In un anno di emergenza inattesa, che ha di fatto richiesto a tutti un carico eccezionale di elasticità, creatività generosa, passione e grande responsabilità, le nostre case sono state benedette dalla presenza costante di 57 giovani che per 12 mesi hanno scelto di scommettere sui progetti che sono stati attivati a servizio dei bambini, dei ragazzi e dei giovani che hanno abitato i nostri Oratori, le nostre scuole, i nostri doposcuola, i nostri centri di formazione professionale e le nostre case famiglia. Sono stati parte delle nostre comunità educanti, prendendo parte attiva nella rimodulazione dei progetti, buttandosi in esperienze nuove, affiancandoci quando dovevamo attrezzarci per raggiungere i ragazzi a distanza. Sono stati per noi compagni di viaggio e siamo certi di essere stati anche noi umili compagni del loro viaggio.

 

A voi, cari giovani, chiediamo perdono se non sempre siamo stati all’altezza della situazione, se la nostra “ansia da prestazione” a volte si è trasformata in tensione e mancanza di attenzione e di delicatezza nei vostri confronti. E ancora a voi oggi diciamo il nostro sentito grazie perché insieme abbiamo trasformato una difficoltà mondiale in un’occasione unica per rimboccarsi le maniche e crescere insieme nella cura del bene comune e dell’interesse dei più piccoli.

È stato bello lavorare con voi, in presenza e a distanza! Ricordiamo che il Papa, il 31 maggio scorso, diceva che «peggio di questa crisi, c’è il dramma di sprecarla». Fate tesoro di questo tempo perché diventi ricchezza per il vostro cammino umano, professionale e (perché no?!) salesiano! Il saluto di oggi è un “arrivederci” perché la nostra casa rimane la vostra casa e speriamo che la nostra missione tra i piccoli e i poveri possa rimanere la vostra missione.

Buona strada nel 2021… e oltre!