Livorno, 26 febbraio 2022 – Istituto Santo Spirito – Condividiamo il saluto scritto dalla direttrice sr. Teresita Osio e letto al termine della celebrazione di esequie: “Sr. Maria, la partigiana, la presidente dell’Azione Cattolica, la maestra, l’assistente oratoriana… la salesiana! Ci dici come faremo ad abituarci a non vederti gironzolare per i corridoi e per le camere delle sorelle inferme con il tuo deambulatore cigolante che annunciava la tua presenza simpatica da “volontaria della carità”?

Vedevi tutto, ti accorgevi di tutto da qualsiasi punto ti trovassi. Dalla tribuna ti sei accorta dell’infermiera che durante la Messa si era seduta (dunque non stava bene…, bisognava dirlo a qualcuno); la sala e la cappellina da arieggiare spalancando finestre e porte; la copertina da portare a sr. Marianna che aveva freddo… il rosario detto ogni giorno con sr. Vittoria che, cieca, resta sempre sola nella sua cameretta…

Nel gruppo delle anziane che si incontravano con Lara e Gaia per esercizi di movimento e giochi di animazione apparivi ogni tanto, restavi un pochino e scomparivi: eh! tu, 98 anni, non appartenevi a quell’età anagrafica, non avevi bisogno come loro di recuperare la forma!!! Però, quando ti fermavi, intervenivi, raccontavi, partecipavi regalando la vivacità dei tuoi lucidi ricordi e la prontezza dei tuoi calcoli aritmetici.

Avevi una particolare attenzione e cura per quelle due ragazze che avevano scelto di fare il Servizio Civile Universale tra le sorelle anziane. Ti interessavi di loro, davi consigli; facevi compagnia a Lara quando restava sola a lavorare; conoscevi i nomi dei loro genitori e fidanzati e li mandavi a salutare… Hai voluto loro un gran bene e Lara e Gaia te lo hanno ricambiato, trovando in te una grande amica salesiana!

E poi l’affetto grande che hai sempre portato ai tuoi cari! Mettevi da parte per loro libretti, immagini, ritagli di giornale, medagliette.

L’ultima volta che le ho parlato mi aveva detto che voleva proporre ai suoi nipoti un modello di abitino per la Prima Comunione delle due gemelline. Mi diceva che aveva trovato l’immaginetta di una Madonna vestita in bianco che le piaceva tanto, però, ha aggiunto, era solo una proposta e che era giusto che i genitori delle bimbe scegliessero l’abitino che desideravano.

Sr. Ausilia Gianola la descrive così: “Sr. Maria era una persona altruista, molto attenta agli altri, voleva sempre aiutare, dare sollievo, nonostante la sua veneranda età. Riconoscente in tutto, ricordava sempre i benefattori e pregava per loro. Per il sig. Roberto in modo particolare che si fa sempre presente nelle nostre comunità con i suoi generosi doni”.

Le Exallieve di Firenze la dicono “grande donna, intelligente e umile, la dolcezza fatta persona!”.

Ti saluto sr. Maria! Mi mancherai all’appuntamento delle 5.30 quando ci incontravamo, tu per il cappuccino e io per un caffè macchiato! Poi andavi nella chiesa ancora semibuia a salutare Gesù e l’Ausiliatrice per affidare a loro la tua impegnativa giornata.

Ora che non hai più bisogno del deambulatore cigolante e puoi correre nel giardino salesiano in mezzo ai nostri santi e agli angeli, non dimenticarti di noi che ti abbiamo voluto un gran bene e continua ad essere per tutti noi la “volontaria della carità” presso il cuore di Dio!

Sr. Teresita e le sorelle della tua Comunità

Testimonianza dei volontari del Cenbtro Caritas Parrocchia Salesiani di Livorno: “Buongiorno colleghi”. Si presentava così, tutti i mercoledì mattina al centro di Ascolto della Caritas alla Casina Marfori, accanto alla Chiesa dei Salesiani di Livorno. Noi volontari, che prestavamo servizio per la distribuzione dei pacchi di generi alimentari, la prima volta non capivamo cosa volesse dire con quelle due parole, poi è stata lei a spiegare tutto. “Siamo colleghi – disse – perché anch’io mi adopero molto nel confezionare i cestini con i pasti caldi che diamo ai poveri che bussano alla nostra porta”. Iniziò così, in maniera semplice e diretta, una sorta di collaborazione-amicizia tra noi e suor Maria che ogni settimana veniva a trovarci e a darci la carica. Dalla sua bocca partivano parole di incoraggiamento, che arrivavano dritte al cuore, lo riempivano di gioia e di riconoscenza. Sì, eravamo riconoscenti a lei che apprezzava il nostro operato e ci dava più stimoli e forza ad andare avanti, ad incrementare il tempo per aiutare quei fratelli e quelle sorelle che erano stati meno fortunati nella vita. Suor Maria era diventata una figura importante per noi e quando un giorno venne a salutarci perché di lì a poco si sarebbe trasferita nella casa di Santo Spirito, ci raggiunse un velo di tristezza. Niente, però, mai ci potrà far dimenticare la sua spontanea generosità, il suo altruismo e la felicità di aprirsi al mondo e agli altri, soprattutto ai più deboli, indifesi e bisognosi. Cecilia e Aldo Della Nina