La violenza accresce la povertà. La povertà genera un senso di esclusione, rabbia e, talvolta, anche aggressività, ed è una delle cause più forti delle migrazioni in tutto il mondo. Se nel mondo si decidesse di mettere fine alla costruzione delle armi, alla minaccia nucleare, non ci sarebbero più conflitti tra i popoli. La fede nel Dio della Vita porta al rispetto della vita umana, della sua dignità.

La pace inizia nel cuore di ogni persona e dunque in ognuna di noi, in ogni giovane, in ogni famiglia. Noi siamo educatrici e abbiamo la responsabilità di educare i giovani alla cultura della pace a partire dalla nostra esperienza personale e comunitaria.

Invito tutto l'Istituto a fare del 23 febbraio 2018, in comunione con Papa Francesco e con tutta la Chiesa, una giornata dedicata alla pace, condivisa con i giovani, con le comunità educanti, con tutte le persone con cui siamo in contatto.

Ogni comunità ha certamente già organizzato questo tempo forte di preghiera. Penso che l'adorazione eucaristica e la preghiera del Rosario siano particolarmente indicate per aiutarci a far salire verso il Signore, attraverso la mediazione di Maria, il nostro grido di poveri che mettono tutta la sua fiducia nell’ascolto amorevole del Padre. Nel silenzio adorante, lasciamoci raggiungere da Gesù, Principe della Pace. Lui, il Mite, il Mansueto, l’Agnello innocente immolato per noi, chiede la nostra collaborazione. Siamo noi oggi le sue mani, i suoi piedi, il suo cuore che possono dare continuità alla Sua Sete di pace per tutta l’umanità.

Nella preghiera del Rosario, ogni granello pregato, con Maria e come Maria, ci rende più simili al suo cuore di Madre che vuole sempre il bene per tutti i suoi figli sparsi sulla terra.

Alla preghiera associamo gesti di pace, perché in tutto l'Istituto si possa respirare la pace e si possa irradiarla a cerchi concentrici sempre più ampi.

Papa Francesco ha allargato l’invito anche ai fratelli e alle sorelle non cattolici e non cristiani, perché si associno a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune.

Tutti siamo invitati a questa giornata di preghiera e di digiuno per la pace.

Sia la preghiera, sia il digiuno incomincino anzitutto da noi. Non solo digiuno materiale, ma digiuno dai giudizi, parole e pensieri negativi. Può esserci violenza anche nelle parole e nello sguardo. Vogliamo purificare il cuore, lo sguardo, il pensiero, le parole e porre azioni di pace, pensando ai tanti fratelli che ne soffrono la mancanza, sicuri che “il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3)” [dalle parole dell’Angelus, 4 febbraio 2018].

Vi saluto con affetto. Sentitemi in comunione. Dio vi benedica.

Suor Yvonne Reungoat, FMA Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice