Nel mese di gennaio, ci siamo soffermate sul messaggio di Papa Francesco per la 104a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. Inoltre, ci siamo impegnate a conoscere le esperienze migratorie all’interno delle nostre comunità e a dedicare uno spazio concreto, fisico, al progetto “Per una casa comune nella diversità dei popoli”. Sicuramente questi due impegni ci hanno aiutato a fare spazio dentro e intorno a noi per accogliere la diversità, il differente, lo straniero.

In questo Mercoledì delle Ceneri, vorrei evidenziare quanto Papa Francesco dice nel suo messaggio per la Quaresima, considerando il nostro orizzonte: i giovani migranti, i minori non accompagnati!

Papa Francesco ci propone nel suo messaggio una riflessione sulla carità: «Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12). Citando Dante Alighieri e la sua descrizione dell’inferno, il Papa pone delle domande: “Come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi?”. Dice Papa Francesco che “anche il creato è testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte”.

Tutte sappiamo che questi “strumenti di morte” sono una delle cause del fenomeno migratorio odierno che mettono in moto migliaia di persone, che le costringono a scappare dalla violenza, dalla guerra e da tutte le sue conseguenze; ad abbandonare casa, terra, patria, cultura... cioè, la propria storia! Sono gli “strumenti di morte” che distruggono la pace e l’armonia tra i popoli perché l’amore purtroppo si è raffreddato… perché l’umanità ha perso l’umanità!

Carissime sorelle, vi invito a leggere e meditare il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima, facendo un esercizio pratico: quello di cambiare lo sguardo verso i migranti. Cambiare lo sguardo dentro e fuori la comunità! La Quaresima 2018 è per tutte noi un invito a togliere dal nostro sguardo ogni pregiudizio, ogni atteggiamento di condanna, rifiuto o indifferenza.

Per concretizzare il desiderio di cambiare il nostro sguardo, proviamo a individuare dentro le nostre opere o presenze, persone che hanno vissuto l’esperienza migratoria. Magari siamo a contatto con persone che hanno esperimentato o ancora vivono il dramma della perdita delle proprie radici, della lontananza dalla propria terra… e non ci rendiamo conto!

Il progetto “Per una casa comune nella diversità dei popoli” desidera aiutarci a vivere in profondità la conversione: nelle relazioni interpersonali, nell’ordinario della vita, nell’incontro con chi è diverso, con chi è sconosciuto, dentro e fuori della comunità, guardando oltre la finestra di casa nostra, e impegnandoci in prima persona a vivere tre atteggiamenti: USCIRE, INCONTRARE, ESSERE PROSSIME!

Perché l’amore non si raffreddi nelle nostre comunità e nei confronti dei migranti, soprattutto dei giovani e dei minori non accompagnati, lascio la parola ancora una volta a Papa Francesco: «Nuovi volti di uomini, donne e bambini, segnati da tante forme di povertà e di violenza, stanno di nuovo davanti ai nostri occhi e attendono di trovare sulla loro strada mani tese e cuori accoglienti […]. I migranti hanno bisogno certamente di buone leggi, di programmi di sviluppo, di organizzazione, ma hanno sempre bisogno anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana; hanno bisogno di essere ascoltati, guardati negli occhi, accompagnati; hanno bisogno di Dio, incontrato nell’amore gratuito di una donna che, col cuore consacrato, ti è sorella e madre. Il Signore rinnovi sempre in voi lo sguardo attento e misericordioso verso i poveri che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi». (Vaticano, 9 dicembre 2017. Udienza alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù in occasione del primo centenario della morte di Santa Francesca Cabrini)

Vi ringrazio, sorelle, per il vostro cuore riscaldato e abitato dall’Amore; perché ognuna, nell’incontro con Gesù Pane e Parola, si riconosce figlia di Dio e sorella di chi ha lasciato la propria terra, abbandonato le sue radici culturali, per affrontare un viaggio privo di certezze; sorella di chi ha dovuto attraversare il deserto, il mare, le frontiere, i muri… in cerca di una vita più degna, più umana. Noi siamo, e veramente desideriamo essere, sorelle dei migranti perché i migranti sono i nostri fratelli! Il Signore ci aiuti a combattere ogni forma d’iniquità perché non si raffreddi l’amore in noi e intorno a noi! “Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare”. Tanti cari saluti e rimaniamo in comunione di preghiera, abbracciando insieme tutta l’umanità ferita, specialmente i nostri fratelli e sorelle migranti.

Consigliera per le Missioni sr. Alaide Deretti