Maria si mette in cammino, “andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda”. Da Nazareth alla Giudea un percorso di circa 130 Km, coperto, unendosi con tutta probabilità a una carovana.

Maria va a contemplare il segno che le è stato dato. Ha già obbedito alla Parola rivoltale. Il segno è un conforto per la sua fede. Il segno è una persona, che come lei crede che nulla è impossibile a Dio. Elisabetta, sterile, è profezia di Maria, vergine madre.

I credenti confortati dal segno di altri credenti, tutti discepoli dell’impossibile. Questo è la Chiesa.

Nell’incontro, la più povera delle due benedice colei che viene a visitarla: “Madre del mio Signore”, “Benedetta tra le donne, “Beata te che hai creduto”. L’intensità di comunione tra le due, così diverse nel mistero della maternità, fa germogliare, ed esplodere, dal cuore di Maria, il cantico della lode. Nella vita dei discepoli, la reciprocità amorevole, è sorgiva di lode al Signore.  

“Debbo chiederlo agli specialisti. Non riesco a spiegarmi, infatti, perché mai quella parola del testo greco, che a me sembra così densa di allusioni, non sia passata nella traduzione italiana. Mi spiego. Quando, al primo capitolo del suo Vangelo, Luca dice che, partito l'angelo da Nazaret, «Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta la città di Giuda», nel testo originale, dopo la parola Maria, c'è un participio: anastàsa. Letteralmente significa: "alzàtasi”. A ben guardare, la parola anastàsa ha la stessa radice del sostantivo anàstasis, il classico vocabolo che indica l'avvenimento centrale della nostra fede e, cioè, la risurrezione del Signore. Sicché potrebbe essere tradotta tranquillamente con "risorta". E allora, tenuto conto che Luca rilegge l'infanzia di Gesù alla luce degli avvenimenti pasquali, è proprio fuori posto sospettare che la parola anastàsa sia qualcosa di più di uno stereotipo inespressivo? È rischioso pensare che voglia alludere, invece, a Maria come simbolo della Chiesa "risorta" che, in tutta fretta, si muove a portare lieti annunzi al mondo? È un po' troppo affermare che sotto quella parola si condensi il compito missionario della Chiesa la quale, dopo la risurrezione del Signore, ha il compito di portare nel grembo Gesù Cristo per offrirlo agli altri, come appunto fece Maria con Elisabetta?” (Don Tonino Bello, Maria, donna del primo passo).