Il “noi” è l’orizzonte del cammino comune, da sempre presente nel progetto della Creazione (Gen 1,27-28) e “destinato ad includere tutta la famiglia umana, tutti i popoli”. Un cammino che ha come centro e compimento il mistero di Cristo, morto e risorto «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21).

Eppure questo “noi” voluto da Dio “è rotto e frammentato, ferito e sfigurato”, soprattutto in tempi di maggiore crisi come la pandemia di Covid-19, in cui i nazionalismi e l’individualismo dividono il “noi” e portano ad allontanare da sé gli “altri”: gli stranieri, i migranti, gli emarginati, che abitano le periferie esistenziali.

“In realtà, siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli ‘altri’, ma solo un ‘noi’, grande come l’intera umanità”, dice Papa Francesco, e lancia un duplice appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande:

Una Chiesa sempre più cattolica. L’universalità è la realtà della Chiesa da riconoscere e vivere in ogni epoca. L’azione dello Spirito rende capaci “di abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza”. I fedeli cattolici e la Chiesa sono dunque chiamati ad accogliere le diversità come opportunità di arricchimento reciproco, ad aprirsi alle periferie esistenziali senza pregiudizi e paure, a riconoscere nei flussi migratori contemporanei una nuova “frontiera” missionaria e un’occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo.

Un mondo sempre più inclusivo, un’unica famiglia umana, dove nessuno venga escluso: “Il futuro delle nostre società è un futuro a colori, arricchito dalla diversità e dalle relazioni interculturali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace”. L’appello del Papa richiede l’impegno di tutti gli uomini e le donne ad abbattere i muri e a favorire la cultura dell’incontro, a impiegare bene i doni ricevuti da Dio e ad essere corresponsabili nel rendere ancora più bella la creazione, il ‘tesoro’ comune, per “realizzare uno sviluppo più sostenibile, equilibrato e inclusivo”.

Per prepararsi e vivere la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021, il Sito web del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale offre materiale in varie lingue per la celebrazione della Giornata e risorse multimediali da utilizzare e condividere: i video del Papa per promuovere nelle comunità maggiore comprensione e consapevolezza verso i migranti e i rifugiati e alcune testimonianze di esperienze positive di migrazione.

L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice accoglie la sfida pastorale di farsi prossimi a quanti si trovano a vivere situazioni di precarietà e di emarginazione, attraverso l’azione concreta di tante Comunità Educanti del mondo che aprono le porte e il cuore per dare speranza e un futuro migliore a famiglie di migranti e rifugiati, educando al rispetto per le diversità e all’inclusività.

“Siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli”. (cfr FT, 8).

Da https://www.cgfmanet.org/infosfera/chiesa/verso-un-noi-sempre-piu-grande/