Dal libro del profeta Geremia (Ger 1,4-9)

Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. Risposi: “Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane”. Ma il Signore mi disse: “Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti”. Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: “Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca”.

Commento (P. Brocardo SBD, Profondamente uomo profondamente santo) – Il «Da mihi animas» è il suo motto, la sua ossessione, la sua mistica. Mistica che è concentrazione su Dio Padre, su Cristo e il suo Spirito, ma anche conseguenza diretta del suo essere sacerdote, chiamato, per destinazione essenziale, a collaborare con Cristo nel ministero della Redenzione. Non è possibile pensare don Bosco se non sacerdote. Che cosa è infatti la sua giovinezza se non la consapevole, voluta, assidua preparazione al sacerdozio? «Essere presto prete - diceva a se stesso - per trattenermi in mezzo ai giovanetti, per aiutarli», E che cosa è la sua vita se non lo scioglimento di questo voto fatto in gioventù? Di Cristo sacerdote, unico ed attuale Mediatore tra Dio e gli uomini, volle essere l'immagine più perfetta possibile, la mediazione sacramentale più trasparente. Mai venne mena in lui la coscienza dell'indefettibile responsabilità sacerdotale: sempre prete, tutto prete e nient'altro. «Don Bosco è stato innanzitutto e soprattutto un vero prete. La nota dominante della sua vita e della sua missione è stata il fortissimo senso della propria identità di sacerdote prete cattolico secondo il cuore di Dio» (Giovanni Paolo II). La vista di Gesù Buon Pastore, venuto a raccogliere e a salvare i figli di Dio dispersi, stimola don Bosco a prodigarsi per la gioventù, specialmente per quella più povera. Il pensiero della salvezza delle anime - tutte, ma specialmente quelle che Dio gli affida - è veramente al cuore del cuore di don Bosco; è «il nucleo essenziale e irrinunziabile, la radice più profonda della sua attività interiore, del suo dialogo con Dio, del lavoro su se stesso, della sua operosità di apostolo conosciutosi come chiamato e nato per la salvezza della gioventù povera ed abbandonata» (P. Stella). Il motto che Domenico Savio poté leggere nella sua stanza: è la forte sottolineatura data ad uno dei propositi formulati negli esercizi di preparazione alla sua ordinazione a sacerdote: «Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre, quando si tratta di salvare anime». Veramente il suo cuore ha «palpitato sempre all'impulso del “Da mihi animas”» (E. Viganò).

Seguono il Magnificat, le intercessioni, il Padre Nostro e l’Orazione.

Orazione. O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni Bosco come padre e maestro dei giovani, concedi anche a noi la stessa fiamma di carità, a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

2º giorno (29 gennaio) “Fare per amore”

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 12,31-13,13)

Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

Commento (P. Brocardo SBD, Profondamente uomo profondamente santo) – La carità è un atteggiamento di amore radicale verso Dio, amato sopra ogni cosa, e verso il prossimo, amato per amore di Lui. Solo il suo amore è causa e fonte del nostro amore verso il prossimo. L'amore di Dio e del Salvatore, una volta sperimentato, ci «incalza» (2Cor 5,14) ad amare tutti, buoni e cattivi, amici e nemici, ad amarli «nello spazio della persona divina [...] sulla stessa linea dell'amore di Dio» (S. Dianich), che manda il suo sole sui giusti e sugli ingiusti. La carità amabile è il tratto più caratteristico della personalità di don Bosco, la sua più insistita raccomandazione. Se egli si sofferma di preferenza sull'esercizio della carità verso il prossimo, dà sempre la precedenza assoluta all'amore di Dio. Affermava: «Lavorare con carità verso Dio. Egli solo è degno di essere amato e servito. Egli ci riama come un Padre affettuosissimo››. Lo sguardo di don Bosco su Dio non è mai disgiunto dalla certezza che Dio ci ama con tenerezza infinita - come Padre. Dio, diceva, è «infinitamente ricco e di generosità infinita, come ricco può dar larga ricompensa per ogni cosa fatta per amor suo». «Fare per amore», «lavorare per amore» è tutta la vita di don Bosco, la sua grande raccomandazione. Lo prova questa testimonianza autorevole del Card. Cagliero, scelta fra molte: «L'amore divino gli traspariva dal volto, da tutta la persona, da tutte le parole che gli sgorgavano dal cuore quando parlava di Dio sul pulpito, in confessionale, nelle conferenze private e pubbliche e negli stessi colloqui familiari. Questo amore fu l'unica brama, l'unico sospiro, il più ardente desiderio di tutta la sua vita», Don Bosco è certamente un grande innamorato di Dio. La sua è una carità che è amore che si dà e si dona fino al sacrificio, partecipe come è dell'amore infinito di Dio.

Seguono il Magnificat, le intercessioni, il Padre Nostro e l’Orazione.

Orazione. O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni Bosco come padre e maestro dei giovani, concedi anche a noi la stessa fiamma di carità, a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

3º giorno (30 gennaio) L’influenza vivificante di don Bosco

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-19)

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Commento (P. Brocardo SBD, Profondamente uomo profondamente santo) – Don Bosco credeva all'efficacia dell'esempio e si proponeva di darlo. «Procura sempre - diceva - di praticare con i fatti quello che ad altri proponi col le parole»; «Una cosa che si può fare da tutti ed è di massima utilità ed un vero lavoro nella vigna del Signore, è il dare buon esempio»; «I bei discorsi senza l'esempio valgono nulla». L'esempio della sua vita esercitava un influsso notevole nell'ambiente dell'Oratorio sui giovani e sui salesiani, a lui si poteva con verità applicare quello che Bergson ha detto dei santi in generale: «Perché i santi hanno imitatori? [...] Non hanno bisogno di esortare; non hanno che da esistere: la loro esistenza è un appello». Di certo don Bosco ha parlato, ha esortato insistentemente, ma più delle parole è stato decisivo il suo esempio.  Il suo tratto con i giovani era delicatissimo, sempre rispettoso della loro piccola personalità, si lasciava baciare volentieri la mano, talora la metteva fuggevolmente sulla loro testa e ne approfittava per sussurrare all'orecchio una di quelle sue "parole" magiche, che andavano direttamente al cuore. Avveniva pure che con due dita della mano desse ad un giovane uno schiaffetto, oppure facesse una leggera carezza; ma quanta soprannaturalità in quel gesto paterno! Il segreto che egli adoperò per raggiungere questa soprannaturale naturalezza fu la continua occupazione della mente in Dio e una calma imperturbabile. Da lui si diffondeva una influenza vivificante. La persona di don Bosco, vivificata dallo Spirito Santo, emetteva luce ed energia divina: chi gli viveva accanto in intima familiarità ne restava coinvolto.

Seguono il Magnificat, le intercessioni, il Padre Nostro e l’Orazione.

Orazione. O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni Bosco come padre e maestro dei giovani, concedi anche a noi la stessa fiamma di carità, a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.