Fin dal primo annuncio dell’Angelo, Maria comprende che, nella sua povertà, può solo “affidarsi” e cantare il Magnificat: un canto dove la memoria delle grandi cose compiute da Dio si esprime in riconoscenza e ringraziamento. Il Magnificat sintetizza l’identità stessa di Maria: una lode perenne di gratitudine al Padre per ciò che ha operato nella sua vicenda personale e nella storia, di generazione in generazione. «Fare memoria» è un tipico atteggiamento cristiano. Gesù stesso ci ha lasciato l’Eucaristia come “memoriale” della sua presenza in mezzo a noi. E, sul Calvario, ci ha affidato come sua memoria la Madre tanto amata. Eucaristia e Maria sono aspetti chiave della nostra identità.”

Essere un monumento vivo di gratitudine, circ. 978 “Una prima dimensione del monumento vivo è dunque quello di essere, come Maria, donne di memoria. In un tempo in cui assistiamo a un profondo calo di memoria, tendiamo a delegare sempre più agli strumenti tecnologici la funzione di “conservare in memoria”. Non dubitiamo dell’importanza di questi strumenti, ma potrebbero farci dimenticare la memoria del cuore, le narrazioni di vita, le relazioni fraterne, il dialogo. Rischiamo di dimenticare anche il recente passato, da cui sembra che non abbiamo imparato niente, esponendoci così a ripetere gli errori della storia. Passiamo velocemente da un’esperienza all’altra, da un episodio al successivo, senza custodire e meditare, senza trovare le connessioni, come invece faceva Maria. Ma in questo modo perdiamo anche il senso delle vicende storiche, del legame e della solidarietà con le generazioni che ci hanno precedute e con quelle che ci seguiranno.”

Educare nei giovani un cuore mariano, circ. 978 “Come educatrici, non solo dobbiamo formarci un cuore grato, ma formarlo nei giovani a noi affidati. Questa attitudine è tanto più necessaria in un tempo in cui talvolta prevale l’atteggiamento del tutto dovuto, di un esasperato protagonismo e individualismo, della violenza e del bullismo. Educare alla gratitudine e alla nonviolenza non è per persone deboli o senza personalità, ma per persone forti nello spirito, capaci di aprirsi al bene, di scoprirlo nel presente. Vuol dire educare un cuore di figli, un cuore mariano.”

Dall’ascolto alla vita. L’esame di coscienza quotidiano è uno strumento prezioso per educare il cuore a fare memoria, nel pentimento e nella gratitudine. Siamo capaci di valorizzare questo tesoro della nostra tradizione e di trasmetterlo alle giovani generazioni?

Per fare spazio alla Parola che trasforma – (Lc 2, 19).Ripeti lentamente questa Parola perché metta radici nel tuo cuore: «Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore».