Approfon…DIRE, maggio 2022 – A cura di Mara Borsi – Una Pastorale giovanile missionaria e popolare. In questi anni sono stati numerosi gli inviti di Papa Francesco a ravvivare la «scelta missionaria», frutto dell’originaria e sempre nuova Pentecoste che dona alla Chiesa il coraggio e la forza di essere estroversa, in uscita seguendo l’impulso e il soffio dello Spirito Santo: “Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita si Gesù Cristo […] preferisco una Chiesa accidentata, ferita, sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezza. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro [...]. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivano senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senso un orizzonte di senso per la vita” (EG n. 49).

Accendere stelle nella notte. Alla luce del cammino sinodale vissuto con i giovani e per i giovani, siamo invitati a promuovere una pastorale giovanile missionaria capace di portare a tutti i giovani, nessuno escluso, la gioia del Vangelo e che sappia coinvolgerli per renderli sempre più protagonisti dell’azione evangelizzatrice. A più riprese nell’esortazione apostolica Francesco si rivolge direttamente ai giovani per ravvivare lo slancio missionario: «Il Signore ci chiama ad accendere stelle nella notte di altri giovani». L’annuncio del Vangelo è un contagio di gioia e «la cosa più importante è che ogni giovane trovi il coraggio di seminare il primo annuncio in quella terra fertile che è il cuore di un altro giovane». Possano i giovani, dopo aver incontrato e sperimentato l’amore misericordioso del Padre, aprirsi senza esitazioni e correre senza indugio in uscita come veri e propri pellegrini, «“viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra», dilatando lo sguardo e il cuore per accogliere quest’invito radicale: «Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. È per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore».

Inclusivi non elitari. Lo slancio missionario con e per i giovani, ci dona di riscoprire un duplice movimento di uscita, una duplice direzione che spalanca nuovi orizzonti pastorali di cura e di evangelizzazione delle nuove generazioni. Il primo passo ci conduce verso i giovani che sono già coinvolti nei cammini ordinari di fede della comunità cristiana, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, ma allo stesso tempo è necessario poter correre incontro ai giovani che si dichiarano distanti, che professano altre fedi o che vivono ai margini, isolati e dimenticati a causa delle ferite o delle difficoltà che hanno segnato la loro storia. Francesco ci ricorda che «tutti i giovani, nessuno escluso, sono nel cuore di Dio e quindi anche nel cuore della chiesa» (E.G. n. 235). È un invito ad uscire dalle comode e sicure logiche viziose che rischiano di coltivare gruppi chiusi e autoreferenziali, di alimentare una logica di appartenenza elitaria, di ripiegare su proposte pastorali meno esigenti e così spegnere il fuoco della missione e il calore dell’accoglienza. L’impegno è quello di realizzare una pastorale giovanile capace di creare spazi inclusivi, dove ci sia posto per ogni tipo di giovani e dove si manifesti realmente che siamo una Chiesa con le porte aperte. E non è nemmeno necessario che uno accetti completamente tutti gli insegnamenti della Chiesa per poter partecipare ad alcuni dei nostri spazi dedicati ai giovani. Basta un atteggiamento aperto verso tutti quelli che hanno il desiderio e la disponibilità a lasciarsi incontrare dalla verità rivelata da Dio. Alcune proposte pastorali possono richiedere di aver già percorso un certo cammino di fede, ma abbiamo bisogno di una pastorale giovanile popolare che apra le porte e dia spazio a tutti e a ciascuno con i loro dubbi, traumi, problemi e la loro ricerca di identità, con i loro errori, storie, esperienze del peccato e tutte le loro difficoltà CV, n. 234. Si tratta oggi di tratteggiare e declinare il senso di una rinnovata “pastorale giovanile popolare”. Questa nuova accezione è da considerarsi nella riflessione un vero e proprio elemento di novità che non era stato ancora così chiaramente esplicitato e desidera essere l’espressione di una pastorale inclusiva che si contraddistingue per la capacità di andare oltre il recinto della pastorale ordinaria per accogliere tutti, superando qualsiasi forma di elitarismo attraverso un «un processo lento, rispettoso, paziente, fiducioso, instancabile, compassionevole» CV, n. 236.