La formazione era intitolata così: “La mia missione è ardere. Formazione e maturazione di una cittadinanza responsabile”. Ma… mi ricorda qualcosa. Ma certo! La formazione animatori dell’anno scorso era proprio “La mia natura è il fuoco!”.

La tematica di quest’anno si collegava direttamente a quella dell’anno scorso, quando ci siamo accorti che c’è un fuoco dentro di noi, un ardore tutto volto alla bontà, che riguarda ogni parte di noi: dal corpo, alla mente, all’anima. Se allora c’è un legame tra tutte le parti di noi stessi, c’è anche fuori di noi, nella società in cui viviamo. Se l’anno scorso abbiamo guardato dentro di noi, ora ci guardiamo attorno.

Pensando alla nostra società odierna, potrebbe sopraffarci un sentimento di sconforto: siamo giovani in un mondo pieno di disuguaglianze e ostacoli. Ma avrebbe senso vivere passivamente ciò che accade intorno a noi? Sentiamo una responsabilità, uno slancio. Quando scopro chi sono, ho tanta voglia di dire: “Eccomi!”.

Inizia così quindi la nostra formazione animatori: abbiamo risposto ad una serie di domande per riflettere su quanto e come viviamo la nostra città, che è la società a noi più prossima. Quanto ci sentiamo coinvolti, quanto percepiamo i bisogni delle persone intorno a noi, anche al di fuori dei luoghi che frequentiamo più spesso…tutte domande che ci hanno aiutato ad iniziare la riflessione.

La mattinata è proseguita con una bella testimonianza: a raccontarci qualcosa della sua vita è stato Corrado, un salesiano cooperatore di Prato che con sua moglie e insieme ad altri cooperatori gestisce l’oratorio nella sua città. La formazione avrebbe dovuto tenersi proprio lì, dove Corrado e i ragazzi dell’oratorio ci avrebbero accolto; nonostante le circostanze, Corrado ci ha raccontato della sua vita, trascorsa fin dai primi anni in oratorio, e di come a Prato i salesiani si siano guardati attorno e abbiano intravisto il bene che un oratorio poteva fare in una città grande come Prato. Quella di Corrado in un certo senso è stata una vera e propria missione: quella di dedicare la sua vita ai giovani. Un sogno, una chiamata a “muoversi” verso il mondo, un fuoco che brucia d’Amore per gli altri. Abbiamo capito che un sogno è da custodire: è necessario che questo desiderio ardente, scontrandosi con la realtà, non si spenga ma si accenda! Il nostro sguardo sulla nostra società sarà profondamente cambiato, sarà rinnovato da quell’Amore. La nostra città, i luoghi intorno a noi dove ci sentiamo chiamati saranno il nostro campo, il luogo dove lavorare.

Dopo questa intensa mattinata, facendosi ormai ora di pranzo, ci siamo salutati dandoci un piccolo impegno: guardare attorno alla nostra casa, magari fare due passi per sgranchirsi le gambe, e provare ad attivare tutti e 5 i nostri sensi per accorgerci di qualcosa a cui non avevamo mai prestato attenzione. Quando ci siamo di nuovo collegati tutti, abbiamo condiviso foto, frasi, tutto ciò che potevamo condividere.

Guardarsi attorno, andare per la città, per Don Bosco e Madre Mazzarello ha significato spesso andare nei luoghi che noi oggi chiameremmo periferie, e trovare in quei luoghi il vero cuore del mondo, in quei ragazzi buona stoffa. Era una vera urgenza rendere i propri ragazzi buoni cristiani e onesti cittadini, liberi, attivi e responsabili: e come farlo se non attraverso il lavoro e l’istruzione? All’oratorio si formavano giovani abili nel loro mestiere, di cui avrebbe tratto beneficio non solo l’oratorio, ma tutta la società. Don Bosco e Madre Mazzarello sono stati loro stessi cristiani nel mondo.

L’ultima parte della giornata è stata dedicata alla condivisione divisi per case di provenienza. È stato molto importante calare tutto ciò che ci siamo detti nel nostro quotidiano, nel particolare delle nostre realtà: sentiamo il desiderio, l’ardore che ci spinge a guardarci attorno. È un fuoco che si accende per gli altri.

Di Sara Loffedro, Colle Val d'Elsa

Da https://www.spaziomgs.com/single-post/infuocati-d-amore-per-gli-altri