Treno, macchina, pulmino... pronti, partenza, via! Il 29 marzo, con otto ragazze dell’Emilia-Romagna, una della Liguria e cinque della Lombardia ci siamo incontrate a Mornese, terra che ha visto nascere Madre Mazzarello e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Qui abbiamo vissuto i giorni del Triduo Pasquale.

«Come in altre occasioni, la comunità FMA non ci ha fatto mancare niente e ci ha coccolato come fossimo loro figlie». Un tempo per condividere i giorni più importanti per la preparazione alla Pasqua tra gioco, risate e momenti intensi di preghiera, «alla scoperta dei luoghi testimoni della nascita e della vocazione di Madre Mazzarello».

«È stata un'esperienza di immersione profonda nel triduo, in un modo completamente diverso e decisamente pieno rispetto a quello a cui ero abituata, che mi ha aiutata a percepire il perché Gesù abbia fatto questo per noi e mi ha fatta riflettere su ciò che dovremmo fare per lui in risposta al suo atto di amore immenso». Anche la compagnia del resto del gruppo, si è rivelata di una qualità che ha fatto davvero la differenza, tanto che qualcuna scrive: «la cosa bella era non essere soli, rendersi conto che c'è qualcuno lì per il tuo stesso motivo, con le tue stesse domande e il tuo stesso desiderio di esserci e viverlo così, semplicemente e pienamente».

«Mornese è un posto che mi dà tanta pace. Sono stati giorni di silenzio,in cui sono riuscita a fare silenzio anche dentro (cosa che di solito fatico a fare) e a pregare. Uno dei momenti più forti per me è stata la camminata in silenzio alla Valponasca e la mattinata lì di silenzio e preghiera. Questi esercizi sono stati importanti anche per crescere nell'amicizia con le altre ragazze, questo gruppo che si sta creando mi fa proprio capire come condividere un cammino di fede importante per la propria vita renda più saldi e pieni i legami». Nella giornata di venerdì «ho cercato davvero di guardare la croce, di volgere lo sguardo a Gesù crocifisso. Lui sceglie la morte peggiore e lo fa per me. Grazie al silenzio e alle riflessioni proposte, è come se sentissi, quasi per la prima volta, questo grande amore per me. Non è scontato vivere il triduo potendo fare silenzio e avendo momenti di riflessione come abbiamo avuto» noi.

finestrella«È sempre bello vivere un momento così intenso come il triduo coscienti di quello che si sta vivendo. I vangeli che abbiamo meditato non erano nuovi: sono già sentiti e risentiti, letti e riletti. Ma ciò che mi piace tantissimo è che ogni volta parlano al mio cuore in un modo diverso, in un modo nuovo. In particolare mi ha colpito tanto scoprire di più la bellezza del Venerdì Santo, il giorno della croce, il giorno della morte. Mi è piaciuto provare a mettermi nei panni di coloro che vedono Gesù trasfigurato dalla sofferenza: come mi pongo io davanti alla sofferenza di Gesù? Come mi pongo io davanti alle mie croci? Gesù non solo muore, ma muore per me. Questo "per me" cambia tutto. Mi ha colpito tanto pensare come solo facendo la Sua volontà si può rispondere a questo grande e misterioso dono. E provare a stare nel silenzio di Maria, che non capisce, ma non dispera. Essere a Mornese non è stato solo un bel contorno, ma una grande grazia. È veramente un luogo santo e in questi esercizi sento che lo Spirito abbia parlato tanto. Bello conoscere sempre di più anche la figura di madre Mazzarello, donna che ha saputo portare la sua croce con tanta allegria, ma soprattutto umiltà. La stessa allegria che era nel nostro gruppo: è sempre importante sapere di avere qualcuno con cui camminare. Percorsi diversi, ma verso la stessa meta. Torno a casa tanto più ricca, pronta (ma non del tutto) a celebrare la Pasqua, con la certezza che "la croce è l'unica scala per salire al cielo"».

«Mi ha colpito la riflessione sul brano della lavanda dei piedi, come testamento concreto di Gesù per i suoi discepoli, il Suo esempio di "servitore" che diventa per noi ricchissima eredità. E mi è piaciuto vedere come anche all'interno del nostro gruppo nessuno voleva prevalere sull'altro. Ho meditato tanto sul significato che ha per me la morte di Gesù in croce... spiazza sempre pensare che Qualcuno si sia donato totalmente per noi: per tutti e per ognuno allo stesso tempo. Così anche davanti alla grandezza del silenzio di Maria ho provato a fare silenzio per ascoltare e farmi guidare da Chi mi conosce veramente. Mi porto a casa i tanti momenti di allegria vissuti con il gruppo, i sorrisi, i canti, le celebrazioni nella parrocchia di Mornese, l'accoglienza della comunità che ci ha ospitate, le condivisioni, i tempi di silenzio e di preghiera, il semplice "essere stati" in una terra veramente santa, ma anche i piccoli momenti di stanchezza e fatica. Essere tornata a casa con tanta voglia di celebrare la Pasqua e di continuare a camminare alla ricerca e verso l'abbandono alla Sua Volontà credo siano il segno e il frutto più bello di queste giornate».