quello che succede alle nozze di Cana. Il brano evangelico che ha incisivamente orientato la riflessione del CG XXIV, ci invita a cogliere e assumere l’atteggiamento di Maria, maestra di reale discernimento nella lettura della realtà e nel rapporto con suo Figlio. Maria si accorge di una mancanza poco evidente che però potrebbe compromettere la buona riuscita della festa. Non esita a intervenire, senza clamore, in modo sommesso ma incisivo. Confida nell’azione di suo Figlio, senza lasciarsi inibire dalla sua risposta apparentemente distaccata. Si fida. È questa la dinamica della nostra vita: saper cogliere quanto non è sempre visibile agli occhi, ma è essenziale per dare alla vita quel sale senza il quale anche le cose belle e buone perdono il loro vero sapore. Abbiamo una missione tra i giovani che ci impegna a camminare insieme educandoli al vero discernimento che li renda responsabili, protagonisti della loro vita, che li orienti al Signore. Attenzione! La nostra vita non sia una festa senza vino! Sarebbe forse apparentemente bella ma infelice, vuota: senza l’Essenziale!

Maria Ausilia De Siena, FMA – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Da https://www.rivistadma.org/it/sessioni/editoriale/item/287-verso-l-essenziale