Come educatrici salesiane abbiamo una responsabilità e un’opportunità straordinarie di aiutare le giovani generazioni nella ricerca del proprio insostituibile compito, nell’ottica di una cultura della vita che poggia sul sentirsi amati da Dio.
Come Don Bosco e Madre Mazzarello, circ. 928: Don Bosco e madre Mazzarello hanno speso tutte le loro risorse perché i giovani potessero diventare presenze significative e propositive nella Chiesa e nella società come buoni cristiani e onesti cittadini. Il primo luogo dove si attua questa finalità è l’ambiente familiare con il suo clima di fiducia, con i suoi valori “non commerciabili” e la possibilità di far nascere e maturare vere vocazioni.
Siamo chiamate ad accompagnare il discernimento vocazionale dei giovani, circ. 960: L’articolo 73 delle nostre Costituzioni è una sintesi meravigliosa di quello che come Figlie di Maria Ausiliatrice siamo chiamate ad essere per accompagnare il cammino vocazionale delle giovani. Ci interpella alla responsabilità personale e comunitaria in un impegno che chiede preghiera incessante, gioiosa e costante fedeltà…Esso traccia la strada per favorire nelle nostre realtà una cultura vocazionale dove tutte/i si sentono corresponsabili nell’accompagnare i giovani in un cammino di ricerca vocazionale affascinante, convincente, gioiosa. La cultura vocazionale fin dalle origini ha caratterizzato i nostri ambienti nei quali ogni giovane, anche oggi, è accompagnata/o a «discernere il disegno di Dio sulla propria vita e ad assumerlo come una missione» (C 72).
Dall’ascolto alla vita
Dalla circ. 960: Care sorelle, siamo consapevoli che la questione vocazionale è soprattutto questione di testimonianza e di gioia e che essa è essenziale per la vita della Chiesa, per la vitalità dell’Istituto, per lo sviluppo del carisma e come garanzia di un futuro fecondo?
Per fare spazio alla Parola che trasforma (Lc 1,38)
Ripeti lentamente questa Parola perché metta radici nel tuo cuore: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».