Spero che il mese di giugno, così carico di amore verso il Cuore di Gesù e di Maria, vi abbia permesso di rivisitare i sogni missionari di Don Bosco, come era stato suggerito nel messaggio precedente.

Nel contesto dell’Anno di San Giuseppe, e del Capitolo Generale XXIV che ci invita ad essere comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità, vorrei proporvi una breve e semplice riflessione sulla comunità di Mornese e la devozione a San Giuseppe.

La Cronistoria (vol. 2) ci racconta che a Mornese – siamo nel 1872 – nel momento in cui aumenta il numero delle postulanti e diminuiscono i mezzi di sussistenza, aumenta anche la fiducia nel caro “economo” San Giuseppe. Più tardi, nel 1877, «il mese di marzo porta un nuovo incremento nella devozione a San Giuseppe». Tutte sono invitate a «mostrargli più che mai la propria gratitudine per aver corrisposto alla responsabilità affidategli come “economo” della casa».

In una certa occasione, la comunità si prepara per cominciare la novena a San Giuseppe. «La Madre consiglia la comunità a farla assai fervorosa per ottenere due grazie»: una si riferisce alla salute di una suora, suor Rosa Mazzarello, tanto buona e tanto ammalata; l’altra, che San Giuseppe, «accettando la carica di economo dell’Istituto, aiuti a pagarne i debiti che si fanno ogni giorno più grossi».

A Mornese, San Giuseppe era anche invocato nel discernimento delle vocazioni, com’è il caso dell’adolescente e orfana Maria Belletti, che si trovava disorientata perché «aveva il cuore già ripieno di tutt’altre speranze». Inizialmente, Maria Belletti rifiuta l’idea di diventare suora, ma poi… seguita dalla comunità, soprattutto dalla Madre, da suor Enrichetta e dal Confessore, sotto lo sguardo amorevole di San Giuseppe, chiede di essere accettata nell’Istituto: «Oh, madre, io ne sono indegna, ma… voglia essere madre anche per me…». E Madre Mazzarello le risponde: «Se tu vuoi essermi figlia, io ti sarò vera madre». La ‘conversione’ di questa giovane sarà considerata un “regalo” di San Giuseppe.

Il padre adottivo di Gesù, che con tanta attenzione ha curato e protetto la vita del Figlio di Dio e di Maria, sua Madre, sarà invocato spesso dalle sorelle della prima comunità, anche e soprattutto nei pericoli. Prova di questo è il racconto della Cronistoria (vol. 2): in un 20 marzo… dopo essere andate a Gavi, al ritorno la Madre e alcune sorelle trovano per strada un cavallo sfuggito al controllo del conducente. Invocano San Giuseppe… «e il cavallo passa accanto a loro… tira diritto nella sua corsa folle, senza recare alcun danno».

Ora, quello che vorrei sottolineare di più riguarda la partenza della seconda spedizione missionaria. Siamo nell’anno 1878, verso la fine del mese di dicembre. Sono 10 FMA in partenza, con a capo suor Maddalena Martini, che sarà la prima Ispettrice dell’Istituto. Questa spedizione partirà poi il 1° gennaio 1879.

Racconta ancora la Cronistoria (vol. 2) che, a ciascuna delle partenti, la Madre dà i suoi ricordi in particolari, «secondo i personali bisogni».

Intanto, quello che colpisce di più è l’iniziativa del direttore di Mornese, don Lemoyne. Nel salutare ogni missionaria, «pone in mano a ciascuna una piccola immagine di san Giuseppe, con questi ricordi: 1 – obbedienza pronta alla volontà di Dio; 2 – rassegnazione allegra alla volontà del divino beneplacito; 3 – indifferenza generosa per tutto ciò che non riguarda la volontà di Dio».

Su ognuno di questi ricordi si potrebbe dire tanto. Ma, quello che subito salta ai nostri occhi, è la ripetuta espressione: volontà di Dio. Ancora più rilevante è che questi ricordi sono stati consegnati insieme ad un’immaginetta di san Giuseppe: lui è “il giusto” che ha conformato la sua vita alla volontà di Dio; che in tutto ha ‘ascoltato’ e accolto con cuore aperto la volontà di Dio; che ad ogni richiesta/rivelazione di Dio ha risposto con generosità il suo “sì”; che nulla ha anteposto alla volontà di Dio.

Carissime sorelle, siamo invitate a meditare su questi tre ricordi di don Lemoyne alle missionarie del 1879, che sono di grande attualità e ancora oggi molto opportuni per la crescita di ognuna di noi. Imploriamo l’intercessione di San Giuseppe perché la nostra vita sia un unico “sì” alla volontà di Dio. Chiediamogli di aiutarci a vivere “l’obbedienza pronta, la rassegnazione allegra e l’indifferenza generosa…” perché, al di sopra di tutto, desideriamo vivere secondo la volontà di Dio.

Nella nostra preghiera personale e comunitaria, invochiamo San Giuseppe. Affidiamogli la salute di tutte le persone, in modo particolare quelle colpite dal Coronavirus; i/le giovani in ricerca; le persone che a causa della pandemia hanno perso il lavoro e si trovano in grosse difficoltà economiche. Chiediamogli di difendere dai pericoli le persone più bisognose, provate in tanti modi, e che lui sia il sostegno di quanti lo invocano.

Con Papa Francesco, preghiamo (Patris Corde):

Salve, custode del Redentore, e sposo della Vergine Maria. A te Dio affidò il suo Figlio; in te Maria ripose la sua fiducia; con te Cristo diventò uomo. O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male. Amen.

Chiediamo l’intercessione di San Giuseppe, di Maria e dei nostri Santi per il Capitolo Generale XXIV e per la buona riuscita della nostra missione educativo-evangelizzatrice-missionaria tra i giovani, con i giovani, per i giovani.

Restiamo in comunione nella preghiera reciproca. Con affetto fraterno, un forte abbraccio.

Suor Alaide Deretti Consigliera per le Missioni